Il passaggio di Gael Monfils in casa Artengo, il brand del tennis di Decathlon, era stata una notizia importante a inizio anno. C’era curiosità per capire con quale telaio avrebbe affrontato la stagione il tennista francese, la risposta è Artengo TR960 Control Tour, oggetto di questo test. Si tratta di una racchetta molto ben curata dal punto di vista del design, non la distinguereste da modelli di altri brand se non faceste caso alla vistosa scritta ARTENGO su uno dei lati del telaio, e come vedremo questo modello rappresenta un’ottima soluzione per i giocatori avanzati, sempre tenendo presente la questione prezzo. L’accessibilità è difatti la più grande innovazione di Decathlon e anche questa racchetta non è eccezione avendo un prezzo di 109 euro, praticamente il costo di una racchetta da junior di questi tempi. Detto dell’estetica della racchetta, colorata di nero satinato con una parte grigia sul cuore e delle serigrafie quasi impercettibili, il telaio è un modello boxed, sottile e flessibile. Fra le tencologie adottate è presente MPO, che dà stabilità al piatto corde.
CARATTERISTICHE TECNICHE
Head size: 97,6 inch2
Peso: 305g
Bilanciamento: 315 mm
Swingweight: 316
String Pattern: 16×19
Rigidità: 62 RA (rilevata)
Profilo: 21 mm
Lunghezza: 68.5 cm
PROVA IN CAMPO
Le prime sensazioni in campo sono quelle di avere in mano una racchetta che si rivolge a tennisti che sanno bene cosa fare e come sfruttarla. Non c’è potenza che si ottiene facilmente, il telaio preferisce rispondere precisamente agli input forniti dallo swing. TR960 fa uscire la palla dal piatto corde in maniera molto fluida, gli impatti sono morbidi per via della rigidità a quota 62 punti, un dato che centra un ottimo equilibrio in termini di stabilità del telaio all’impatto, e quindi controllo, e comfort di gioco.
Non è una racchetta costruita per generare topspin esasperato. Si capisce che fra le mani si ha un telaio per il giocatore dai colpi ben definiti e che predilige un gioco a tutto campo, la racchetta ama usare il topspin solo per tenere in campo la palla, senza esasperarlo troppo, lo schema d’incordatura 16X19 va comunque incontro a chi ama arrotare la palla. Nei colpi piatti si ha la resa migliore da fondo, anche perché la caratteristica migliore della TR960 è il controllo: sembra di avere per le mani uno dei telai classici, i 21 millimetri costanti di spessore sono una garanzia in tal senso.
Sembra più leggera di quel che è in realtà, e cioè 305 grammi, e questo si traduce in una maneggevolezza che si ricollega a quanto detto prima sulla finalità del telaio, e cioè che nasce per il gioco a tutto campo, per chi ama costruire il punto da fondo e poi cambiare ritmo per finirlo a rete. In questo senso colpisce l’equilibrio del telaio, che risponde bene alle soluzioni. In fase difensiva il piatto 98 risponde presente quando si decentrano i colpi, aiuta anche lo schema corde molto largo rispetto ad altri 16X19. Anche nei colpi di volo le esecuzioni piatte sono quelle che hanno la rese migliore. Per ottenere grandi risultati in termini di kick al servizio c’è da lavorare parecchio.
Rispetto alle concorrenti (Wilson Blade, Babolat Pure Strike, Yonex VCORE Pro), la sensazione è di avere un telaio con le stesse caratteristiche ma più facile a livello di giocabilità e meno esigente in termini di prestanza fisica da abbinare al telaio se si pratica un gioco in spinta da fondo in maniera continua. Un telaio quindi molto equilibrato, diremmo.
CONCLUSIONI
La TR960 è il telaio più impegnativo di Artengo, e finalmente l’agonista esigente può pescare in casa Decathlon una soluzione tecnicamente ineccepibile e a un prezzo imbattibile rispetto alla concorrenza.