Al Challenger 80 di Spalato (terra battuta) Luca Nardi continua a cavalcare l’onda e raggiunge passeggiando i quarti di finale. Dopo aver usato le qualificazioni come una sorta di allenamento agonistico, l’esordio contro lo svizzero Johan Nikles (n.294 ATP), anche lui proveniente dal torneo cadetto, è stato piuttosto semplice (6-4 6-3). Ancor più facile il secondo turno contro l’olandese Jelle Sels (n.253 ATP) cui ha inflitto un secco 6-4 6-0. Ormai è chiaro a tutti come il 18enne pesarese sia decisamente sovradimensionato per il livello Challenger, e che l’unico pericolo per lui sia il momento di distrazione o una momentanea ricaduta in quell’aristocratica indolenza che ha caratterizzato alcuni passaggi della sua giovane carriera. Nei quarti se la giocherà da chiaro favorito contro il 23enne ungherese Mate Valkusz (n.357 ATP) e l’unico consiglio che ci sentiamo di dargli è di pensare day by day, senza mettersi a contare i giorni che mancano al suo trasferimento in pianta stabile al piano di sopra. In ogni caso da lunedì entrerà ufficialmente in top 200, ed è già una buona quota in cui allestire il campo base.
Matteo Arnaldi e Andrea Arnaboldi sono invece in attesa che cessino le bizze di Giove pluvio che ha imperversato tutto il giorno. Il sanremese è riuscito a giocare una mezzora contro il croato Duje Adjukovic (n.244 ATP) ed è sotto 5-4 ma col servizio. E il proseguimento del match non sarà una passeggiata. Non facile nemmeno il compito di Arnaboldi che deve affrontare l’altro croato Borna Gojo (n.221 ATP) contro cui non è riuscito a giocare nemmeno uno scambio. Per entrambi, in caso di vittoria, si prospetta un venerdì durissimo con il doppio turno. Fuori subito Thomas Fabbiano che continua nel suo momento tutto luci e ombre, dove le ombre sono decisamente più numerose. Gli è stato fatale il succitato Borna Gojo, giocatore solido ma certo non irresistibile. Eliminato all’esordio anche Riccardo Bonadio che perde con Altug Celikbilek (n.172 ATP), giocatore sempre ostico che è riuscito a confermare la sua fama di ‘ammazza italiani’.
Buone notizie arrivano anche dal Challenger 80 di Praga (terra battuta) dove Lorenzo Giustino riesce finalmente a mettere da parte tutti i suoi fantasmi battendo prima il britannico Ryan Peniston (n.224 ATP) e poi lo statunitense di origine messicana Emilio Nava (n.365 ATP). Un match che è stato un’autentica odissea in cui il tennista napoletano sembrava recitare ancora una volta il triste copione che l’ha accompagnato in questo disastroso 2022 (prima di questo torneo tre sole vittorie a fronte di undici sconfitte). Nel primo set infatti è andato a servire sul 5-3 e non ha sfruttato tre set point, per poi farsi brekkare con un doppio fallo di pura tensione. Nel secondo parziale l’azzurro va avanti 4-2, ma anche in questo caso si fa recuperare e a questo punto tutti temono il peggio. Potrà mai un tennista in chiara crisi di fiducia sopravvivere al decisivo tie-break? Giustino per fortuna dimostra che si può fare e chiude al secondo set point. Lorenzo va sotto anche nel set decisivo (5-3) ma ormai si sente un leone e riesce a rifugiarsi di nuovo nel tie-break che si aggiudica senza nemmeno troppi patemi. Il risultato finale 5-7 7-6(5) 7-6(4), dopo oltre tre ore di gioco, ci descrive molto bene la durezza dello scontro. Nei quarti lo aspetta il 19enne ragazzo di casa Dalibor Svrcina (n.246 ATP) che difende il titolo dello scorso anno e parte favorito. Bravissimo Federico Gaio, reduce da un periodo non particolarmente brillante (in stagione solo due vittorie prima di questo torneo), che al Challenger 80 di Aguascalientes (Messico, terra battuta) ha battuto in maniera netta (6-4 6-2) l’uzbeko Denis Istomin (n.286 ATP, ma n.33 nel 2012), dopo che all’esordio aveva avuto la meglio sull’inglese Paul Jubb (n.231 ATP).