Le frecciate lanciate da Angelo Binaghi nei confronti del presidente del CONI Giovanni Malagò non sono state lasciate passare né dal diretto interessato né dal Governo, indirettamente chiamato in causa. Nel corso della conferenza stampa di chiusura degli Internazionali d’Italia, infatti, Binaghi ha accusato il collega di aver tentato di impedire prima la partecipazione di Novak Djokovic e poi quella dei tennisti russi e bielorussi sulla base – secondo il presidente della FIT – di una lettura erronea del comunicato del CIO sulla questione. Il tutto facendo pressione sul governo.
Secondo quanto scrive Repubblica, durante la consegna del Premio Bearzot 2022, Malagò ha espresso stupore per l’attenzione riservatagli durante il discorso di Binaghi di domenica che avrebbe dovuto concentrarsi su “quello di particolarmente significativo che è riuscito a fare in questi giorni il torneo. È stato fatto, ma sicuramente in modo marginale rispetto al peso che è stato riconosciuto al tema di un attacco inelegante, sbagliato, profondamente non vero e anche sgrammaticato sotto il profilo dei ruoli nazionali e internazionali”.
Non si fermato qui il presidente del CONI che, dopo aver fatto generica menzione dei rapporti di Binaghi con la politica negli ultimi anni, ha aggiunto che, in quanto membro, lui deve rispondere al CIO e “il Comitato è molto, molto attento e fiscale anche con chi lo rappresenta. Ho sempre detto che era un invito e non c’era nessun obbligo, perché conosciamo perfettamente la specificità, l’autonomia, la natura privatistica dei sindacati dei giocatori professionistici del tennis ATP e WTA, per cui l’ultima parola spetta a loro”.
Su questo argomento, insiste Malagò, Binaghi “non conosce o è stato mal consigliato”. E chiude definendo “ineleganti” i paragoni fatti da Binaghi sul tema incassi con altri eventi come il GP di Monza che, peraltro, aveva già replicato: “Lo svolgimento del Gran Premio di Formula 1, come negli anni trascorsi, viene realizzato con le sole risorse di ACI, che notoriamente non riceve alcuna forma di sovvenzione pubblica, al netto di un contributo parziale garantito dalla Regione Lombardia” sono state le parole di Giuseppe Redaelli, Presidente di Autodromo Nazionale Monza.
Infine, fonti di Palazzo Chigi (sempre citate da Repubblica) riportano che “con riferimento alle dichiarazioni del presidente della Federtennis Angelo Binaghi riportate dalla stampa, si precisa non rispondere al vero che il Presidente del CONI Giovanni Malagò abbia ‘chiesto al Governo di intervenire sull’autonomia dello sport’ e si conferma che i rapporti tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Coni sono contraddistinti da collaborazione istituzionale e da rispetto per le reciproche competenze e funzioni”.
Palla dunque rispedita al mittente che ci auguriamo eviti di ribatterla a sua volta perché il Roland Garros è alle porte – anzi, già sono partite le qualificazioni – e preferiremmo concentrarci sul tennis vero piuttosto che dover riportare battibecchi di chi pare giocare a chi ha il Palazzo più grosso.