Qui l’approfondimento sulla Croazia
Qui l’approfondimento sull’Argentina
Intervista a l’ex numero 6 del mondo Henrik Sundström
L’urna di Malaga ha messo l’Italia nel Gruppo A insieme a Croazia, Argentina e Svezia. Passano Le prime due classificate di ogni gruppo si qualificheranno per la fase finale in Andalusia. Vincere il girone significa incontrare la seconda classifica del Gruppo D, composto da USA, Gran Bretagna, Kazakistan e Olanda; molto meglio che passare come secondi e trovare la vincente del Gruppo B, quindi una tra Spagna, Canada, Serbia e Corea del Sud. Ma non mettiamo il carro davanti all’ingresso dell’Unipol Arena di Casalecchio di Reno e diamo invece un’occhiata, tra le avversarie settembrine degli azzurri capitanati da Filippo Volandri, alla squadra che viene da nord.
La Svezia si è qualificata per la fase finale battendo il Giappone di Daniel e Watanuke al quinto rubber, con Elias Ymer protagonista assoluto della sfida in virtù delle vittorie in singolare e nel doppio in coppia con Andre Goransson, attualmente 71° della classifica di specialità. L’altro singolarista era Dragos Nicolae Madaras, ventiquattrenne nato a Deva in Romania e finora mai nei primi 300 del ranking. Non era invece sceso in campo Mikael Ymer che, dopo la semifinale di Montpellier, sta inanellando solo sconfitte.
Elias, il maggiore dei fratelli e n. 130 ATP, quest’anno è stato battuto da Lorenzo Sonego a Barcellona ed è sotto 0-2 nelle sfide Fabio Fognini. Mikael ha perso da Lorenzo Musetti lo scorso febbraio a Rotterdam ed è in svantaggio 1-2 nei confronti di Jannik Sinner. Madaras non ha precedenti contro i nostri migliori rappresentanti. Considerando anche che l’ex n. 3 del mondo di doppio Robert Lindstedt ha appeso la racchetta pro al chiodo, la Svezia non pare disporre di una coppia che parta favorita contro i nostri, che possono così giocarsi i singolari senza l’eccessiva pressione che può generare la breve distanza dei tie da tre rubber quando gli altri dispongono di una coppia difficilmente battibile. Ma abbiamo parlato qua di delusione croata e giuste ambizioni di revanche.
I precedenti in Coppa Davis vedono l’Italia in vantaggio per 11-9, il primo nel 1953, l’ultimo nel 2010, quando Starace, Bolelli e Fognini si arresero a Robin Soderling e al doppio. Più che la sfida del 1998, quando gli svedesi ci sconfissero in finale a Milano conquistando la loro settima e ultima Insalatiera, vale la pena di ricordare quella del 1990 sulla terra di Cagliari, con Paolo Canè che batté Svensson al quinto, affiancò Nargiso nel vittorioso doppio e si impose ancora in cinque set contro Mats Wilander – il quinto parziale rimandato al lunedì mattina finì 7-5 per il bolognese. L’anno prima si era invece rivelato al grande pubblico un altro tennista di Bologna, Omar Camporese, che da n. 159 del mondo prese a pallate il top 20 Mikael Pernfors sul tappeto della Baltiska Hallen di Malmo. La scoperta di quel “braccio” ci ripagò dell’unico punto conquistato nell’occasione.
In definitiva, pescando a caso (non certo affidandoci al cherry picking) in due sfide passate, abbiamo un Mikael già battuto e notizie positive nei “dintorni” di Bologna. E poi, con tutto il rispetto per tutti, è semplicemente la Svezia degli Ymer, mica uno squadrone come la Slovacchia di Gombos.