[8] C. Ruud b. [20] M. Cilic 3-6 6-4 6-2 6-2
Dal nostro inviato a Parigi
Sarà Casper Ruud l’ultimo ostacolo per Rafa Nadal verso la conquista della 14esima corona parigina. Il tennista norvegese ha sofferto solo nel primo set il gioco aggressivo di Marin Cilic. Ma perso il primo parziale, la solidità del n. 8 del mondo – ma già sicuro di salire al best ranking di n. 6 dopo stasera – ha avuto la meglio sulla potenza da fondo del croato. Meno incisivo con la prima di servizio rispetto ai turni precedenti (solo 9 ace) e molto falloso – hanno stupito soprattutto i clamorosi errori con lo smash, ma chiaramente la differenza l’han fatta soprattutto i 28 errori di dritto -, fattori che nelle dichiarazioni post match ha attribuito alla fatica a trovare le energie mentali necessarie (“Il match con Rublev mi è costato molto dal punto di vista delle energie nervose. E oggi non sono riuscito a tenere mentalmente il livello necessario per contrastare Ruud nella seconda parte dell’incontro“). Merito anche di Ruud, che non gli ha mai dato l’opportunità di rientrare nel match, non concedendogli mai punti facili e costringendolo a tenere sempre alta l’asticella del rischio per portare a casa lo scambio. Troppo alta per il Marin di oggi. Prima finale Slam per il 23enne giocatore di Oslo, che sinora al massimo aveva raggiunto il terzo turno nei Major, e in assoluto per il tennis norvegese.
Ruud e Cilic entrano in campo alle 19, poco più di mezz’ora dopo la drammatica conclusione anticipata del match tra Nadal e Zverev, con il ritiro del tedesco per un infortunio alla caviglia prima del tie-break del secondo set. Ha smesso di piovere e quindi è stato riaperto il tetto: le condizioni di gioco saranno quindi un po’ diverse rispetto a quelle della prima semifinale. Gli spalti dello Chatrier sono abbastanza vuoti, probabilmente il pubblico che fino a poco prima aveva riempito lo stadio è andato a ricaricare un po’ le batterie, dopo le oltre tre ore di tennis a cui ha appena assistito e soprattutto l’impatto emotivo dell’epilogo. Alla vigilia la bilancia dei pronostici pendeva verso la Norvegia: dopo una partenza non entusiasmante (sconfitte contro Dimitrov, Carreno Busta, van de Zandschulp e Lajovic) la forma di Ruud è andata in crescendo nella stagione sul rosso (semifinale a Roma, sconfitto da Djokovic, vittoria a Ginevra) ed è risaputo che questa è la superficie su cui rende meglio (è il giocatore che dal 2020 ad oggi ha vinto più match sul mattone tritato, dove ha vinto anche 7 dei suoi 8 tornei ATP). Inoltre dal settembre scorso è un top ten, cosa che il croato non è più da un po’, anche se lo è stato per diverso tempo e in più occasioni. Una prima volta per qualche settimana nel 2010, poi circa un anno tra il 2014 e il 2015, e ancora tra la fine 2016 ed i primi mesi del 2019. Anche se il grande successo è il trionfo allo US Open 2014, quest’ultimo è il periodo in cui ha avuto maggiore continuità ad alto livello, come testimoniato anche dal best ranking di n. 3 ad inizio 2018, in corrispondenza con la finale raggiunta a Melbourne, nella quale fu sconfitto da Federer).
Ultimo aspetto a favore del tennista di Oslo: è di dieci anni più giovane (23 a 33). Anche se la maggior freschezza “anagrafica” di Casper potrebbe essere un po’ compensata dal maggior tempo passato in campo in queste due settimane: oltre 15 ore, con tre match che hanno superato le tre ore, che si vanno ad aggiungere a quello impiegato nelle 4 partite di Ginevra della settimana precedente (in particolare le tre ore giocate in finale con Sousa). Il suo avversario ha dovuto faticare complessivamente per tre ore in meno, anche se per battere Rublev al quinto due giorni fa ci ha messo più di 4 ore. E attenzione: Ruud è favorito, ma il norvegese – alla sua prima semifinale Slam – in questo torneo si è trovato in difficoltà quando è stato aggredito: con Tsonga nel match di primo turno, che poteva finire al quinto senza l’infortunio accaduto al 37enne francese quando nel quarto è andato a servire per il set, e soprattutto contro Lorenzo Sonego, che a furia di drittoni vincenti è andato in vantaggio due set a uno prima di calare alla distanza.
Nonostante l’approccio al match non sia stato l’ideale, dato che a causa della pioggia hanno dovuto saltare l’allenamento del primo pomeriggio e poi probabilmente hanno affrettato il riscaldamento pre-partita (di certo non si aspettavano quanto accaduto alla fine del secondo set della prima semifinale e pensavano probabilmente di avere ancora almeno un paio d’ore, dato che Rafa e Zverev ci avevano messo più di tre ore solo per arrivare al tie-break del secondo parziale), entrambi partono molto concentrati e cercano di applicare giudiziosamente le tattiche studiate a tavolino con il proprio team. Ruud punta sulla profondità dei propri colpi da fondo per spostare lateralmente Cilic, che per quanto lo faccia con buona disinvoltura per un atleta della sua stazza deve pur sempre muovere quasi 2 metri e 90 kg e alla lunga perde un pochino di campo, dove si infila il norvegese aggredendo con il dritto. Il croato invece punta a sfruttare le armi della casa, in grande spolvero in questi giorni: servizio e dritto, quest’ultimo andando a pressare il rovescio del tennista di Oslo, che da quel lato concede qualcosa in termini di profondità. Il primo ad avere un momento di difficoltà è il croato nel terzo gioco: Cilic sbaglia clamorosamente due smash e commette un doppio fallo, concedendo la prima palla break del match. La prima di servizio gli arriva in aiuto, ma Ruud se ne procura un’altra grazie ad una risposta fortunosa che rimbalza male toccando la riga di fondo e mettendo fuori causa il croato, che però con servizio e dritto si salva. Sarà lo spavento per il pericolo corso, sta di fatto che Cilic alza i giri del motore ed inizia a spingere con più convinzione, anche alla risposta. In questa fase gli manca ancora qualcosa quando è il momento di concludere (altro clamoroso errore con lo smash nel quinto gioco), però adesso è indubbiamente Marin a comandare le operazioni, mentre Ruud può solo difendersi, lontano dalla riga di fondo, e solo raramente riesce a ribaltare l’inerzia dello scambio. All’inizio del settimo gioco il norvegese commette un paio di errori non da lui, proprio nel tentativo di non subire la pressione del croato sin da inizio scambio, e mal gliene incolse: Cilic sale in cattedra con il dritto – dalla tribuna si apprezza la fenomenale pesantezza del fondamentale del croato – e gli strappa la battuta. Sui colpi a rete sopra la spalla oggi però non è giornata per il 33enne di Medjugorie, che con un altro brutto errore concede un’occasione del controbreak al n. 8 del mondo. Ma è un problema marginale finchè servizio e dritto continuano a supportarlo così splendidamente, e grazie anche al secondo ace dell’incontro (che gli permette di raggiungere Isner in testa alla classifica del torneo, 71 ace a testa) si salva di nuovo. Ruud è in evidente difficoltà, non riesce a trovare soluzioni per uscire dall’angolo in cui lo ha messo Cilic: che continuando a martellare sul rovescio del suo avversario ottiene il secondo break consecutivo e conquista il primo set per 6-3, in 44 minuti.
Cilic lo ha ripetuto anche in questi giorni davanti ai microfoni: lui non è un giocatore che può difendersi, lui da fondo deve spingere ed aggredire. Ed un gioco così comporta dei rischi: basta un piccolo calo, fisico o di concentrazione, e le cose si complicano. Come nel secondo gioco, quando il dritto d’improvviso lo tradisce e con quattro errori non forzati da fondo (più della metà di quelli fatti nel primo set) cede per la prima volta nell’incontro la battuta. Forse inconsciamente, il croato rallenta un attimo la pressione da fondo e se scendono velocità e profondità si entra nel territorio di Casper che allora può iniziare a condurre da par suo il gioco da fondo. Seppure debba ancora assestarsi un attimo in questa fase, dato che commette un paio di gratuiti e deve annullare una palla break prima di tenere la battuta e salire 3-1. Da notare in questo game un paio di palle corte vincenti del norvegese, a dimostrazione che se Cilic non tiene alta la pressione, rimane invischiato nella ragnatela da fondo abilmente intessuta dall’allievo di papà Christian. Un brutto errore di dritto a campo aperto di Cilic, a cui segue poco dopo un errore ancora più orribile con lo smash (di nuovo) conferma la sensazione che l’inerzia del match sia cambiata più per demeriti del croato che per effettivi meriti del norvegese. Anche se, non dimentichiamolo, bisogna essere bravi a stare lì e cercare di rimanere solidi quando dall’altra parte ti tirano comodini, aspettando che passi la tempesta. Ora i punti si sono allungati, Cilic non riesce più a chiudere entro i primi due colpi e questo significa anche che è meno performante negli scambi che si allungano. Il croato capisce che deve cambiare qualcosa e quando Ruud va a servire per il set torna a spingere, procurandosi tre palle break consecutive che potrebbero riaprire il parziale. Ma Ruud non si scompone: gioca cinque punti perfetti, ribalta il game e pareggia il conto dei set, imponendosi 6-4. E passata un’ora e mezza in tutto, quanto era durato il primo set tra Nadal e Zverev.
L’ennesimo smash sbagliato clamorosamente – veramente incredibile quanti ne abbia sbagliati oggi Cilic, soprattutto considerato che erano abbastanza agevoli: ne aveva già sbagliato uno nel game, che aveva portato Ruud alla prima palla break – fa cominciare subito in salita il parziale per il croato, che perde il servizio nel primo gioco. Che ora la fiducia di Ruud sia aumentata alla grande lo dimostrano i tre ace che gli permettono di allungare sul 2-0. Adesso l’ex n. 3 del mondo fa fatica, inizia a sbagliare anche con il dritto, mentre invece il 23enne tennista di Oslo è un muro: la partita ora è veramente nel territorio preferito dello scandinavo. Il pubblico – lo Chatrier si è riempito un po’ rispetto all’inizio, ma ci sono ancora tanti posti vuoti – cerca di incoraggiare il n. 23 ATP a restare agganciato nel punteggio. Marin ci prova, annulla due palle break, ma capitola alla terza su un delizioso passante incrociato stretto, con il rovescio in back, di Ruud. Che qui a Parigi si sta dimostrando molto bravo ad aggredire con successo la seconda dell’avversario (è nella top ten per percentuale di punti in risposta sulla seconda) e in questo set lo sta confermando alla grande, dato che sino a questo momento ha fatto 8 punti degli 11 in cui il croato ha servito la seconda Sul 4-1 15 pari, servizio Ruud, c’è una invasione di campo: una ragazza si incatena alla rete, prima di inginocchiarsi, indossando una maglietta bianca con una scritta di protesta che dalla tribuna non vediamo (ma ci vengono in aiuto i social: “We have 1028 day left”, pare legato al tema del riscaldamento globale). La security prima la circonda, poi si allontana e attende indicazioni sul da farsi. Alla fine, mentre i giocatori sono rientrati negli spogliatoi, viene tagliato il cavetto con cui si era incatenata, viene alzata di peso e portata fuori. Dopo qualche minuto il gioco riprende e sembra che la pausa abbia deconcentrato Ruud, dato che commette due errori che lo fanno scivolare 15-40. Ma è solo un attimo di distrazione quello del norvegese, che rimette subito le cose a posto con un paio di vincenti ed un ace e si porta sul 5-1. E poco dopo chiude il parziale sul 6-2, passando a condurre per 2 set a 1. Sono trascorse quasi due ore e mezza di gioco, e la sensazione è che Marin non abbia abbastanza benzina nel serbatoio (scopriremo in conferenza stampa che si trattava del serbatoio delle energie mentali e nervose) per tornare ad alzare i giri del motore: e a questi ritmi Ruud domina.
Cilic prova a concedersi ancora una possibilità di riaprire l’incontro e cercare di diventare il primo giocatore croato (e il 19esimo all time, che fa capire che risultato sarebbe) ad aver raggiunto l’ultimo atto in tutti gli Slam, e inizia il quarto set incitandosi dopo aver piazzato un dritto vincente Ma Ruud è imperturbabile e con una risposta vincente strappa di nuovo la battuta al croato. Ne aveva persi 6 di servizi (su 80) in tutto il torneo, Marin: Ruud gliene ha già strappati quattro oggi (e alla fine saranno cinque). Bravo il norvegese, che ora è in assoluto controllo del match. Il tennista di Medjugorje è sempre più falloso, nel tentativo disperato di cambiare le sorti di un match che pare incanalato inesorabilmente in direzione di Oslo. Arriva così il secondo break a favore di Ruud. Non c’è più partita e Casper chiude senza problemi per 6-2, in poco meno di tre ore di gioco.
Forse non cattura gli occhi il tennis del 23enne di Oslo, ma di sicuro Ruud è giocatore di una solidità estrema e dalla notevol forza mentale, come dimostra la capacità di rimanere attaccato alla partita anche quando l’avversario sembra prender il sopravvento – qui a Parigi è accaduto con Sonego, ma anche nella prima parte del match odierno. Non sappiamo se tutto ciò sarà sufficiente per fermare Nadal ad un passo dall’ennesimo trionfo parigino, ma di sicuro Ruud non gli renderà la vita facile. Comunque vada a finire domenica pomeriggio succederà qualcosa di storico: il 14esimo (ok, qui siamo ormai oltre la storia, è leggenda) trionfo del maiorchino, oppure il primo Slam di un tennista norvegese.