[17] L. Fernandez b. [27] A. Anisimova 6-3 4-6 6-3
Sara Leylah Fernandez l’avversaria di Martina Trevisan nel primo quarto della parte bassa del tabellone. La giocatrice canadese si è imposta in tre parziali per 6-3 4-6 6-3 dopo quasi due ore di gioco sulla tds n. 27 Amanda Anisimova. La tennista, classe 2002, è la seconda donna del suo Paese a centrare i quarti di finale all’Open di Francia da Eugenie Bouchard, la quale nel 2014 si spinse sino in semifinale. Inoltre per lei questo risultato rappresenta il secondo accesso alla seconda settimana di un Major, dopo la straordinaria cavalcata a Flushing Meadows. Il successo odierno, per la campionessa junior di tre anni fa in questo torneo, è arrivato contro pronostico, nonostante la sua migliore classifica rispetto all’americana. Questo perché la picchiatrice del New Jersey – anche lei finalista del Roland Garros junior nel 2016, quando era ancora quindicenne – era colei che aveva vinto più match sul rosso in questo 2022, dietro solo Jabeur e nell’edizione 2019 era giunta sino al penultimo atto dello Slam francese.
L’incontro è stato dominato per larghi tratti dalla 19enne di Montreal, anche se dal punto di vista tecnico si è rivelato piuttosto discontinuo e con pochissimi scambi lunghi quasi come se la partita si stesse svolgendo sul cemento. Leylah avrebbe potuto chiudere in due set, se solo avesse concretizzato le palle break avute sul 2-1. Sfumate quelle chance lei si è spenta e ha ridato forza alla sua avversaria. Ma nella frazione finale, la vera cartina tornasole è stata l’occasione mancata dalla tennista di origini russe sul 1-0 0-40, che ancora una volta ha dimostrato di sentire la pressione a questo punto di un torneo dello Slam – dopo le eliminazioni a Melbourne nel 2019 e nel 2022, anche se mitigata dalla storica semifinale parigina in cui divenne la più giovane statunitense ad ottenere quel traguardo dal 1990. Mentre d’altro lato eccezionale la forza mentale e l’abnegazione difensiva della mancina di origini ecuadoriane. Una sfida complessivamente caratterizzata da tantissime risposte vincenti, in cui c’è stato un totale di 75 winners (35 per Fernandez e 40 per Anisimova). Ricordiamo in calce l’unico precedente, peraltro molto curioso, andato in scena quest’anno in California in cui Amanda si ritirò dopo aver perso il tiebreak del secondo, all’apparenza senza avere alcun tipo di problema fisico.
IL MATCH – Sul Philippe Chatrier, il programma del Day 8 si apre con un confronto di stili nordamericano: Anisimova – Fernandez. Da un lato la classe 2000 di origini russe che basa il proprio gioco sua una spiccata capacità di martellamento da fondocampo e su un servizio veramente portentoso. Dall’altro la 19enne di Montreal che invece fa del tocco e della manualità i suoi punti di forza. Dunque da una si parte si cercherà di prendere l’iniziativa fin dalla riposta per comandare e trovare il vincente dopo massimo due-tre colpi; mentre dall’altra l’obbiettivo sarà quello di variare il più possibile per allungare la durata del palleggio e mettere in evidenza le lunghe leve della n. 28 al mondo. L’inizio del match è totalmente a favore della finalista dell’ultimo Us Open, con l’uncinata mancina molto carica già in palla. Amanda invece parte parecchio contratta e rigida, tant’è che adopera un po di stretching con gli arti superiori per provare a sciogliersi. E così qualche gratuito banale di troppo, soprattutto in uscita dal servizio prima di rovescio e poi di dritto, gli complica maledettamente ed immediatamente la vita. Emblema di questo avvio della sfida, la sontuosa smorzata con taglio sotto ed esterno di diritto di Leylah che certifica il 2-0. Nel game successivo, reagisce la semifinalista del 2019 facendo finalmente entrare come si deve la sua corposa riposta e trovando una profondità tale in ribattuta da permettersi successivamente di mettere i piedi in campo e manovrare le operazioni. Si procura così tre palle break, ma la tds n. 17 mostra ancora una volta tutta la sua freddezza – nelle tre partite precedenti ha frantumato 24 dei 34 break point concessi – e le cancella una dopo l’altra grazie all’uso sapiente del servizio mancino da sinistra ed esibendosi in straordinarie esecuzioni in controbalzo e parallele col diritto.
L’ex n. 19 è in totale trance agonistica, e fa vedere di possedere un arsenale di soluzioni abbastanza sconfinato con precisi e puntuali attacchi della rete in controtempo. Inoltre anche il rovescio aumenta i giri del proprio motore, con alcuni colpi incrociati e stretti veramente di notevole fattura. Lo stato di forma della tennista di origini filippine è incontenibile, e se contestualmente la picchiatrice del New Jersey non è al meglio il risultato non può che essere un 4-0 pesante con il servizio a disposizione. A questo punto viene fuori l’orgoglio della n. 28 del mondo, che se riesce ad essere più continua nel trovare profondità allora poi può colpire da ferma e far valere la sua maggiore pesantezza di palla, che si sblocca finalmente nell’incontro. Il problema, però è che vanifica subito lo sforzo profuso restituendo il doppio break di vantaggio all’avversaria, mostrando una certa confusione tattica a seguito di una palla corta senza ne capo ne coda e non riuscendo ancora a contenere i non forzati. Dunque vincere il suo primo turno alla battuta, è finora soltanto un’utopia per la finalista del Roland Garros junior 2016. Si continua su questi binari, in una sfida decisamente a sprazzi e con poca stabilità, dove la giocatrice a stelle e strisce affidandosi alla solita fiondata in risposta – specialmente quella al centro senza dare riferimenti alla più giovane contendente con la ricerca degli angoli – strappa per la seconda volta il servizio alla canadese e poi finalmente registra il fondamentale d’inizio gioco. Così con un parziale di 8 punti a 0 accorcia ulteriormente. Ora Leylah deve risvegliarsi dal torpore nel quale è finita, figlio un calo fisiologico sul 5-0 ma che adesso comprometterebbe definitivamente una frazione dominata. Si porta facilmente sul 40-0, ma poi incredibilmente si vede annullare tre set point consecutivi ed anche un quarto ai vantaggi. Ma nel momento più caldo del set, il servizio della nativa di Montreal sale in cattedra e le variazioni che trova con esso certificano il 6-3.
Dopo una pausa, in cui entrambe le protagoniste si recano negli spogliatoi si ricomincia. Anisimova sembra partire più solida al servizio, il quale non è pervenuto nel primo parziale ed è stato il vero tassello negativo del suo gioco, che ha indirizzato irrimediabilmente la frazione inaugurale. Poi però nel terzo game la mancina originaria dell’Ecuador, mette in grande difficoltà l’americana con dei traccianti lungolinea in ribattuta impressionanti, conseguenze di una chirurgica capacità di anticipo con breve apertura. Sulle due opportunità, al contrario fallisce due comode risposte gettandole a metà rete e la mazzolatrice residente in Florida si salva. I rimpianti per le chance mancate rimangono nella testa della classe 2002, che da un possibile 2-1 e servizio si trova sotto 3-1. Che diventa poco dopo 4-1, con Amanda che se può giocare libera dalla pressione e avanti nel punteggio diventa una killer pericolosissima per chiunque, soprattutto con il suo bimane spaventoso – colpo che può eseguire con estrema facilità e naturalezza. Tant’è che inizia a verticalizzare sempre di più e con maggiore efficacia, a tal punto da portarsi a due punti dal doppio break. Leylah, però con orgoglio riesce a rimanere in scia. Ma adesso la forza numero 27 del tabellone è incontrastabile, spolvera il campo con un vincente dopo l’altro e ora anche il diritto, il colpo del suo bagaglio tecnico più costruito che soprattutto quando ha meno tempo per preparare è molto falloso. Il timing sulla palla della gigante di Freehold in questo momento è eccezionale, così come la reattività dei piedi ed in generale la mobilità negli spostamenti. Si arriva al momento della verità, ma quando il terzo set sembrava solo una formalità; ecco che si materializza un incredibile 0-40. In primis dovuto ad un eccessivo rischio preso da Anisimova, ogni tanto potrebbe giocare più in sicurezza; ma in secundis grazie ai guizzi spaziali di Fernadez, che mostra costantemente la sua grande qualità nel tagliare il campo. Contro-break e tutto da rifare. Inoltre d’improvviso l’ex n. 21 inizia ad essere parecchio frettolosa; ma ciò nonostante si procura il primo set point nel decimo game. Sul quale però l’attacco di rovescio è troppo molle e la mancina candese passa agilmente con il dritto in cross. Ma il secondo è quello buono, 6-4 e si va alla frazione decisiva.
La frustrazione monta ulteriormente per la n. 1 del Canada, dopo aver vanificato la chance di giocarsi il set in volata con il mancato aggancio del 5-5. Si parte con l’1-0, 0-40. Sembra dunque in dirittura d’arrivo il break che indirizzerebbe la sfida in favore di Anisimova. Ma si sono fatti i conti senza la peperina Fernandez, che risorge dallo sconforto più totale e rimonta fino ad impattare sul 1-1. Eccezionale resilienza e forza mentale di Leylah, ad un passo dal burrone, abbinate anche a delle strenue doti difensive. Le occasioni sfumate innervosiscono e non poco la picchiatrice del New Jersey, che comprende la ghiotta opportunità gettata alle ortiche. E se ciò non bastasse l’allieva di Andis Juska, con in testa ancora i rimorsi per le possibilità fallite si fa breakkare sul 2-2 dal 30-0. Ma grandi meriti alla n. 18 del ranking, che inanella un’altra serie di vincenti da cineteca e torna a punzecchiare sensibilmente il dritto dell’avversaria. L’incontro continua a dispiegarsi a corrente alternata, Amanda si esalta con winners di gran livello ma subito dopo si spegne con gratuiti piuttosto sconcertanti. Riesce comunque ad arrampicarsi ai vantaggi, ma la determinazione e l’abnegazione della ragazza di Montreal consolidano il 4-2. Game che può rivelarsi spartiacque e difatti l’americana scaraventa la racchetta a terra – prendendosi i fischi del pubblico – mentre Leylah caccia un urlo liberatorio a dimostrazione dell’importanza del momento. Dopo due giochi interlocutori, Fernadez non si accontenta e rimontando ancora dallo 0-30 nel nono game, chiude il match al secondo match point con l’ennesimo game in risposta sfavillante portato a casa grazie ad una sequela di ribattute vincenti eccezionali.