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Davvero duro commentare un match dell’attuale Swiatek. Con la polacca in campo non si sviluppa mai un vera partita, i suoi punti filano via in fotocopia, è un monologo di Gassman, un assolo infinito di Hendrix. Difficile anche annotare qualche scambio particolare, chessò lottato o spettacolare: o chiude lei entro il terzo colpo o sbaglia l’altra sotto pressione.
È andata così anche con Alison Riske, oggi n. 43 ma nel 2020 salita anche al 18 del ranking. Alla statunitense l’esperienza dei 31 anni non è servita granché, Iga ha preso la cloche in mano dal primo game e ha condotto l’aereo sulla pista giusto un’ora più tardi, inanellando così la trentesima – sì, avete letto bene, trentesima – vittoria di fila. È iniziato tutto in febbraio col trionfo a Doha, poi il Double Sunshine, Stoccarda e Roma, cui si aggiungono due match vinti in Billie Jean King. L’ultima a battere la ventenne di Varsavia è stata Ostapenko a Dubai, tre mesi fa e comunque al tie break del terzo! Risultato, 7061 punti nel ranking WTA, 2000 in più della seconda, quella Krejcikova campione a Parigi l’anno scorso ma già fuori dal torneo.
Nel Roland Garros 2021 Swiatek aveva perso con Sakkari ai quarti, ma la greca era in stato di grazia e la n. 1 non ancora la schiacciasassi odierna. Ora che delle prime dieci teste di serie solo Badosa, Sabalenka sono approdate al terzo turno, la vittoria finale della polacca è solo forse più una questione di quanti giochi lascerà alle avversarie che altro.
Intanto rifila a Riske lo stesso trattamento riservato a Tsurenko, solo invertendo i set. La ragazza di Pittsburgh ha il suo meglio alle spalle, quest’anno finale ad Adelaide e poi solo ottavi a Miami, ma veniva dalla vittoria al primo su Yastremska, di certo in crisi d’identità eppure sempre tosta da domare: forse qualche aspettativa di match era verosimile, in realtà non c’è stata gara.
IL MATCH
[1] I. Swiatek b. A. Riske 6-0 6-2
In un Suzanne Lenglen moderatamente pieno e tiepido, terzo head to head tra Swiatek e Riske – parziale di 2-0 per la dominatrice del circuito, ca va sans dire. Parte subito aggressiva Iga, un gratuito di carburazione, tre vincenti e un ace. Riske soffre immediatamente al servizio, al secondo colpo è già lì che bascula da destra a sinistra, da sinistra a destra. I forzati arrivano in sequenza, l’americana ci mette del suo con un dritto lungo, palla break per Swiatek che i giudici di linea non hanno ancora preso posizione in campo. Dritto della polacca, 2-0 e copione del match già scritto. Nel game successivo Swiatek sfrutta la fenomenale capacità di impostare lo scambio già col primo colpo dopo il servizio, uno schema “maschile” che esibisce due volte volando in un fiat 3-0.
Le poche prime e i troppi gratuiti tolgono a Riske qualsiasi chanche di fare partita: ad aggravare il divario con l’avversaria, i movimenti inadatti alla terra e le scarse qualità in difesa. Non basta fare il tergicristallo per evitare il diluvio sotto la spinta di Iga.
Siamo a quattordici minuti di match e il tabellone racconta di un 4-0 crudele a favore della polacca.
A differenza di Riske, Swiatek inanella parecchie prime con cui fa punto diretto o chiude facile sul colpo successivo. Il servizio di Iga non è esplosivo come altre nel circuito, sennonché risulta precisissimo e le seconde in kick sono difficili da ammaestrare. Vista la ferocia del punteggio, la polacca pecca di eccessiva sicurezza e per sufficienza sbaglia una palla sopra la rete, è cosa rara per lei, non succederà più.
Un paio di attimi più tardi, con un dritto al volo Iga si procura due set point: alla Riske sfugge un sorriso prima di servire, come a dire, che posso fare? In realtà poco o nulla, se non limitare i gratuiti, viceversa un suo dritto atterra lungo e il primo parziale regala un 6-0 alla Swiatek: quindicesimo bagel in stagione su 92 set giocati, così, per gradire.
Una scorsa veloce ai numeri, per pura passione statistica. Saltano all’occhio quel 75% di punti vinti in risposta da Swiatek e quel 24/7 a suo favore nel computo dei punti totali fatti.
Si riparte con l’unica curiosità di vedere se verrà sgretolato il record di Steffi Graf contro Zvereva, sempre a Parigi nel 1988 : 6-0 6-0 in 32 minuti.
La musica non cambia, Swiatek gioca con tale scioltezza che sull’1-0 si distrae e al cambio di campo si siede di panchina. Ora Iga si sta accontentando di spingere senza quasi più cercare il vincente, sicura che al quarto, massimo quinto colpo Riske, sfiatata, sbaglierà. L’americana da parte sua cerca solo di tenere botta, evidente come non abbia il gioco – pure piuttosto sgraziato nelle movenze – per impensierire la rivale. Altri due breakpoint sul suo servizio e ancora basta il primo già che Alison, sbattuta in corridoio da un rovescio di Swiatek, manda fuori l’ennesimo rovescio: mezz’ora e 6-0 2-0, lo spettro di Zvereva ancora incombe.
Nei quattro giochi successivi però qualcosa cambia, aumenta la percentuale di prime di Riske e diminuisce quella di punti vinti in risposta da Swiatek. Vista la scarsa competitività dell’avversaria, la polacca ha fretta di doccia e massaggi, ma aumentano i suoi gratuiti e la Riske comincia a intascare almeno due punti a game, sciccheria per lei impensabile solo cinque minuti prima.
Al quarto gioco l’evento: Riske annulla il millesimo break point e con una buona prima si procura palla game; altra buona prima, risposta in rete di Swiatek e la trentunenne della Pennsylvania raccoglie l’ovazione del Lenglen per il primo gioco della giornata. Possiamo dire che Alison se l’è meritato tutto, ammirevole la sua voglia di stare in campo pur nella certezza di uscirne sconfitta.
Sul 4-2 Swiatek riprende a martellare, con rabbia quasi. Analizzandone i movimenti, sbalordiscono l’elasticità delle gambe e la velocità con cui si coordina, a tratti ricorda l’atletismo di Alcaraz, del quale peraltro imita anche la tendenza a colpire la palla quando ancora sale e la posizione molto dentro al campo, tanto dentro al campo che potrebbe prenderle tutte al volo.
Per un attimo abbiamo pensato che ci fosse una partita anziché un allenamento defatigante, Iga però rimette tutto in ordine con un gioco a zero: 5-2.
L’ultimo game è paradossalmente il più combattuto: due prime di Riske e 30-30. Non forzato dell’americana e primo match point per Swiatek, annullato con un ace di seconda dall’avversaria. Iga al solito fa e disfa, con due errori e due vincenti riporta il punteggio in parità. Ma un primo rovescio fuori di Riske, poi un altro in rete su una risposta profonda di Swiatek chiudono, verrebbe da dire ineluttabilmente, il match: 6-0 6-2, sforata l’ora, 61 minuti totali per la precisione, almeno un punto d’orgoglio per l’americana aver evitato il doppio bagel.
Nell’intervista post gara Santoro ha poco materiale narrativo, dunque stuzzica Iga sulla visita a Versailles di ieri. La giovane polacca sfoggia una certa brillantezza, confessando di essere stata incantata dalla perfetta simmetria della reggia reale. Lei ama la matematica e le piace quando tutto è in ordine: oltre che pressoché imbattibile scopriamo una Iga anche autocritica e, in un circuito femminile cosi stressante e stressato, un po’ di leggerezza proprio non guasta.