Sui bellissimi campi del CT Villa Carpena Forlì si è allineato ai quarti di finale il Challenger 125 (la categoria massima per questa tipologia di tornei) che quest’anno ha cambiato gestione ma non l’abitudine di presentare delle entry list di assoluta eccellenza. Ora al timone è Cosimo Napolitano con la NEN Events che è stato ben lieto di riaccogliere il figliol prodigo, quel Lorenzo Musetti che proprio qui, due anni fa, colse la sua prima affermazione importante. La precoce eliminazione a Parigi, dopo cinque drammatici ed entusiasmanti set contro Stefanos Tsitsipas, gli ha liberato delle date in calendario e allora coach Tartarini ha pensato bene che invece di una settimana di allenamenti fosse meglio respirare l’aria della competizione. Anche perché qui a Forlì il livello è molto alto, con ben quattro top 100 e tanti altri giocatori che nei primi 100 sono stati o lo saranno presto. Lorenzo, dopo aver regolato, pur con qualche patema, il kazako Timofey Skatov (n.187 ATP), si è trovato di fronte il tedesco Maximilian Marterer, giocatore che attualmente vivacchia intorno alla 200esima posizione ma che in un recente passato (2018) arrivò al n.45, quando fece quarto turno a Parigi e terzo a Melbourne. Lorenzo, cui è riservata la sessione serale davanti a un foltissimo pubblico, inizia un po’ contratto e nel secondo game si fa strappare il servizio, condannandosi ad una gara di rincorsa. Una rincorsa in cui non ha grandi occasioni se non una palla break sul 2-4. Mancata quell’occasione Musetti s’innervosisce e spara alla luna l’incolpevole pallina, meritandosi un warning.
Marterer porta così velocemente a casa la prima partita e comincia a farsi qualche illusione. Ma non riesce a lanciare la fuga decisiva e il carrarino, pur poco ispirato, è bravo a non perdere le ruote e a mantenere la partita in parità, senza concedere palle break. Fino a che, sul 5-5, riesce a procurarsi tre palle break che sono anche set point. E’ buona la seconda, trasformata con un fulminante diritto lungolinea.
Nel terzo parziale Lorenzo lascia finalmente andare il braccio, costringendo il tedesco a correre sui teloni di fondocampo. Fino a che nel sesto game ottiene l’inevitabile break al termine di uno scambio magistrale in cui prima colpisce col suo rovescio lungolinea (un vero marchio di fabbrica), per poi chiudere con un diritto incrociato. Il tedesco si demoralizza e alza bandiera bianca, concedendo partita con un doppio fallo che ne certifica la resa. Al termine di più di due ore il punteggio dice 3-6 7-5 6-2 a favore dell’azzurro che nei quarti troverà ad aspettarlo l’argentino Juan Manuel Cerundolo (n.129 ATP) in un match dal pronostico quanto mai incerto.
A far compagnia a Lorenzo ci sarà Francesco Passaro che riprende il discorso da dove lo aveva interrotto, e cioè dalla finale di Sanremo con quell’incredibile finale dove si era dovuto arrendere solo all’inarrivabile Holger Rune. Nel secondo turno supera un discreto Giulio Zeppieri 6-4 3-0 rit. e si prepara ora per un altro derby contro Riccardo Bonadio che si qualifica a sua volta eliminando in sequenza il francese Geoffrey Blancaneaux (n.191 ATP) e un caldissimo Andrea Collarini (n.244 ATP), fresco finalista a Vicenza.
Il quarto moschettiere è il 20enne Matteo Gigante che continua nel suo momento d’oro e si qualifica per i quarti battendo in un derby molto combattuto Thomas Fabbiano col punteggio di 7-6(3) 6-4. Il tennista romano era partito dalle qualificazioni e quindi sono quattro vittorie consecutive che vanno a sommarsi a quelle della scorsa settimana quando aveva raggiunto le semifinali del Challenger di Vicenza. Il suo bilancio stagionale recita 23 vittorie e 9 sconfitte: di gran lunga il miglior tennis della sua giovane carriera. Domani lo aspetta Tomas Martin Etcheverry (n.88 ATP e terza testa di serie) che oggi ha eliminato un volitivo Stefano Napolitano con il punteggio di 6-7(6) 7-5 6-1. E per il tennista romano non sarà per niente facile.
Eliminati all’esordio tanti altri azzurri: Alessandro Giannessi, Marco Cecchinato, Gianluca Mager, Flavio Cobolli, Franco Agamenone, Federico Gaio, Salvo Caruso, Luca Nardi e Matteo Arnaldi. Per alcuni di loro è la conferma di un momento difficile, per altri un passo falso che immaginiamo passeggero.