[8] O. Jabeur b. S. Halep 6-3 6-2
Era probabilmente il match più atteso del WTA Mutua Madrid Open fino ad ora, visto la ritrovata forma di Halep e il solito talento spumeggiante che può mettere in campo Jabeur, dopo lo scontro sempre con protagonista la 30enne di Costanza contrapposta a Badosa. La partita, nonostante abbia presentato un numero considerevole e forse anche eccessivo di errori non forzati, è stata molto piacevole e ha premiato per 6-3 6-2 in poco più di un’ora la tunisina. Il merito principale, ovviamente, per la spettacolarità del match è da riscontrare nel braccio baciato dagli dei del tennis di Ons, che ha regalato magie su magie: da rasoiate impressionanti, specie in contropiede – suo grande cavallo di battaglia – a tocchi sopraffini come dei dropshot eseguiti direttamente in risposta o dei recuperi smorzati in chop o ancora delle volée da metà campo dolcemente accarezzate. Un turbinio di soluzioni che ha infiammato il pubblico. Eppure la partita inizialmente aveva preso tutt’altra direzione, con la solidità e la grande costanza da fondo campo di Halep che aveva preso il sopravvento sull’approccio molto ondivago della tunisina, la quale alternava un vincente fulmineo ad un gratuito planante verso i teloni o che si fermava già a metà rete. Tutto ciò, mentre il rovescio dell’ex n. 1 frullava che era un bellezza.
Poi d’improvviso la chiave di volta dell’incontro, sul 2-1 e servizio la due volte campionessa Slam ha incredibilmente smarrito il dritto; e da lì la sfida ha invertito direzione non cambiando più verso. La back-to-back vincitrice di Madrid ha inanellato un serie di errori non forzati indicibile, mentre la tennista araba con un parziale da 12 punti a 1 ha di fatto chiuso il primo set – ma anche il match volendo. Perché se oggi si può riconoscere alla n. 8 del seeding una qualità che normalmente non le appartiene è la capacità che ha avuto di essere lucida e cinica nei momenti decisivi. Nella seconda frazione dopo il break subito, la rumena ha avuto un moto d’orgoglio da campionessa vera qual è ma poi si è dovuta arrendere alla maestria di Jabeur che con due smorzate si è tolta d’impiccio. Cosa sarebbe successo se Halep avesse mantenuto la solidità avuta sino al 2-1? Nessuno lo può sapere, ma ci teniamo stretti i giochi di prestigio della fantastica 27enne di Ksar Hellal, che alla fine la spuntata proprio per la superiorità del ventaglio di soluzioni creative a sua disposizione. Per la n. 10 WTA sarà la seconda semifinale a livello ‘1000‘, dopo quella d’Indian Wells 2021 e con questo successo inverte anche un trend che nei quarti di finale in tornei di questa categoria o nei Major, vedeva per lei una sola vittoria – proprio in California lo scorso anno – e sei sconfitte. Inoltre questo era il quarto H2H con Halep, il primo però sulla terra, nelle volte precedenti aveva sempre perso. Ora essendo la tds più alta rimasta in corsa, la tennista araba più forte di tutti i tempi diventa inevitabilmente la favorita per trionfare nell’altura madrilena.
IL MATCH – Fin dai primi scambi vieni fuori il confronto di stili che era stato preventivato, in quella che è probabilmente la sfida più attesa sin qui del tabellone femminile dopo quella che ha visto sempre Halep protagonista contro la padrona di casa Paula Badosa. Da una parte la solidità e la costanza della rumena, un vero rullo compressore da fondocampo con la sua capacità di alzare la traiettoria sopra il nastro per cercare di diminuire al massimo il rischio di incorrere nell’errore; la quale però è in grado anche di contro-attaccare splendidamente con straordinari anticipi al momento di ricercare il timing perfetto con la palla. Dall’altro lato Jabeur, totalmente agli antipodi, straordinario talento, manualità sopraffina, accelerazioni filo-rete con molto più rischio rispetto all’avversaria e possibilità di attingere ad un arsenale di variazioni pressoché illimitato; il problema per la tunisina che a questa a miriade di soluzioni spettacolari alterna momenti di black-out veramente incomprensibili. La continuità dunque non è il suo forte e lo si desume già dal terzo gioco. Ons fa e disfa, prima esegue dei vincenti da pelle d’oca e poi subito dopo commette degli unforced di una gravità immonda, che una giocatrice con il suo potenziale non dovrebbe mai commettere.
Parte con 12 errori non forzati nei primi 12 minuti, iniziano a vedersi anche i primi cambi di ritmo con il back e la palla corta; ma ciò nonostante va prima sotto 0-30 e poi è costretta ai vantaggi. Non sono però solo demeriti della n. 8 del seeding perché il rovescio di Simona è quello delle grandi occasioni, viaggia che è una meraviglia -come un micidiale contropiede dal centro del campo ad uscire – sia nello scambio che in risposta con eccezionale profondità. Alla fine però tra un dritto che spolvera la riga ed uno che si ferma a metà rete o va lungo, prevalgono quest’ultimi e al terzo tentativo è 2-1 e servizio per la bi-campione di Madrid. Incredibilmente, visto anche le prestazioni fornite nei turni precedenti, l’ex n. 1 concede immediatamente il contro break smarrendo totalmente il diritto. Passaggio a vuoto che non ne vuole sapere di cessare, perché la migliore giocatrice araba della storia vince addirittura quattro game consecutivi con un parziale 12 punti a 1. Dopo aver trovato il contro-break la 27enne di Ksar Hellal, ha di nuovo breakkato a 0 per poi confermare l’allungo ancora senza concedere punti. Halep che incomincia anche, stranamente per lei, ad innervosirsi molto in questo frangente della sfida concede pure con il rovescio che invece ad inizio andava alla grande. I tanti errori dell’avversaria non possono che sciogliere ancora di più il braccio di Ons, che si diletta in esecuzioni strabilianti: drop-shot vincenti direttamente in ribattuta, rasoiate violenti, volée da metà campo toccate dolcemente. Si arriva al momento clou, la tunisina serve per il set. Deve affrontare qualche patema di troppo per causa di un cellulare che squilla ed interferisce una chiamata del giudice di linea. Ma poi il “Paradiso” tennistico, la n. 10 del mondo dopo un lob difensivo, giocato ad una mano, di stordente bellezza chiude i conti con un drittone in corsa lungo-riga semplicemente favoloso.
Sicuramente l’andamento della prima frazione è stato indirizzato inizialmente dall’harakiri gonfio di non forzati di Halep, ma poi è salita in cattedra Jabeur con tutto il suo arsenale di possibilità, dai contropiedi filo nastro alle varie magie di pura classe tennistica. La n. 21 prova a riordinare le idee nel secondo parziale, cercando di ritrovare le giuste geometrie giocando il più semplice possibile per evitare d’inciampare ancora in una marea di errori. Si prosegue con l’ex n. 7 sempre più a suo agio e che tira fuori dal cilindro soluzioni sempre più spettacolari come delle complicatissime volée in allungo. Il back dell’ultima tds rimasta in gioco sollecita continuamente il fondamentale bimane della rumena, che pian piano torna a frullare come agli albori dell’incontro, ma la giocatrice araba si aggrappa al servizio e ai vantaggi – senza concedere palle break – impatta sul 2-2. Quindi, quando sembrava potesse far girare nuovamente la partita verso di lei, ancora una volta è il diritto della 30enne di Costanza a tradire maggiormente e nel quinto gioco strappo in favore della sua avversaria. La quale però dimostra ampiamente di meritare il vantaggio essendo cinica nei momenti che lo richiedono, sul break point infatti mantiene una costante profondità con i suoi colpi da fondo per impattare 3-2. Fino ad ora rispettato pedissequamente il corso del primo set. Al momento di confermare il break, nel sesto gioco il match s’infiamma definitivamente: Simona ha ruggito d’orgoglio e rinviene da 40-0, ha il demerito Ons sulla terza delle tre opportunità consecutive di palla game dove si specchia troppo con un tocco troppo morbido dopo aver comandato abilmente lo scambio a suon di accelerazioni. Ma qui esce fuori tutto il talento spregiudicato della tunisina: smorzata di rovescio a frantumare la palla del contro-break ed un’altra successiva a chiudere il game. L’ex n. 1 inizia perdere la pazienza: spacca la racchetta sul mattone tritato del Manolo Santana e si prende il warning. A questo punto Jabeur veleggia verso la vittoria in ciabatte, chiama a rete e passa a piacimento la rumena. Halep ci prova da guerriera qual è ma oramai non può nulla contro una tennista semplicemente più talentuosa di lei. Emblematico il match ball, recupero smorzato in back di diritto di Ons e il rovescio successivo in rete della Halep, sintomo di come oggi la lottatrice rumena non essendo al massimo, non avesse reali chances.