Da Madrid, il nostro inviato
Pochi minuti dopo il termine della sfida tra Alcaraz e Nadal, lo sconfitto, come spesso a cade, si è recato subito in sala conferenze per rispondere in spagnolo alle domande dei tanti giornalisti presenti. “È un passaggio di consegne, lui ha compiuto 19 anni ieri, io ne ho 36. Sono felice per lui, si è comportato meglio di me in molti aspetti del gioco” ha esordito con onestà Nadal. “Io devo ancora migliorare e accetto la cosa con naturalezza e tranquillità. Ho un cammino da seguire in queste due settimane e mezza se voglio avere opportunità concrete di essere competitivo. Comunque non voglio togliere nessun merito a Carlos, gli auguro il meglio per il resto del suo torneo”. Poi, come aveva confermato anche nei giorni scorsi, dirada qualsiasi dubbio sul possibili infortuni. “Fisicamente mi sono sentito bene, nessun problema. Devo migliorare la capacità di reazione, essere più dinamico. Dicendo questo non sto analizzando questa partita in particolare ma sto parlando del mio gioco, sto facendo autocritica al mio gioco. Devo accettare la cosa come viene avendo sempre la stessa determinazione”.
Il n.4 del mondo è uscito nei quarti di finale del Mutua Madrid Open per la quinta volta (la seconda consecutiva), e l’assenza di feeling con questo evento non è una novità. “La lettura del mio torneo? Ho giocato tre partite con preparazione nulla, questa è la realtà. […] Sono venuto qui sapendo che fosse il torneo più difficile per me, considerando le condizioni di altura, dove la palla rimbalza di più ecc, tutte queste cose le sappiamo. Ho passato circa sette ore in campo in tre partite e questa è la cosa positiva. Devo ripartire da qui con una mentalità adeguata quando le cose sono complicate”.
Successivamente, rispondendo a una domanda simile in inglese, ha approfondito il tema dando anche uno sguardo all’imminente futuro (cioè al Roland Garros). “Quando arrivo ad un torneo non penso a cosa potrò raggiungere, ma seguo il percorso che mi sono fissato per ogni singolo giorno, senza aspettarmi molto. Quando arrivi qui dopo una lunga pausa e senza preparazione, ci sono momenti in cui ti senti alla grande e altri in cui ti senti il peggiore del mondo, ma ho già vissuto queste situazioni tante volte ed è assolutamente normale. Non penso troppo a dove vorrei essere tra due settimane, cerco solo di seguire la mia strada. Il mio unico sogno è arrivare a Parigi sufficientemente in salute e in un buon stato fisicamente per competere al miglior livello possibile; se ciò accadesse, in un torneo dove ho giocato bene tante volte nella mia carriera, perché non dovrei poter essere competitivo ancora una volta?”
Tornado all’imminente futuro invece, domani il suo connazionale Carlos Alcaraz dovrà affrontare il n.1 del mondo Novak Djokovic per la prima volta, in quella che sarà la terza semifinale in un 1000 della giovane carriera dello spagnolo. All’esplicita domanda di come potrebbe figurare Carlos contro il serbo, Nadal è stato breve e schietto: “Non so come andrà a finire, non prevedo il futuro. Carlos può tranquillamente vincere [contro Djokovic, ndr] non vedo perché non dovrebbe riuscirci. Ha il livello per battere il n.1 del mondo”. E se lo dice un 21 volte campione Slam possiamo credergli sulla parola.