Dal nostro inviato a Parigi,
[7] A. Rublev b. [11] J. Sinner 1-6 6-4 2-0 rit.
Il problema al ginocchio sinistro apparso nella mattina di sabato non ha consentito a Jannik Sinner di giocarsi le sue carte nel match di ottavi di finale contro Andrey Rublev.
Il nostro Ilvio Vidovich stamattina aveva osservato l’azzurro sul campo di allenamento muoversi abbastanza bene in un clima positivo con il suo team. Tuttavia dopo un servizio, ricadendo sulla gamba sinistra una smorfia era apparsa sul suo volto.
Il primo set dominato da Jannik aveva illuso che il problema fosse superato o quanto meno contenuto nei suoi effetti, invece dopo 42 minuti di gioco l’allievo di Vagnozzi si è piegato in due toccandosi la gamba e di lì in poi non c’è stato più nulla da fare.
I ripetuti problemi fisici del nostro campioncino gettano un’inquietante ombra sul prosieguo della stagione, tenuto conto che questo è il terzo ritiro da inizio ad anno: ad Indian Wells non scese in campo con Kyrgios, a Miami si ritirò dopo cinque game contro Cerundolo ed anche a Roma dopo aver giocato un grande primo set contro Tsitsipas nel secondo restò in campo seppur evidentemente menomato. Inoltre nel 2020 a Vienna, proprio contro Rublev lasciò il campo dopo appena tre game.
IL MATCH Come se non bastassero le premesse, nel palleggio di riscaldamento un servizio di Rublev colpisce Jannik (involontariamente!) alla gamba: “Ahi!” dice Jannik ma è tutto apparentemente ok e si può partite.
I due indossano la medesima mise fatta eccezione per il cappellino di Jannik e la fascetta di Andrey (anche il nostro ha una fascia, ma ahinoi è sotto al ginocchio sinistro).
Sinner ha vinto i due precedenti giocati sulla terra, a Barcellona l’anno scorso e a Montecarlo qualche settimana fa e anche stavolta esce dai blocchi alla Jacobs: aggressivo, preciso e determinato si prende subito il break di vantaggio nel secondo gioco con un paio di pregevoli accelerazioni delle sue che lasciano il russo a metri dalla palla. Dagli spalti parte un “Vai uaglió!”, non sappiamo se Sinner avrà capito, nel caso glielo traduciamo noi.
Jannik gioca un primo set praticamente perfetto, spingendo molto in risposta (sulla seconda il russo raccatterà due soli punti su dieci) soprattutto con il rovescio e sorprendendo spesso Rublev in lungolinea. Arriva un altro break con Sinner che è ingiocabile al servizio (5 ace nel set) tranne nell’ultimo gioco sul 5-1 quando comunque è bravo ad annullare le uniche due palle break, sempre con il sevizio. Dopo 28 minuti il 6-1 è tanto netto quanto meritato.
SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Jannik Sinner al microscopio
Nel quarto game del secondo set un brivido percorre la schiena dei sostenitori italiani quando Sinner dopo uno spostamento laterale verso destra si piega toccandosi il ginocchio malandato. L’espressione non è delle migliori ma tiene il servizio portandosi sul 2-2. Al cambio di campo però chiede il medical time out: entrano medico e terapista con quest’ultimo che gli massaggia la parte superiore della coscia della gamba sinistra, quella del ginocchio fasciato. Vagnozzi dal suo angolo gli dice: “Prova”.
E Jannik ci prova, spingendo con il sevizio e provando ad accorciare gli scambi con l’uno-due o anche con la palla corta e incitandosi ad ogni punto. È indubbiamente limitato negli spostamenti, soprattutto quello laterale, ma non molla e in più Rublev continua a picchiare senza però aprire più di tanto gli angoli, di fatto agevolandolo.
Il problema è che Jannik perde completamente la prima di servizio (46% di prime in campo nel secondo set), evidentemente impossibilitato a caricare con la gamba sinistra e paga dazio nel decimo gioco quando offre due set point consecutivi al russo. Sul primo si salva con la combinazione servizio-palla corta-smash ma sulla seconda affossa a metà rete il diritto dopo una rincorsa laterale assai affannata.
Il timore è che l’azzurro decida di ritirarsi ma dopo uno sguardo al suo angolo decide di proseguire.
La decisione purtroppo è rimandata di solo due game, Jannik non è in grado di proseguire ed il boato del Lenglen che lo accompagna ha il sapore amaro della consolazione.
Ai quarti ci va così Rublev per la seconda volta in carriera dopo il 2020: attende il vincete tra Medvedev e Cilic.