Dopo la notizia improvvisa, per quanto nell’aria, del ritiro di Kevin Anderson qualche giorno fa, un altro ex campione annuncia che appenderà la racchetta al chiodo, mentre il mondo del tennis è concentrato sul big match Djokovic-Alcaraz: Gilles Simon a fine anno dirà basta. Una carriera generosa, da guerriero, con qualche acuto e tante partite di grande impatto ed emozione. Per anni la speranza del tennis francese che potesse formare, con Tsonga(un altro che ha annunciato il ritiro, ma dopo il Roland Garros), Gasquet e Monfils, dei nuovi Quattro Moschettieri. Speranza che, con rimorsi per i transalpini, si è presto dimostrata vana e per anni ha solo lasciato amaro in bocca e fuochi fatui. Ciò non ha impedito comunque a Simon di giocare 2 finali nei Masters 1000 ed essere n.6 al mondo, oltre che a qualificarsi anche alle ATP Finals nel 2008.
“È stata un’avventura magica, meravigliosa e straordinaria. Finirà a fine anno“, le parole di Simon su Twitter,” un enorme grazie a tutti coloro che lo hanno reso possibile. Non c’è tristezza, non c’è rimpianto. Solo la volontà di mettere tutto ciò che mi è rimasto. Ad ogni partita, fino alla fine“. Dimostra, anche nelle sue parole, l’attaccamento e la passione che sempre lo hanno contraddistinto nella sua brillante carriera. Parole di gratitudine, di un uomo che non ha effettivamente nulla da recriminare a ciò che ha fatto non solo sul campo, ma anche alla tanta empatia che sempre lo ha legato al pubblico francese in primis, ma più in generale a tutti gli appassionati di tennis. Vittorie e tante partite lottate con le unghie e con i denti fino alla fine contro i campioni più grandi (epico il quarto turno all’AO 2016 contro Nole).
“Non piangere perché qualcosa finisce. Sorridi perché é accaduta“, parole e dolci carezze di Gabriel Garcia Marquez. E si deve ragionare proprio così ora che sappiamo che Gilles Simon, la classe operaia che va in paradiso, a fine anno non giocherà più a tennis. Ma in fondo l’anno è lungo, e chissà che quella vecchia volpe del francese non regali un colpo di coda proprio quando le luci del teatro stanno per spegnersi.