[5] R. Nadal b. [3] A. Zverev 7-6(8) 6-6 rit.
È molto difficile parlare di questa partita da un punto di vista tecnico senza considerare quello che è successo alla fine. L’infortunio alla caviglia che ha tolto di mezzo Alexander Zverev poco prima del tie-break del secondo set, di cui al momento non si conosce ancora la gravità, ha lasciato tutti gli spettatori, a Parigi e in giro per il mondo, con l’amaro in bocca. I quasi sette minuti che ha impiegato Eurosport per mostrare il replay dell’incidente hanno fatto temere che fosse successo qualcosa di terribile, che poi alla fine non si è verificato.
Prima dell’incidente si era assistito a un’altra partita che Zverev avrebbe dovuto condurre per due set a zero, considerando i quattro set point consecutivi nel primo set e la situazione di 5-3 30-15 nel secondo, ma che rischiava fortemente di vederlo sotto per due set a zero, senza sapere tanto il perché. Il motivo però era il solito: Rafael Nadal è probabilmente il miglior agonista che abbia mai preso una racchetta in mano, con una capacità di giocare bene i punti importanti che non si è riscontrata in nessun altro tennista (e forse non solo tennista) di ogni epoca.
L’approccio al match di Zverev era stato coraggioso, aveva continuato con la sua strategia nonostante il devastante naufragio nel tie-break del primo set e nonostante qualche balbettamento di troppo da parte del sempre traballante servizio. Ma il match era ancora apertissimo, e la Sfortuna ci ha impedito di vederne la fine.
Tre ore e quattro minuti di partita per arrivare 6-6 al secondo set: la qualità non è stata eccelsa, ma crediamo che tutti coloro che stavano seguendo la partita si stessero divertendo.
IL MATCH – Già dal palleggio di riscaldamento si era visto che c’era qualcosa di diverso in questa partita: i primi scambi dopo le foto di rito erano partiti a un ritmo decisamente superiore a quello solito per questa fase di gioco, con i due protagonisti a cercare il vincente dopo qualche colpo. Probabile che nessuno dei due avesse avuto la possibilità di adattarsi a sufficienza alle condizioni indoor, dato che in questo torneo il tetto non è mai stato usato prima delle semifinali, e quindi volevano avere una sensazione più precisa di quanto potesse camminare la palla attraverso l’aria più “sottile” del campo con il tetto chiuso.
Tuttavia quello che dava seguito con maggiore continuità alle “prove tecniche di trasmissione” tentate in riscaldamento era certamente Zverev: ottenuto il break in apertura di match anche grazie a due gratuiti di Nadal sul 30-30, il tedesco appariva risoluto più che mai a prendere il destino nelle proprie mani, anche a costo di commettere parecchi errori anche molto evidenti. Uno di questi, nell’ottavo gioco, lo ha visto sbagliare un diritto a campo aperto dal centro del campo con la racchetta che gli è sfuggita di mano finendo quasi sulla riga di fondo, una scena davvero molto insolita.
E proprio in quel gioco Zverev è stato costretto a concedere il controbreak dai suoi errori gratuiti: cinque, compreso un doppio fallo con la seconda servita a 209 chilometri orari.
Dopo un set quasi dominato sul piano del gioco, sul 4-5 Zverev si è trovato ad affrontare tre set point, tutti annullati con colpi vincenti, così come nel game seguente le sue due palle break sono state cancellate da due curve mancine di Nadal che avrebbero fatto invidia a McEnroe.
Il tie-break del primo set è di quelli che si ricorderanno per un pezzo: Zverev spinge e piega la resistenza di Nadal sotto i suoi colpi, arriva sul 6-2 e poi non riesce a fare l’ultimo passo. Quando serve sul 6-3 prima mette lunga una volée di rovescio a campo quasi spalancato, poi si fa indovinare la direzione dell’affondo incrociato di rovescio su cui Nadal confeziona un passante di diritto in corsa da cineteca.
Dopo i quattro set point consecutivi di Zverev ce ne sono due di Nadal (sul 7-6 e 8-7), annullati bene dal tedesco, ma sul 9-8 la risposta di Nadal che cade a meno di un metro dalla rete non viene chiusa da Zverev che invece viene infilato da un passante di rovescio in lungolinea che manda in delirio tutto il Philippe Chatrier.
Dopo quei 91 minuti di primo set che avrebbero steso un rinoceronte, Nadal ha raccolto la sua sacca ed è andato a cambiarsi, lasciando il suo avversario a riflettere sulle occasioni mancate, e il giudice di sedia Liechtenstein a ignorare le regole sul cronometro come ha fatto dall’inizio del match. Ciò che è seguito alla pausa è stato un inizio di secondo set totalmente favorevole a Nadal su un ancora tramortito Zverev, il quale però ha avuto il merito, sull’1-0 40-15 dell’avversario di rimanere a rigiocare il punto che metà del pubblico aveva già chiamato ace e raccogliere tre gratuiti di Nadal costruendosi il controbreak per l’1-1. Il concetto di break, in realtà, in questo set avrebbe perso molto del suo significato, perché nessuno dei due protagonisti è riuscito a prendere il comando dei propri turni di battuta, perdendoli a ripetizione. Nadal, esaurito velocemente l’overdrive di fine primo set, ha iniziato a commettere diversi errori nel palleggio da fondo dopo aver inserito con grande successo nei propri schemi le palle corte con dritto e rovescio per stanare Zverev dalla trincea di fondocampo. Il tedesco, dal canto suo, iniziava a insistere maggiormente sul rovescio lungolinea con alterne fortune, ma soprattutto si incartava con un errore di diritto e un doppio fallo quando era sul 4-2 e apparentemente in controllo del set.
Curiosamente, però, questo set proveniente da una dimensione parallela (o qualche maligno potrebbe dire dal tabellone femminile) proseguiva con Nadal che perdeva un altro servizio da 30-15 sbagliando uno smash che non mancava dai giorni della SAT, Zverev che non chiudeva il set servendo tre doppi falli sul 5-3, e Nadal che infine teneva il primo servizio del set (al quinto tentativo) rimontando da 0-30 anche grazie a uno smash buttato alle ortiche da Zverev.
Un’apparentemente casuale breccia interdimensionale consentiva di portare questo set a una parvenza di normalità con due turni di battuta tenuti a 30, giusto pochi decimi prima che la Sfortuna si abbattesse su questo match.
Nella rincorsa per un passante di diritto sul 40-30 (passante che poi è finito fuori), Sascha Zverev ha appoggiato male la caviglia destra, rotolando al suolo in un grido di dolore. Fatto uscire dal campo in lacrime sulla sedia a rotelle, è ritornato circa 9 minuti dopo in stampelle, solo per dare la mano a Nadal e mettere ufficialmente fine al match.
Sarà dunque Nadal a giocare la sua quattordicesima finale al Roland Garros domenica prossima, candidandosi alla vittoria del suo secondo torneo dello Slam stagionale, anche se probabilmente nella più triste delle maniere possibili.