Oggi il pubblico al Foro Italico è stato sorpreso, ma fino a un certo punto, da Rafael Nadal, che ha chiesto di tornare in campo per un allenamento poco dopo il match vinto contro John Isner. Una partita che ha tenuto Rafa troppo poco in campo in relazione alla mole di lavoro che il campione spagnolo pensa di dover fare per tornare ai suoi massimi livelli. Così il 21 volte campione Slam ha parlato di questo in conferenza stampa, toccando numerosi altri temi
D: Hai avuto bisogno di allenarti dopo la partita? Non eri felice della tua performance? Perché sei tornato in campo dopo il match?
Nadal: “Fin da quando sono rientrato a Madrid ho detto che ho fretta di tornare a provare le migliori sensazioni. Ho bisogno di recuperare le cose che mi sono perso a causa dell’infortunio. Per questo devo lavorare più che posso al fine di essere pronto in un paio di settimane. Oggi, la priorità è il match di domani. Ma allo stesso tempo devo pensare al medio-lungo termine. L’unico modo per darmi una possibilità di tornare al livello che voglio è lavorare. Il match di oggi non è stato così duro dal punto di vista fisico, quindi ho pensato che un po’ di lavoro in più avrebbe potuto aiutare”.
D: Domani c’è di nuovo Shapovalov, nello stesso torneo dell’anno scorso, nello stesso turno. Cosa ti ricordi del match dell’anno scorso? Come vedi le cose per quello di domani?
Nadal: “L’anno scorso sono stato super fortunato in un match che lui ha avuto nelle mani in tanti momenti. Mi sembra sia stato un miracolo vincere. Oggi la cosa importante non è il giocatore che ho di fronte ma i miglioramenti che faccio giorno dopo giorno. Sarà un’altra possibilità per giocare meglio di oggi. L’obiettivo ora è quello di alzare il mio livello, sarà un bel test per farlo, contro un grande giocatore”.
D: In corso c’è un dibattito sull’opportunità di togliere i punti ATP e WTA a Wimbledon a causa del ban per i giocatori russi. Quale è la tua opinione a riguardo?
Nadal: “Non ho un’opinione precisa a riguardo. Preferisco non rispondere in modo diretto. Ci sono alcune conversazioni private in corso nell’ATP Council riguardo a questa cosa e penso non sia giusto renderle pubbliche. L’unica cosa che possiamo fare è rimanere in contatto con Wimbledon e il management dell’ATP per fare le cose più funzionali al fine di proteggere ogni singolo giocatore. Il nostro lavoro è quello di proteggere i giocatori e lavorare per il beneficio di ognuno di noi”.
D: Però si parla anche di congelare i punti per i russi e i bielorussi piuttosto che togliere i punti a tutti quanti. Sembra sia più giusto. Tu che pensi?
Nadal: “So che per voi giornalisti questo è interessante, perché è un tema di attualità. Ma oggi io sono a Roma. Wimbledon è distante alcune settimane. Oggi non penso a questo. Come ho detto, nell’ATP Council si lavora per proteggere ogni singolo giocatore. Ogni scelta che si farà non sarà perfetta. Su questa cosa preferisco non dire la mia opinione in pubblico. Meglio lavorarci sopra a fari spenti e poi vedremo”.
D: Iga Swiatek ha detto che dopo l’Australian Open le hai mandato un messaggio di incoraggiamento, il che è stato molto importante per lei. Lei ora è la n.1 del mondo, ha vinto quattro tornei di fila. Perché ti sei sentito di mandarle quel messaggio? Cosa pensi della sua incredibile stagione?
Nadal: “Sta facendo cose straordinarie, no? Gioca molto bene e vince ogni torneo che gioca. Vincere Indian Wells e Miami di fila è molto difficile. Sono felice per lei. E’ una ragazza spontanea e naturale. Bello avere ragazze così nel tennis”.
D: Riguardo ad Alcaraz, è più forte del Rafa 19enne?
Nadal: “Non lo so, amico. Mi sono dimenticato di come giocavo io a quell’età. Non posso parlare ogni giorno di chi è più forte tra noi. L’unica cosa che possiamo fare è goderci la carriera di un grande giocatore come Carlos. Sarebbe meglio che la smetteste di paragonarlo a me, anche se può essere interessante. Se sarà in grado di vincere 25 Slam sarò felice per lui e per la nostra patria. Ma ora lasciamolo lavorare. Io mi sono goduto la mia carriera. Penso di poter essere felice per come l’ho gestita. Ora tocca a lui gestirla come crede. Non possiamo passare il tempo a pensare a come ero io, o come è lui. Oggi lui è quello che è, un giocatore fantastico. Ma non mettiamogli pressione addosso. Non chiedetemi tutti i giorni di lui, altrimenti ripeterò la stessa cosa. Sono super contento di avere un giocatore lui nel mio paese ed è un’ottima cosa anche per il nostro sport, anche parlando da spettatore. Ma per ora sto ancora giocando. E sono concentrato su quello che devo fare, punto”.
D: Pensi di poter essere pronto per una semifinale con Djokovic?
Nadal: “Se arrivassi in semifinale vorrebbe dire aver vinto tre match. Quello che penso è a fare meglio giorno dopo giorno. Non sto scendendo in campo con l’obiettivo di vincere tornei, anche se parliamo di tornei storici per il nostro sport; non è giusto prenderli come preparazione per altri. Ma è un momento particolare per me. Sono stato infortunato per sei settimane senza poter prendere in mano una racchetta. Prima di Madrid non ho fatto una vera e propria preparazione. Dopo un infortunio solitamente faccio una preparazione a casa mia, stavolta invece la sto facendo durante i tornei. A casa ho fatto proprio solo allenamenti base. So che sto per affrontare giocatori fortissimi, ma ora come ora sto pensando solo a migliorare, perché se miglioro ho le mie possibilità per fare bene. La cosa più importante è accrescere la propria forma. Se arrivo in semifinale vorrà dire che ci sto riuscendo”.
D: Come ti trovi col pubblico?
Nadal: “Ho vinto la prima volta nel 2005, conosco questo posto da tanto tempo. E’ un posto che amo, penso che la gente apprezzi la mia carriera. Mi piace molto essere qui e mi trattano tutti in modo fantastico”.
D: Cosa ti manca in particolare per essere al top?
Nadal: “Tante cose, ora devo solo lavorare per arrivare a un livello ottimo il prima possibile. Ogni vittoria aiuta, stare in campo a competere anche. Quando riesci a mettere insieme qualche vittoria sale la fiducia e sale il ritmo, automaticamente. E’ quello che sto cercando di fare: giocare, migliorare senza pensare molto ma preoccupandomi solo di quello che devo fare per migliorare”.
D: Se potessi decidere tu, come sistemeresti questa parte della stagione, che vede tanti tornei uno dietro l’altro?
Nadal: “Non lo so, è una domanda interessante ma l’argomento è ampio e in ogni caso non ho la possibilità di scegliere io. E’ chiaro che ci piacerebbe avere più tempo tra un torneo e l’altro. Ma non succede solo tra Madrid e Roma che non ci sia spazio, bensì anche tra Montreal e Cincinnati. Non possiamo parlare di un solo torneo o solo della parte della stagione su terra. E’ un argomento che va analizzato a 360°. Il calendario è di dodici mesi e ogni torneo è importante perché rappresenta un posto di lavoro per tante persone. Il problema per noi giocatori è che abbiamo tornei obbligatori, Slam o Masters 1000 per otto mesi l’anno. Abbiamo due mesi e mezzo “liberi” da gestire nel modo più saggio, senza avere la sensazione di perdere la possibilità di giocare perdendo anche posizioni di classifica. Ciascuno deve organizzare il calendario nel modo che si considera più conveniente; dire che un torneo non deve esserci è complicato perché il tennis muove tantissimo a livello economico”.