H. Rune b. [4] S. Tsitsipas 7-5 3-6 6-3 6-4
Holger Rune firma la prima vera sorpresa del Roland Garros 2022, superando Stefanos Tsitsipas in quattro set e diventando il primo danese ad arrivare in un quarto di finale Slam dal 1967, quando ci riuscì Jan Leschly allo US Open. Il greco, finalista nella passata edizione del torneo e vincitore a Montecarlo quest’anno, ruzzola fuori dal torneo agli ottavi dimostrando che le difficoltà patite nei primi turni contro Musetti e Kolar non erano temporanee ma il segnale di una condizione lontana da quella dei giorni migliori. Ma sarebbe fuorviante ridurre a ciò il risultato maturato sullo Chatrier: Rune, infatti, ha ottenuto quella che probabilmente è la vittoria della consacrazione confermando tutte le sue qualità, sia sul piano del tennis che su quello della personalità.
IL MATCH – In avvio Tsitsipas fa il break e scappa sul 3-1. Ma si capisce subito che questa non sia la miglior giornata per il greco, il quale subito dopo cede la battuta con due doppi falli e due evitabilissimi errori gratuiti. Nell’ottavo game l’ateniese ha due palle break, ma è bravo il danese a salvarsi e poi Holger piazza la zampata nell’undicesimo gioco, quando Tsitsipas serve sul 5-5, prendendosi il break con un super passante di rovescio. Al primo momento della verità, Rune non trema e al terzo set point blinda il primo set (7-5).
Nel secondo set, Tsitsipas deve salvare tre palle break nel terzo gioco. Ci riesce, il set continua senza scossoni fino al 4-3, quando Rune – per la prima e praticamente unica volta nel corso del match – cede la battuta. Il greco, quindi, tiene la battuta a zero e fa suo il secondo set (6-3). Proprio quando il match sembra tornato nelle sue mani, nel terzo set, il greco accusa un altro blackout. Tsitsipas perde un game tremendo, il sesto: servizio ceduto a zero con due doppi falli e due errori gratuiti. Rune ringrazia e poi va a servire per il set. Quando Tsitsipas si trova 0-30, grazie a una palla corta vincente e a un doppio fallo danese (il secondo della partita), è facile sospettare che il greco possa riuscire a tirarsi fuori dalla fossa, come fatto contro Musetti e Kolar in questo torneo. Questa convinzione però vacilla eccome perché Rune, nel momento difficile, tira fuori il carattere: prima azzecca lo schema servizio-dritto, poi incassa un errore in slice difensivo di Tsitsipas evitabile, infine sul set point spinge dall’inizio alla fine del punto inducendo il greco all’errore.
Nel quarto set, Stefanos fatica fin da subito nei suoi turni di servizio: nel primo si trova 0-30 ma trova quattro punti di fila per fare 1-0. Nel terzo gioco, un tracciante di dritto di Rune permette al danesino di arrivare a palla break, ma con coraggio Tsitsipas si sposta con un diritto a sventaglio vincente lungolinea. Rune, però, fa palla corta-passante di rovescio (variazione usata quest’oggi molto spesso e con grande lucidità) e arriva a seconda palla break. Tsitsipas la annulla, questa e ancora un’altra, e coglie la prima opportunità per fare 2-1 con servizio e dritto. Nel quinto game, però, il greco si arrende alla straripante capacità in risposta del danese, che riesce non solo a leggere bene le traiettorie alla battuta del greco, ma anche a rubargli il tempo appoggiandosi perfettamente alla velocità della palla. Stefanos dà una mano a Holger sbagliando un facile smash nel primo punto, poi Rune gioca con personalità e attenzione e sale 15-40. Basta la prima palla break per restituire a Tsitsipas una risposta al fulmicotone: è suo il break (3-2). A confermare lo strapotere di Rune sul servizio dell’avversario, poi c’è anche il secondo break (5-2). Holger va a servire per la prima volta per il match, ma Tsitsipas reagisce, strappando a zero la battuta all’avversario: più i meriti del greco che i demeriti del danese. Stefanos tenta la reazione disperata, tenendo la battuta a zero, ma è troppo tardi. Il greco arriva anche a tre palle break per andare sul 5-5, ma il braccio di Rune non trema e nei momenti più difficili è il servizio a salvare il danese, indice di grande personalità di un ragazzo che lo scorso aprile vinceva il Challenger di Sanremo e oggi si ritrova nei quarti di finale del Roland Garros. Rune è un 2003, proprio come Alcaraz. Per la prima volta dal 1994 a Parigi ci sono due teenager tra i Last 8: forse è questa la vera Next-Gen in grado di prendersi la scena del tennis nel prossimo decennio.