Ma ovviamente non solo i media italiani si occupano della vicenda di un ex campione che aveva fatto innamorare milioni di appassionati negli anni Ottanta e Novanta con le sue iconiche volée in tuffo sui prati di Wimbledon. Ecco come i media della Germania, il paese di Becker, hanno dato risalto alla questione. Bild, il più noto quotidiano tedesco, titola: “La più grande sconfitta di Boris Becker. Game, set, prigione“. La foto di Boris campeggia a tutta pagina.
La Bild dedica a Becker anche l’apertura del proprio sito web, con un servizio in cui vengono raccontate le prime ore in carcere del campione tedesco: “Boris è stato autorizzato a fare una telefonata”.
Per far comprendere il clima in Germania, Slalom riporta un pezzo di Carsten Heidböhmer su Stern. “Con la sua vittoria a Wimbledon, Boris Becker ha innescato un boom del tennis in Germania. Ma con la sua vita dopo la sua carriera sportiva, ha distrutto la sua reputazione. Dov’eri il 7 luglio 1985? Per molti della mia generazione, questa data è indimenticabile quanto lo è quella della missione Apollo 11 del 1969 per i più vecchi. Quanto successe quella domenica al Centre Court di Wimbledon è stato incredibile per noi quasi quanto i primi passi sulla luna di Neil Armstrong. Un tedesco di 17 anni aveva vinto il torneo di tennis più importante del mondo. Resta tuttora il più giovane a Wimbledon. Con il suo clamoroso trionfo, Becker ha innescato un boom del tennis. Avevo 13 anni all’epoca ed ero una delle decine di migliaia di giovani che scambiavano le loro scarpe da calcio con scarpe da ginnastica bianche. Dopo la scuola, invece di andare al calcio, andavo al tennis. Lì alzavamo i pugni come faceva Becker dopo gli scambi e lì ci siamo tuffati su ogni palla, come se fossimo Boris sul verde di Wimbledon e non su un campo di cenere scheggiato”.
Der Tagesspiegel dà a Becker uno spazio limitato, ma comunque in prima pagina: “Che botta: l’icona del tennis Becker finisce in prigione a Londra”.