Cari lettori, il mio editoriale odierno era in pratica riassunto nel video che avevo fatto pochi minuti dopo la sconfitta di Sinner con Tsitsipas. Ma un problema tecnico interno ha fatto saltare il video che viene proposto questa mattina e per quanto riguarda la prima partita di quarti di finale giocata da Jannik a Roma – e sono sicuro che sia stata la prima di molte -ho espresso a voce quel che penso.
E cioè che Sinner ha giocato un primo set alla pari con il miglior Tsitsipas della settimana. E’ arrivato a due punti dal vincere quel primo set, 5 pari al tiebreak dopo un’ora e 24 minuti di tennis carico e intenso e ha avuto più occasioni lui, una volta recuperato il break iniziale, che non l’ateniese.
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E Tsitsipas deve al suo gran servizio, puntualissimo nei momenti chiave, se è arrivato incolume al tiebreak.
Poi c’è stata, proprio nell’ultimo punto del tiebreak, una mini-lussazione all’anca – io spero che sia mini, sulla base di quanto mi ha fatto capire al volo Simone Vagnozzi – e nel secondo set Jannik è stato incapace di difendersi.
Ma l’aver fatto match pari con il vincitore di Montecarlo, così come a Montecarlo aveva fatto match pari con Zverev, mi pare sia un ottimo segnale. Si sta parlando infatti, dei due giocatori che sono i principali e più seri candidati, insieme al fenomeno Alcaraz e al più esperto Medvedev, a succedere ai Fab.
Entrambi, Zverev e Tsitsipas che si affrontano oggi in semifinale (7-4 per il greco il bilancio per il greco che conduce 3-1 sulla terra rossa ma ha perso a Madrid l’ultimo duello) sono un bel po’ più esperti di Jannik. Il tedesco ha quattro anni di più. Il greco tre.
E se si considerano gli indubbi progressi che già in pochi mesi Jannik sembra aver fatto anche come approccio mentale e strategico alla partita con lo studio delle caratteristiche dell’avversario, con la mentalità più propositiva che si appalesa con qualche attacco in più – e pazienza se per ora sbaglia ancora volée quasi elementari – con qualche serve&volley, con diverse smorzate (credo di avere annotato… cinque su sette vincenti), mi sembra che sia giusto essere ottimisti sul suo avvenire.
Vero che ha perso 12 match su 12 con i top-five, ma vero anche che è regolare nel battere tutti quelli classificati peggio di lui ed è costante nell’andare avanti nei tabelloni cui si iscrive. E’ solido.
Io non ricordo di aver mai conosciuto un tennista che a 25 o 27 anni non avesse fatto progressi, tecnici, fisici, mentali, rispetto a quando ne aveva solo 20.
SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Jannik Sinner al microscopio
La mano di Jannick non è quella di Fognini e di Alcaraz? No, non lo è e probabilmente non avrà mai lo stesso tocco di palla, ma ci si avvicinerà cammin facendo. Già ieri alcune smorzate hanno mostrato una sensibilità che solo qualche mese fa non aveva. E a furia di provare a farle, migliorerà sempre. Deve avere fiducia lui in se stesso, dobbiamo avere anche noi fiducia e pazienza.
Jannik era una delle sei teste di serie comprese tra le top-ten ad aver raggiunto i quarti. Sei su otto, fra cui tre dei top-5 che sono tutti e tre in semifinale insieme a Casper Ruud n.10, hanno giocato i quarti. E uno solo degli otto, il cileno Cristian Garin, non è mai stato top-ten.
Infatti oggi giocano le semifinali Djokovic e Ruud e prima di loro Zverev e Tsitsipas. Parterre de roi.
Un super torneo quello di Roma. Il n.1 del mondo Nole Djokovic ha onorato il suo ruolo vincendo in notturna contro Auger Aliassime il miglior match di del torneo fin qui. Le standing ovation si sono sprecate. Vincendo Djokovic si è assicurato la leadership ATP anche per la prossima settimana. Altrimenti si sarebbe seduto sul trono Daniil Medvedev. E la cosa non mi avrebbe entusiasmato. Perché quando diventa n.1 qualcuno che non gioca – come è successo anche a Djokovic quest’anno quando si è ripreso il suo scettro dalle mani di Medvedev mentre c’erano i tornei di Indian Wells e Miami che lui non poteva giocare – la grande massa dei non addetti ai lavori non capisce l’arcano.
PREVIEW SEMIFINALI MASCHILI
PREVIEW SEMIFINALI FEMMINILI
Djokovic ha vinto questo torneo 5 volte, la metà di Nadal, Zverev l’ha vinto nel 2017 e fatto finale l’anno dopo e i quarti un anno fa. In 5 anni un ruolino di marcia di tutto rispetto. Tsitsipas ha raggiunto le semifinali per la seconda volta, un anno fa si era fermato nei quarti.
Oggi vedremo quali quote approntano i bookmakers. Sono curioso di vedere se Djokovic è sempre il favorito n.1. Probabilmente sì, anche peprchè dei quattro superstiti, Ruud sembra il vincitore finale meno probabile.
Era la terza volta che c’erano due canadesi nei quarti di un Mille: era accaduto a Miami 2019 quando Aliassime aveva perso da Isner e Shapovalov in semifinale da Federer. Nel 2003 a Montreal si erano incontrati in semifinale Raonic e Pospisil. Stavolta però in semifinale non c’è andato né Shapovalov, battuto da Ruud, né Aliassime.
Finora dei quattro semifinalisti i due soli ad aver già vinto a Roma Djokovic e Zverev, sono anche i soli a non aver perso neppure un set.
Però mentre Djokovic ha battuto due volte su due Ruud, e sempre in Italia, a Roma e Torino, Zverev – come abbiamo visto – ha sì battuto Tsitsipas l’ultima volta, ma ci ha perso 3 su 4 sulla terra rossa.
Nel torneo femminile prosegue, apparentemente inarrestabile, la marcia della polacca Swiatek che con 26 vittorie di fila eguaglia strisce di Justine Henin e Venus Williams, e però vatti a fidare della Sabalenka quando la bielorussa ingrana la marcia, mentre nella metà bassa la Jabeur, giunta alla seconda semifinale di fila di un Mille, mi pare in grado di battere la Kasatkina che pure sta disputando un grande torneo, all’altezza di quando era salita a top-ten. Oggi è n.21. Per poco. Con la Kasatkina ho parlato un po’, anche perché mi incuriosiva il fatto che gioca con la Artengo, come Gael Monfils. Leggerete prossimamente una mini-intervista della simpatica ed estroversa ragazza russa nata a Togliattigrad ma che non ha la minima idea di chi fosse Palmiro Togliatti.
Sono certo che questo sabato vedremo quattro grandi semifinali. E devo dire che il pubblico romano, che sta battendo ogni record di incasso e di presenze al Foro – sempre più di 34.000 spettatori al giorno – costituisce con il suo entusiasmo, la sua rumorosa partecipazione, uno spettacolo nello spettacolo. A dispetto di una endemica povertà di servizi, assistenza e attenzioni per la stampa straniera rispetto a tutti i tornei della stessa categoria, quasi tutti i colleghi passano sopra a tanti difetti organizzativi –ieri è saltata nuovamente la connessione Wi-Fi, come il giorno prima e chi faceva tv è rimasto a lungo privo degli abituali supporti statistici – perché Roma, il Foro Italico, la folla, i giovani, fanno di questo torneo una gemma quasi unica.
Mancherà Sinner ma stasera tardi potremo fare le ore piccole con Bolelli e Fognini che, come il buon vino, invecchiano – 71 anni in due, 36 più 35 – assumendo un sapore più rotondo.
Ieri hanno battuto al tiebreak del terzo set due tedeschi che magari dicono poco al grande pubblico, Krawetz e Mies, che tuttavia hanno vinto in doppio due Roland Garros di fila, 2020 e 2021. Stasera però con i croati Pavic e Mektic, sarà dura.