[1] Swiatek b. [16] Azarenka 6-4 6-1
Non tradisce le attese la sfida tra la numero uno del mondo Iga Swiatek e la ex numero uno Viktoria Azarenka. Le due tenniste si sono date battaglia in un Centrale sempre più pieno col passare dei minuti e con la tennista polacca spinta dall’incessante sostegno dei suoi connazionali, specialmente in un primo set estremamente complicato per Swiatek e dalla durata chilometrica, quasi un’ora e mezza. E’ stata una partita molto dura, più dura di quel che dica il punteggio, ma alla fine Swiatek ha fatto sua la 25esima vittoria consecutiva sul circuito WTA.
La tennista bielorussa parte fortissima, ed approfitta di una seconda molto deficitaria di Swiatek per breakkare in avvio. La posizione in risposta di Azarenka è infatti molto avanzata, e crea problemi a Swiatek, sempre travolgente dal lato del dritto ma non ancora dominante col servizio. La polacca va così sotto di due break, ma è brava a reagire controbreakkando immediatamente per l’1-3. La questione però non è conclusa, e Azarenka ha molto da rimproverarsi sulla palla break mancata che l’avrebbe portata sul 4-1 e servizio. Nel game che decide il primo set Azarenka si porta a palla break con due risposte vincenti di rovescio, ma Swiatek alza il livello del suo tennis, e nonostante un doppio fallo scampa tre palle break pesantissime. Il break mancato pesa sulla psiche di Azarenka, con Iga che tra i cori in polacco dei suoi tifosi sale a tre palle break. La prima vola via con una bella palla corta di Azarenka, ma, complice uno spettatore che disturba la bielorussa dietro di lei non sedendosi, arriva il break con il doppio fallo di Azarenka ormai deconcentrata. In un set ormai infinito Vika trova le energie per annullare quattro set point e breakka con un dritto sbagliato di Swiatek. La numero uno del mondo però lo è per un motivo, e con un dritto dopo una palla aggiustata dal nastro si prende altre due palle set. Sulla prima è brava Azarenka, ma sulla seconda la bielorussa affonda il rovescio in rete e consegna il set alla tennista polacca.
Alla maratona del primo set non ne segue una seconda. Azarenka attenta al servizio della polacca ancora una volta ad inizio set, e breakka con un errore di rovescio della sua avversaria, sicuramente il lato meno sicuro oggi di Swiatek. Iga risponde imponendo il suo ritmo forsennato, e si conquista due palle break con un dritto molto pesante. Il tentativo della tennista polacca va a segno grazie ad un rovescio in rete della bielorussa, che entra in rottura prolungata e complice uno smash molto complicato messo a segno da Swiatek deve salvare altre due palle break per non andare sotto di due break, convertite alla prima occasione con l’ennesimo rovescio sbagliato di Azarenka, che in risposta ai tanti errori si prende a racchettate sull’adduttore. Diventa un gioco da ragazzi per Swiatek prendersi il terzo break consecutivo, e chiudere agevolmente il match con un servizio vincente. E le tante bandiere polacche presenti tra i tifosi probabilmente avranno ancora modo di sventolare tante volte questa settimana, dato che Swiatek non perde una partita da metà febbraio (contro Ostapenko a Dubai) e non sembra poter fermarsi. Per lei ora nei quarti la canadese Bianca Andreescu, apparsa in buona forma questa settimana romana.
[3] A. Sabalenka b. [13] J. Pegula 6-1 6-4 (Cipriano Colonna)
La leonessa di Minsk, Aryna Sabalenka, ha potuto disporre a suo piacimento della recente finalista nell’altura madrilena: Jessica Pegula. Un 6-1 6-4 in poco più di un’ora di gioco che ha mostrato una versione imballata e anche svuotata, dalle fatiche e dal risultato raggiunti in terra spagnola, sia in termini fisici che mentali. La n. 11 del mondo ha addirittura perso il proprio turno di servizio per 6 volte in 9 game complessivi alla battuta – 4 su 4 nel primo set. Meriti però alla ex n. 2 delle classifiche che si è riproposta sui livelli che le competono – anche i numeri lo confermano: 32 vincenti a fronte di 11 unforced e soprattutto saldo in pari tra ace e doppi falli (6) -, esibendosi nelle sue consuete sfilettate da fondo, ma potendo giocare anche più libera psicologicamente visto il punteggio, ha offerto anche delle variabili al suo gioco contraddistinto principalmente da volenti verticalizzazioni, variando le traiettorie grazie all’uso del top spin e ad affidandosi infine anche a delle ottime smorzate – sintomo che possiede una buona manualità, che può essere alternata alle solite botte.
Per la bielorussa, che l’anno scorso si era fermata in ottavi, l’approdo ai quarti diventa il migliore risultato ottenuto tra le imponenti statue del Foro Italico. Quarti di finale raggiunti invece dalla 28enne di Buffalo nell’edizione 2021, la quale adesso dovrà recuperare dallo sforzo profuso per giungere al suo primo atto conclusivo in un WTA 1000. Però comunque nonostante la sconfitta può consolarsi con una stagione molto positiva per lei finora con anche i quarti in Australia e la semifinale a Miami, più la ciliegina del best ranking. Aryna è invece è alla ricerca della costanza in un incerto 2022, che l’aveva vista dare dei segnali con la finale di Stoccarda. Poi però è arrivato il pessimo Mutua Madrid Open – contro Anisimova. Vediamo se Roma può rappresentare il tappo che si stappa e lascia scorrere nel bicchiere dei risultati il suo tennis.
IL MATCH – Nel primo set sostanzialmente non c’è partita. La neo finalista del WTA di Madrid subisce una leggendaria ripassata dal portentosa Sabalenka. Un 6-1 in 25 minuti senza discussione e senza possibilità d’appello per Pegula. Anche se la statunitense con un moto d’orgoglio sul 5-0, evita il bagel e strappa per la prima volta il servizio alla bielorussa. Ma la tds n. 13 è rimasta negli spogliatoi e perdendo il quarto turno di battuta su altrettanti giocati confeziona con tatto di fiocco la prima frazione alla n. 8 del mondo. Aryna si è dimostrata in totale trance agonistica finora, talmente in fiducia – aiutata anche dagli errori di Jessica – da mettere sul campo un tennis vario e completo. E se l’ex n. 2 del ranking oltre ad affidarsi alla potenza bruta, alla forza dirompente; abbina anche qualche colpo in più lavorato da fondo con alcuni giri di rotazione non comuni al suo gioco, beh per tutte le altre c’è da preoccuparsi e non poco. La n. 8 si esibisce dunque in accelerazioni piatte al fulmicotone alternate a palle cariche di top spin, per di più usufruendo di traiettorie ben diverse tra un’esecuzione radente il nastro ed un una con maggiore margine. La n. 11 delle classifiche sembra finalmente entrare nell’incontro ad inizio secondo parziale, tanto da riuscire a procurarsi due palle break nel terzo game; sbloccando dal lato fisico visto che fino al qual momento aveva fatto grande fatica a livello di mobilità.
Oggi il servizio è però per la bielorussa più delizia e punto di forza risolutivo che croce e mannaia demoniaca, e così le chance vengono frantumate benissimo dalla giocatrice in battuta. Ma l’americana è in una di quelle classiche giornate no, che se pure riesce ad invertire la rotta ritrovando solidità, qualsiasi segnale di ripresa si rivela poi essere un fuoco di paglia. Ecco che appunto arriva il sesto gioco, dove Pegula mette insieme una serie di perniciosi gratuiti – tra due dritti, di cui il primo perso in lunghezza da fondo ed il secondo in avanzamento facendo scendere troppo la palla – conclusi da un doppio fallo sanguinoso. 4-2 e strappo che viene confermato senza problemi dalla tennista priva di bandiera.
Adesso, dopo che si era avuta la sensazione e la percezione ad inizio secondo set di poter assistere ad una frazione equilibrata, tutto lasciava presagire una tranquilla gestione ed amministrazione da parte della 24enne di Minsk. Invece complice una Pegula finalmente più continua in risposta e conseguentemente una Sabalenka un po’ scesa a livello di percentuali con la prima di servizio, la nordmamericana prima rimane in scia e poi piazza il contro break sul 5-3 con l’avversaria in battuta per chiudere i conti. Ma come detto già in precedenza quando in campo non si ha il giusto feeling, si possono avere soltanto fiammate isolate e sporadiche. Pegula, nonostante in questo secondo set grazie al costante e puntuale ricorso alla prima al corpo era riuscita a tenere più agilmente i suoi turni con il fondamentale d’inizio gioco, nel nono game sul 30-30 mentre serviva per prolungare la sfida, prima subisce una debordate riposta della leonessa di Minsk e si è scioglie ancora con il doppio fallo sul match ball (come era accaduto nell’altro break del set). 6-1 6-4, di sana follia per Sabalenka e di completa congestione fisica e mentale di Pegula, in 67 minuti.