[WC] H. Rune b. [8] B. Van De Zandschulp 3-4, 40-15 RIT.
Purtroppo dura solamente 47 minuti la quarantottesima finale del BMW Open by American Express, poiché sul punteggio di 4-3 in favore di Botic Van De Zandschulp e servizio per Holger Rune, avanti 40-15; l’olandese ha dovuto alzare bandiera bianca per problemi respiratori. Infatti, dopo un medical time-out prolungato – per di più avvenuto negli spogliatoi – rispetto a quanto accade normalmente, in seguito ad un primo controllo effettuato a bordo campo con il saturimetro, e dopo un mini warm-up (in realtà un paio di punti si sono giocati) BVDZ si è arreso. Ancora da accertare la reale entità del problema, quello che emerso è che Botic ha avvertito delle fitte al petto con conseguenti difficoltà respiratorie. Sicuramente adesso il n. 8 del seeding farà ulteriori esami, ma la sensazione è che il problema non sia di poco conto visto che non ha neanche partecipato alla cerimonia di premiazione. Per ciò che concerne invece il giovane danese; con questo successo centra il primo titolo della carriera a livello ATP – anche se ovviamente avrebbe preferito raggiungerlo battendo un avversario in grado di poter terminare l’incontro – diventando il secondo classe 2003 dopo Carlitos Alcaraz a vincere un torneo nel circuito maggiore.
Premiata dunque la scelta del 19enne di Copenaghen, di rinunciare alle qualificazioni del Masters 1000 di Madrid – per il quale non può ricevere uno special exempt poiché tra il torneo madrileno e quello di Monaco di Baviera ci sono due categorie di differenza – per concentrarsi sul ‘250’ tedesco. Infatti con questa cavalcata trionfale in terra bavarese, iniziata da numero 70 del ranking, sfonderà il muro della Top 50; potendo così accedere direttamente agli eventi 1000 senza dover passare dall’ostacolo non indifferente delle qualificazioni. Anche il tennista orange – al quale ovviamente auguriamo una pronta guarigione – può quantomeno consolarsi con il proprio best ranking, che gli permetterà di guadagnare ben 11 posizioni – dovrebbe diventare n. 31 e ciò vorrebbe dire essere tds al Roland Garros, ricordiamo però che la classifica virtuale può subire costanti modifiche – e con la splendida settimana disputata, in cui fra gli altri ha superato in semifinale uno dei giocatori più in forma di questo 2022 come Miomir Kecmanovic, considerando anche che il torneo di Marrakech di qualche settima fa è stato il suo primo main-draw ATP sulla terra, avendo saltato tutto lo swing europeo dello scorso anno. Il n. 40 con questa finale seppur persa, ha ridato lustro al suo Paese, riportando un tennista dei Paesi Bassi nell’ultimo atto di un torneo da Gstaad 2016, quando a riuscirvi fu Robin Haase. Inoltre sottolineiamo anche la bontà del cammino che entrambi hanno percorso per giungere in finale; all’interno del quale si sono sbarazzati dei due principali favoriti del torneo, nonché due Top Ten. Il danese ha infatti eliminato Zverev (tds n. 1) e il 26enne di Wageningen ha fatto fuori l’amichevole anfitrione norvegese (tds n. 2).
Tornando a Rune, svisceriamo qualche curiosità in merito a questo suo trionfo; è infatti il secondo giocatore scandinavo ad imporsi in un torneo ATP negli ultimi 12 anni dopo Casper Ruud e il quinto a vincere il primo torneo della carriera nel 2022 (Kokkinakis, Auger-Aliassime, Bublik e Martinez gli altri 4). L’ex campione dell’Open di Francia junior del 2019 si è così espresso dopo aver ricevuto il trofeo: “Sicuramente non mi sarei mai aspettato di vincere il primo titolo in questo modo, è sicuramente la maniera peggiore per vincere una finale. Voglio congratularmi prima di tutto con Botic per la grande settimana e spero possa recuperare presto, gli auguro pronta guarigione. Grazie al mio team, a mia mamma, al mio coach, grazie per tutto quello che fate per me. Un ringraziamento agli sponsor BMW e American Express. E’ stata una settimana incredibile fin dal primo turno, mi avete supportato sempre. Grazie mille e ci vediamo il prossimo anno”
IL MATCH – Si parte con Van De Zandschulp al servizio, e subito Rune prova ad imprimere il suo ritmo alla sfida girandosi abilmente sul dritto. L’olandese commette anche un errore in lunghezza con il rovescio, ma poi è abilissimo ad aggrapparsi alla prima di servizio e a tirarsi fuori dai guai, nonostante venga costretto ai vantaggi. Entrambi dimostrano fin dalle prime battute di avere grande facilità nello scambio prolungato da fondo, ma ciò che si evince maggiormente è la potenza dei colpi con tutti e due molto fluidi e sciolti nel generare velocità e pesantezza di palla. Il danese è il più attivo ad inizio match nel cercare di variare lo spartito, con un uso frequente delle smorzate. In verità pur venendo eseguite brillantemente dal giovane scandinavo, Botic le legge bene mostrando una grande capacità nella copertura orizzontale del campo, malgrado la sua altezza, abbinata ad un ottimo tocco col quale esegue contro-smorzate di buona fattura. Ogni tanto però il n. 70 esaspera questa soluzione, e proprio a seguito di un drop-shot manda sul nastro un diritto, che porta alla prima palla break del match. Sulla prima occasione di allungo è solido il neo diciannovenne, ma ne arriva una seconda che viene trasformata per via di un rovescio della wc danese che non trova il campo.
Successivamente seguono due brutti game, contraddistinti da tanti unforced per chi è alla battuta. Il risultato vede inanellarsi due break consecutivi che di conseguenza mantengono invariato il vantaggio per la tds n. 8; anche grazie al fatto che quest’ultimo non si fa scappare la seconda possibilità di confermare lo strappo. In questa fase dell’incontro – subito dopo non aver sfruttato il contro-break e mancato l’aggancio – Rune si dimostra molto nervoso con numerosi lanci della racchetta e violente pallate verso i teloni, dimostrando di sentire la tensione alla sua prima finale ATP. Infatti è la diversa esperienza tra i due protagonisti a fare la differenza fin qui, con il n. 40 del mondo che fa valere i suoi anni nel circuito Pro (dal 2013), esprimendo grande costanza; mentre dall’altra parte il Next Gen danese inciampa in frequenti gratuiti. Poi si arriva al settimo game, che si rivela essere un autentico psicodramma, con questa volta Van De Zandschulp a complicarsi la vita utilizzando eccessivamente la palla corta. In verità fino ad ora, Botic è riuscito ad avere la meglio giocando in maniera molto esplosiva e affidandosi continuamente all’uno-due, accompagnato anche a puntuali discese a rete. In questo gioco però sbaglia troppo in uscita dal servizio e alla fine alla quarta opportunità del game Holger trova il secondo contro-break; non prima di aver portato avanti un diverbio con il giudice di sedia Murphy, scaturito da un doppio rimbalzo chiamato dall’arbitro su una palla corta dell’olandese (aveva ragione Rune, il suo recupero era buono).
A questo punto succede di tutto, con il tennista orange che prima si prende un warning per condotta antisportiva (racchetta scaraventata ripetutamente sul borsone) e poi è costretto a lasciare il terreno di gioco per via di un problema respiratorio dopo un controllo con il saturimetro. Pausa piuttosto lunga, (a tal punto che il classe 2003 si fa avere dal suo angolo un giaccone, per non freddarsi totalmente vista la rigida temperatura bavarese) probabilmente un problema di ossigenazione o di respirazione, sicuramente ciò che è emerso è che il n. 1 dei Paesi bassi ha avvertito dei dolori al petto. Si ricomincia dopo un MTO prolungato, con un warm-up ridotto. Ma s’intravede immediatamente un BVDZ sconsolato, soprattutto quando provano i servizi non carica minimante il colpo per non sforzare tutta la parte addominale. Dopo un paio di punti, infatti, decide mestamente di ritirarsi. Dunque prima gioia per Rune, che però siamo certi avrebbe voluto ottenerla in ben altro modo.