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Ormai stanno diventando appuntamenti fissi le interviste di Matteo Catarsi, allenatore di Martina Trevisan, dopo le vittorie della tennista azzurra. Oggi nei quarti Martina ha avuto la meglio su Leylah Fernandez in tre set, raggiungendo per la prima volta nella sua carriera le semifinali Slam. “Lei era felicissima. Ha detto ‘Cosa ho fatto?!‘” ha confessato coach Catarsi, al direttore Scanagatta. Assieme al preparatore atletico Donato Quinto, sono stati affrontati anche temi tattici legati al difficile match portato a casa da Trevisan. “Avevo un po’ di preoccupazione quando Fernandez ha iniziato a stare ancora più dentro al campo” ha confessato Catarsi, “però Martina è rimasta tranquilla”. In vista della semifinale contro una statunitense (Gauff vincente su Stephens) e sull’approccio che la sua allieva deve mantenere, ha aggiunto: “Martina deve fare le sue giocate da mancina, spostarla sempre sul rovescio e poi vediamo di concretizzare gli schemi tattici”.
Come ti sei sentito quando Martina ha mancato il match point dopo un’ora e 17, e poi si è ritrovata al terzo set?
Catarsi: L’emozione è stata tanta perché è una gioia indescrivibile essere in semifinale al Roland Garros, quando non ha concluso il secondo set, la preoccupazione maggiore che avevo era nella stanchezza, ma non tanto a livello fisico ma mentale. Poi quando ha vinto il primo game (del terzo set) abbiamo visto che si era un po’ sciolta e ci siamo tranquillizzati ed ero sicurissimo che avrebbe portato a casa la partita.
Allora chiediamo ora al preparatore atletico Donato Quinto: eri preoccupato per la sua stanchezza?
Quinto: Assolutamente no, perché abbiamo fatto sempre la stessa routine di recupero. Martina sta bene, ha dato tutti segnali positivi.
Martina ha sbagliato quasi nulla. Fernandez ha avuto problemi quando le palle gli arrivavano alte e non piatte.
Catarsi: Certo. Allora, tatticamente avevamo preparato la partita bene, bene, bene. Anche questa mattina con lo sparring. Avevo un po’ di preoccupazione quando l’altra (Fernandez) ha iniziato a stare ancora più dentro al campo; si credeva che stesse dentro ma lei lo è stata ancora di più. Quindi la paura che avevo io era che Martina entrasse con un po’ di fretta e non riuscisse ad avere le traiettorie, però è rimasta sicuramente tranquilla, aggrappata nel punteggio ed ha portato a termine lo schema tattico, e vincere la partita.
In questo momento stanno giocando Gauff e Stephens. C’è una preferenza? Se lo chiedi ad una giocatrice ti risponde: ‘quella che vince è più forte’, però poi in realtà le caratteristiche tecniche sono differenti. E anche l’esperienza delle due. Parlando di tipo di tennis, quale si confà meglio alle caratteristiche di Martina Trevisan?
Catarsi: Come preferenza, diciamo, l’altroieri avrei preferito che giocasse contro la Fernandez quindi avevamo indovinato. E oggi…, allora Martina ha vinto con Gauff qui due anni fa. Lei è del 2004, è in crescita ed è ancora più forte rispetto a prima. Stephens ha avuto un anno di difficoltà e ora sta rigiocando bene. Se devo avere una preferenza preferisco vinca la Stephens ma penso vinca l’altra.
Come ci si allena atleticamente il giorno prima di una semifinale? Che sparring partner si certa
Quinto: Si recupera, tutto il necessario per recuperare. Io mi occupo della parte fisica e atletica, i fisioterapisti faranno il loro.
Catarsi: Domani mattina si cerca di trovare uno sparring partner che sporchi un po’ la palla, che giochi un po’ con le rotazioni perché (Gauff e Stephens) hanno un gioco simile, si girano di dritto e giocano con tanta rotazione. I maschi vanno tutti bene perché giocano tutti molto simile. Gauff l’ho vista atleticamente molto in forma, tatticamente cambia poco se Martina gioca con l’una o con l’altra. Martina deve fare le sue giocate da mancina, spostarla sempre sul rovescio e poi vediamo di concretizzare gli schemi tattici.
Che cosa ti ha detto Martina appena uscita dal campo, e che cosa le hai detto tu a lei?
Catarsi: C’era tanta gioia, lei era felicissima. Ha detto ‘Cosa ho fatto?!’. Ci siamo abbracciati, assieme a Donato, Tatiana Garbin… era un po’ emozionata. Io le ho detto che è stata brava e che ha portato a termine il progetto tattico dall’inizio alla fine, senza deconcentrarsi nei momenti di difficoltà del secondo set.