“Una montagna russa di emozioni”. Un’espressione sicuramente inflazionata, ma Ons Jabeur ha tutte le motivazioni per descrivere in questo modo ciò che ha vissuto negli ultimi giorni prima di allentare la tensione al momento della premiazione del WTA 1000 di Madrid. La tunisina era reduce da una grande delusione: la sconfitta in finale a Charleston in tre set contro Belinda Bencic. Poi era stata eliminata anche a Stoccarda nei quarti da Badosa, nonostante l’ottimo livello di gioco espresso. Tutto ciò aveva portato Ons a pensare che sì, forse la settimana perfetta sarebbe arrivata prima o poi ma che sarebbe stato più probabile alzare un trofeo durante la stagione sull’erba, proprio come fatto l’anno scorso a Birmingham. Le cose sono andate diversamente e infatti in conferenza stampa Jabeur, che da lunedì torna numero 7 del mondo, lascia tracce della sua gioia in ogni risposta. La vittoria per 6-2 al terzo set su Jessica Pegula è la più importante della sua carriera fin qui, ma Ons guarda già avanti: “A Roma devo sfruttare la grande fiducia che mi ha dato questo successo per andare il più avanti possibile”. Sulla terra rossa ha già vinto 12 match in stagione, contro i 13 totali dello scorso anno.
D: Congratulazioni! Come ci si sente ad essere una campionessa di un WTA 1000? Quali sono state le tue emozioni quando hai vinto l’ultimo punto e ti sei inginocchiata sulla terra?
Jabeur: Sull’erba era stato molto più facile inginocchiarsi! Non riesco ancora a credere che ho vinto davvero. Dopo la semifinale ero molto contenta ma anche nervosa in vista della finale: non volevo un’altra delusione e per questo ho lavorato molto con Melanie (Maillard, la sua psicologa, ndr). Pensavo che mi sarebbe scoppiato il cuore oggi, ero molto impaziente: volevo entrare in campo ma il match precedente al nostro (Alcaraz-Djokovic, ndr) è andato per le lunghe e questo non mi ha aiutato! Sono davvero felice di essere stata in grado di risollevarmi dopo il 6-0 del secondo set: lei è stata davvero brava a fare un tipo di gioco che mi mette in difficoltà, mettendomi sempre pressione. Quando nell’ultimo game ero sotto 0-30 ho pensato che non sarebbe stato bello concludere con un turno di servizio facile: ‘bisogna soffrire fino alla fine’, mi sono detta. Quando ho avuto il match point invece ho pensato che dovevo fare quel punto a tutti i costi.
D: Lo scorso mese hai mostrato tutta la tua frustrazione dopo la sconfitta a Charleston e hai detto che il tuo momento sarebbe arrivato. Ti aspettavi che sarebbe arrivato così presto, soprattutto in un torneo importante come quello di Madrid?
Jabeur: Sapevo che stavo giocando bene, ma onestamente non pensavo che avrei vinto già sulla terra. Riponevo più speranze nella stagione sull’erba, ma sono contenta di non aver dovuto aspettare così tanto perché ero molto delusa dopo Charleston e Stoccarda: giocavo bene ma non riuscivo a fare l’ultimo passo.
D: Sei sempre in grado di effettuare colpi spettacolari e sei una delle giocatrici che è più divertente guardare giocare. Ha un valore in più per te questo fatto?
Jabeur: Sì, mi diverto molto, soprattutto quando le palle corte funzionano. Penso che questo modo di giocare rifletta la mia personalità. Spero di poter continuare così e far divertire il pubblico!
D: Cosa ha significato per te il fatto che ci fossero i tuoi fratelli qui? Sono stati loro a decidere di venire o glielo hai chiesto tu?
Jabeur: Ne abbiamo parlato abbastanza. Loro mi chiedevano se fosse il caso che venissero qui o magari a Roma. Quando ho raggiunto la semifinale ero indecisa: sono un po’ superstiziosa. Poi ho pensato che nelle altre finali avevo fatto tutto bene pur perdendo e allora ho detto ai miei fratelli che il loro supporto mi avrebbe potuto aiutare per la finale. Credo di aver fatto la scelta giusta!
D: Ci puoi parlare dei momenti chiave della partita di oggi (ieri, ndr)? Qual è stata la chiave per chiuderla?
Jabeur: Ad essere onesti, non stavo giocando in maniera serena. Non stavo facendo i colpi che volevo, ma mi sono detta ‘non importa, gioca male ma vinci’. Penso che se non avessi vinto il primo set sarebbe stato molto difficile per me anche perché avevo avuto diverse occasioni per breakkare mentre lei ci era riuscita alla prima opportunità. Nel secondo non sono stata abbastanza paziente, dovevo restare di più negli scambi ma comunque lei ha giocato davvero bene. Nel terzo ho provato a tenere la palla in campo il più possibile e il break all’inizio mi ha aiutato. Anche il mio linguaggio del corpo è stato nettamente migliore.
D: Hai detto che vuoi entrare tra le prime cinque. Quanta fiducia acquisisci da questo torneo anche in ottica Roland Garros? Sei la giocatrice che ha vinto più partite sulla terra fin qui.
Jabeur: Le partite giocate qui mi hanno dato grande fiducia. Ora devo cercare di raccogliere più punti possibili a Roma, dove l’anno scorso non ho giocato e quindi sarebbero punti extra per me. Devo assicurarmi di recuperare bene e poi sfruttare l’opportunità per vincere il più possibile. Al primo turno giocherò contro Cirstea (qui il tabellone femminile completo) e non sarà facile. Ero un po’ arrabbiata perché non sono riuscita a guadagnarmi il bye! In ogni caso amo questo periodo e cercherò di fare il mio meglio anche per prepararmi alla sfida più difficile, il Roland Garros.