Ancora una volta il…sesto re di Roma è stato più forte del…secondo principe di Montecarlo. Djokovic ha sconfitto Tsitsipas per la quinta volta su cinque sulla terra battuta: due volte a Roma, due volte a Parigi, una volta a Madrid.
Davvero “not too bad” Nole Djokovic che trionfa per la sesta volta in 12 finali romane, in quella città e nazione che lui chiama “La mia seconda casa, perché da nessuna altra parte come qui mi sanno trasmettere energia positiva, entusiasmo…Quando non vinco… arrivo in finale, o in semifinale! (tre volte nei quarti…;n.d.UBS) Insomma qui gioco sempre bene e ora sì, dopo tutto quello che è successo all’inizio di quest’anno, la vicenda australiana, parto per Parigi sentendo di essere uno dei grandi favoriti al Roland Garros”.
Nole “Not too Bad” ha vinto il torneo, sei mesi dopo l’ultimo titolo conquistato a Bercy, ma per l’appunto nello stesso pomeriggio in cui suo figlio Stevan ha vinto a 7 anni il suo primo torneo a Belgrado…
“Abbiamo fatto il Double Sunshine!” ha scherzato Nole (alludendo all’accoppiata dei due Masters 1000 Indian Wells-Miami). Da papà orgoglioso del primogenito che sabato sera in videochat gli aveva fatto vedere nell’ombra dritti e rovesci senza racchetta, Nole non avrebbe mai smesso di parlarne.
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“Cerco di prendere da lui l’energia pura, l’energia dei bambini, e di alimentare il bambino che sono dentro, perché tendo a a dimenticare. Tutto è così serio. E’ la nostra professione. E’ il nostro lavoro. Si deve essere così. Si deve essere disciplinati. A volte prendiamo la vita troppo sul serio. I bambini – e lui ne ha due, un figlio e una figlia – mi rinfrescano quella connessione, quell’energia pura”.
Beh, un’energia che funziona. Nole questa settimana ha trionfato al Foro Italico senza perdere l’ombra di un set: 6-3,6-2 a Karatsev, 6-2,6-2 a Wawrinka, 7-5,7-6(1) a Auger Aliassime, 6-4,6-3 a Ruud, 6-0,7-6(5) a Tsitsipas. Mai ha dato l’impressione di poter perdere. Semmai – e ciò mi aveva instillato qualche dubbio – si era ogni tanto un po’ distratto. Ad esempio quando doveva battere per chiudere un set con Aliassime; quando era avanti di un paio di break con Ruud e ne mollava uno per strada. Per questo pensavo che Tsitsipas potesse, se fosse riuscito a giocare come nel primo set contro Sinner e soprattutto come nel secondo e nel terzo contro Zverev (che però gli aveva dato una bella mano con quei doppi falli nei momenti dei break), a metterlo in difficoltà
Ma il serbo non ha sofferto alcuna lezione di greco. Gli ha anzi dato un terribile 6-0 in 30 minuti, simile a quel 6-0 che in Australia 2019 Tsitsipas aveva incassato anche in semifinale da Nadal (6-2,6-4,6-0) dopo che aveva sorpreso Federer. E un primo set ancor più brutto di quello che Stefanos aveva giocato con Zverev. Tanto che sul 3-0 e doppio break ha mandato in frantumi la racchetta, beccandosi l’inevitabile warning. A fine primo set la percentuale dei punti vinti con la prima palla da Djokovic era del 90%, quella di Tsitsipas del 36%.
Tuttavia poi anche con Tsitsipas ecco Djokovic accusare una piccola grande pausa. Dopo che nel primo set non aveva perso che 3 punti sul proprio servizio – e sul tabellone che riportava le statistiche del primo set ne era comparsa una che segnalava uno 0% di punti fatti con la seconda di servizio! – è stato brekkato nel quarto game, 1-3 e poi Tsitsipas ha avuto anche la palla del 5-1. Erano trascorsi 57 minuti: lì Djokovic ha messo a segno un rovescio incrociato coraggioso e fantastico. Fosse andato sotto 5-1 il set sarebbe stato quasi impossibile da recuperare. Ma, come detto, la casella dei set persi per Nole è rimasta immacolata.
Anche l’altra tennista n.1 del mondo, Iga Swiatek, ha vinto il torneo, il quinto di fila, cogliendo la vittoria consecutiva n.28 battendo nettamente 6-2,6-2 Ons Jabeur e senza cedere un set in cinque “passeggiate”: tre game lasciati alla Ruse, 5 alla Azarenka, 6 alla Andreescu, 3 alla Sabalenka, 4 in finale alla Jabeur. Impressionante.
La ragazza polacca che nasconde la fronte alta sotto all’immancabile cappellino dalla tesa straordinariamente lunga – vederle gli occhi in tv non è facile – ha vinto gli Internazionali d’Italia per il secondo anno consecutivo…Beh l’anno scorso aveva vinto la finale con la Pliskova con un 6-0,6-0 a dir poco imbarazzante. Così stavolta avendo vinto appena 6-2,6-2 deve essersi proprio spaventata, al punto che trasformato il punto finale si è inginocchiata come in preghiera – in Polonia la religione è una cosa seria e non solo per via di papa Wojtila – per un tempo improbabile, singhiozzando come se avesse vinto 7-6 al terzo dopo aver annullato 6 o 7 matchpoint.
Finalmente si è rialzata, ha salutato con un piccolo gesto il pubblico e poi, sempre piangendo, si è buttata tra le braccia del suo coach Tomasz Witkorowski e della sua inseparabile psicologa Daria Abramovicz.
E seduta sulla sedia mentre aspettava che si svolgesse la premiazione ha continuato a tenere il viso nascosto dietro l’asciugamano del torneo – Valmora, scusate l’inciso commerciale eh – e a piangere. Neppure quando aveva vinto il suo primo Roland Garros aveva mostrato tanta emozione. E nemmeno nei precedenti e recenti 4 tornei vittoriosi.
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Quasi che non fosse abituata a vincere. Ma ci avrebbe poi detto che sentiva comunque una grande pressione. Se non ho con lei la confidenza per dirle “Not too bad!” posso sempre dirle “Niente male!” così magari prima di vincere qui l’anno prossimo per la terza volta impara due parole di italiano. Il più famoso telecronista polacco, Thomasz Tomaszewski – se ho azzeccato lo spelling mi autoerigo un monumento – l’italiano lo parla piuttosto bene (anche perché a suo tempo fece il modello a Milano) e potrebbe aiutarla a spiccicare un paio di parole per la prossima premiazione che, a quanto si è visto, è già più che pronosticabile anche per il 2023. Almeno.
L’altro n.1 del mondo e per la 370ma settimana invece nei miei confronti confidenza ne mostra sempre al punto che ieri in conferenza stampa ha detto “Qui tutti mi dicono “not too bad!, è molto popolare, Ubitennis dovrebbe avere un p.r.” …(e io ho proposto di ingaggiare il suo manager Dodo Artaldi che ovviamente mi potrei permettere di pagare molto più di Nole…) e, al di là degli scherzi e delle battute, Nole aveva ben ragione di essere felice, soddisfatto e ottimista visto che si sente ancora giovane, “mentally fresh, gli anni dell’età sono solo un numero”.
Sebbene Nole sia per 10 giorni il vincitore più anziano a Roma di tutta la storia del tennis open – lui aveva questa domenica 34 anni, 11 mesi e 23 giorni mentre Rafa Nadal quando vinse qui un anno fa aveva 34 anni 11 mesi e 13 giorni – la condizione fisica è eccellente e, ha tenuto a sottolineare, “A me le partite tre set su cinque non solo non mi spaventano, ma mi piacciono proprio”.
E giustamente L’EQUIPE, dopo che Novak ha vinto il Masters 1000 n.38 (record) titola: “Djokovic pret pour Roland Garros”– Djokovic è pronto per il Roland Garros – e all’interno “Epoque Renaissance”, Epoca Rinascimento, mentre per Iga Swiatek il titolo è “Swiatek seule au monde”, sola al mondo…perché non ha proprio rivali.
Lei vince tutto e a Parigi sarà la favorita n.1. Nelle ultime otto finali giocate ha perso di media 3,5 game a match!
Mentre i tre Masters 1000 sui campi rossi hanno avuto tre diversi vincitori, Tsitsipas a Montecarlo, Alcaraz a Madrid, Djokovic a Roma, giusto per complicare la vita a chi dovrebbe sbilanciarsi in un pronostico sul vincitore del Roland Garros.
La novità Alcaraz, soprattutto per il livello di gioco espresso, e proprio per trattarsi di una novità, ha sedotto tutti, come è normale che sia. Ma vincere uno Slam con partite 3 set su cinque, per un ragazzo di appena 19 anni, non è uno scherzo, anche se a Carlitos il fisico non sembra davvero mancare. E alle attenzioni quasi morbose di tutto il mondo del tennis ormai ha preso a farci l’abitudine.
A metà articolo chiedo ai lettori se si sono accorti come Ubitennis ha curato Instagram durante questo torneo. Con l’aiuto di appassionati che ci hanno fornito foto e situazioni curiose. Vorremmo espanderci anche su Tiktok…e stiamo cercando di formare un mini-team di giovani che vogliano cimentarsi insieme a noi. Scrivete a direttaubitennis@gmail.com se foste interessati.
Tornando alla finale…beh non è stata granchè. Secondo me, e anche secondo Tsitsipas quando glielo ho chiesto, colpa un po’ anche della pessima luce del “centrale” a quell’ora, fra le 16 e le 17,30. Il tabellone segnapunti, i riflettori sul lato di Montemario, gli alberi più alti e più bassi, si stagliano sul campo che diventa tutto luci e ombre, difficilissimo anche per giocatori che a differenza di Djokovic e Tsitsipas non portino le lenti a contatto. Figurarsi per loro. Soprattutto il greco ha steccato un’infinità di palle. Ma alcune anche Djoko. Mi chiedo se non si potrebbe cercare di fare qualcosa per migliorare quest’aspetto. Spostando quel potesse essere spostato, tagliando quel che si potesse tagliare. Non facile, ma il gioco ne risente. Almeno in quell’orario (che è quello delle finali).
NELLA SECONDA PAGINA DELL’ARTICOLO, CONSIDERAZIONI SUL TORNEO, SULLA STRUTTURA E