Semifinale senza problemi per Rublev al Serbia Open che giocherà la sua terza finale stagionale contro Novak Djokovic, dopo aver regolato con un doppio 6-2 il nostro Fabio Fognini. Il trentaquattrenne di Arma di Taggia non è mai riuscito ad impensierire il russo sul suo servizio, eccezion fatta per l’ultimo game dell’incontro.
E proprio sull’ottima performance al servizio si sofferma il Direttore Scanagatta. Prestazione che ha spento ogni velleità di successo di Fabio, nonostante le ottime doti in risposta dell’italiano: “Nei momenti importanti ho servito bene e in generale mi sentivo bene dalla linea di fondo. L’incontro è andato bene per me sin dalle prime battute. Nel suo secondo game al servizio ho conquistato il break e quando sei in vantaggio è più facile giocare. Ti senti molto più libero, al contrario diventa più complicato quando insegui perché non puoi commettere errori, inizi a sentire maggiormente lo stress. Alla fine si tratta di piccoli dettagli e probabilmente questo è il motivo per cui il match è andato in questo modo”.
Il conflitto russo-ucraino è sempre al centro degli argomenti. Con lo scoppio del conflitto, lo scorso 24 febbraio, aveva attirato l’attenzione quello che sarebbe stato ribatezzato il cosiddetto ‘doppio della pace’ composto da Andrey e l’ucraino Denys Molchanov, con cui ha vinto il torneo di doppio a Marsiglia lo scorso Febbraio: “Ci conosciamo da molto tempo, quando ho iniziato la mia carriera, giocando i Futures e i Challenger, anche lui giocava quei tornei, avevamo un gruppo di amici, io ero il più giovane e lui mi fece diventare parte del gruppo, ci allenavamo, nel 2015 abbiamo anche vinto un challenger insieme (Dallas, ndr). Quest’anno abbiamo giocato insieme e vinto e sono contento perché so che significa molto per lui, siamo molto legati e buoni amici perché mi conosce da quando ho iniziato il mio viaggio nel mondo del tennis. Lui e gli altri ragazzi si sono presi cura di me, perché erano più grandi, sono stati come dei fratelli maggiori”.
Sulle voci relative ad un possibile ban che potrebbe riguardare il Masters 1000 di Roma: “Conosco la posizione dell’ATP e il torneo di Roma è un torneo dell’ATP. Spero che a Roma non accada nulla del genere, spero che saremo in grado di giocare, non so molto altro, ho letto delle pressioni da parte del governo, ma spero tutto vada bene e si trovi una soluzione che possa permettere ai giocatori di partecipare”.
Come sottolineato dal direttore Scanagatta in conferenza stampa, Rublev è stato nei giorni scorsi protagonista di dichiarazione sul conflitto russo-ucraino, che hanno attirato le critiche da parte di Alex Dolgopolov, che lo ha accusato di mentire: “Non conosco Dolgopolov, ho fatto qualche allenamento con lui quando ero più giovane, non ho letto cosa ha detto, e come ho dichiarato non sono qui per discutere, sono qui per la pace; l’unica cosa di cui mi posso scusare è per il fatto di aver detto che nessuno sport ha fornito aiuto, ma in realtà molti sport hanno contribuito con degli aiuti. Se hanno bisogno di denaro, se i giocatori possono partecipare a Wimbledon e non fanno bene l’importo che si raccoglierebbe sarebbe comunque di un milione e se fanno bene possono diventare diversi milioni. Alla fine, possono credermi o meno, ma non hanno nulla da perdere, se io gioco o meno non cambierà la situazione, ma se gioco posso fornire qualche aiuto.”