Nella conferenza stampa dopo il suo match contro Pedro Martinez, Jannik Sinner ha parlato con la lucidità dei veterani navigati. La sua placidità nel rispondere alle domande dei giornalisti può tradire la sua giovane età, come se pesasse ogni singola parola da pronunciare. Le domande spaziano dai suoi progressi “Sono come su una montagna. Sono alte da scalare; ho tanto ancora da andare su, tanto margine di miglioramento. Ma se mi guardo giù vedo solo cose positive.” Fino ad arrivare al suo prossimo avversario/mentore Fabio Fognini con cui ha esordito in Davis.
SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Jannik Sinner al microscopio
D. Prima hai detto che Fognini ti ha aiutato in Davis. A parte la rivalità calcistica, avrai qualche motivazione in più per giocare contro Fabio?
Sinner: Come ho detto mi ha aiutato molto in Coppa Davis, per me era la prima volta, e lui e Simone Bolelli mi hanno aiutato tanto. Mi hanno insegnato tanto ed è anche grazie a loro se ho fatto quello che ho fatto a Torino. Domani (mercoledì) sarà una partita dura con tanta gente che ci verrà a vedere, speriamo che sarà anche una bella partita.
D. Quando hai iniziato a lavorare con Simone Vagnozzi la prima cosa su cui hai lavorato è provare ad andare a rete con i primi colpi nello scambio soprattutto nelle situazioni comode di punteggio. Quanto manca per assimilarlo anche in altri momenti della partita?
Sinner: Sicuramente stiamo facendo tattica prima dei match, per vedere come gioca l’avversario. Ma principalmente stiamo sul mio gioco, su quello che devo fare, non sempre riesco ad andare a rete. Cerco sempre di non dare ritmo al mio avversario. Oggi è stata una partita del genere, non una bella partita certo, ma quando ho dovuto alzare il mio livello l’ho alzato. Ora vedremo domani (mercoledì) cosa c’è da fare.
D. Ti ho visto fare serve and volley sul 40-0. In quelle situazioni non prendi di sorpresa l’avversario, volevo sapere se studi i momenti per farlo oppure no?
Quando sono 40-0 sono certamente più tranquillo, come il mio avversario. Vedremo in futuro come approccerò a queste situazioni.
La ultime domande si consumano intorno alle caratteristiche di Jannik, che dovendo descriversi si definisce uno a cui “piace stare nella difficoltà” e a cui “piace la competizione”. In conclusione una domanda su cosa faccia meglio o peggio Fognini: “Ve lo dico domani, sicuramente si muove molto bene, soprattutto in avanti, ma devo sentirlo in campo, è difficile dirlo così“.