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[1] I. Swiatek b. [18] C. Gauff 6-1 6-3
Chi temeva che la finale potesse essere un match a senso unico ha visto i propri timori purtroppo confermati. Ci sono voluti solamente 68 minuti perché Iga Swiatek regolasse Coco Gauff con la perdita di soli quattro game e conquistasse il suo secondo torneo dello Slam in carriera. La cavalcata vincente di Swiatek arriva alla fine di due settimane durante le quali era stata da tutti additata come la favorita alla vittoria finale, anche prima di vedere cadere una ad una tutte le sue potenziali concorrenti. La ragazza polacca si è aggiudicata il titolo con la perdita di appena 33 games in tutto il torneo, includendo anche un set clamorosamente perso al quarto turno contro la 19enne cinese Qinwen Zheng, la quale cominciò a sentire dolore all’addome all’inizio del secondo set e portò a termine il match visibilmente menomata solo per onore di firma.
IL MATCH – Quali fossero le aspettative per la partita da parte del pubblico dello Chatrier è risultato chiarissimo fin dall’inizio: dopo il primo punto, terminato con un diritto in rete di Gauff, uno spettatore ha urlato “Allez Coco, c’est pas fini” (Coraggio Coco, non è ancora finita); dopo il secondo, un doppio fallo di Gauff, un enorme applauso di incoraggiamento. L’inizio non si è discostato molto dalle aspettative: Swiatek centratissima, Gauff un po’ nervosa e titubante nei colpi di palleggio, e dopo un quarto d’ora si era già sul 3-0 pesante per la polacca.
Solo dopo cinque game la statunitense riusciva a trovare una buona continuità da fondocampo per mantenere il palleggio con una scatenata Swiatek, che gestendo magistralmente le sue accelerazioni in lungolinea con entrambi i colpi non dava il tempo a Gauff di far valere la sua maggiore prestanza atletica sugli scambi lunghi.
Dopo appena 32 minuti li primo parziale si concludeva con un perentorio 6-1 in favore di Swiatek , giusto mentre le prime nubi iniziavano ad addensarsi sopra il Philippe Chatrier, avanguardie di quelle che porteranno gli scrosci previsti per la serata a Parigi.
Un barlume di speranza in più per Gauff e per gli spettatori alla ricerca di una partita equilibrata arrivava a inizio secondo set, quando forse per un lieve calo di tensione conseguente alla vittoria nel primo parziale, Swiatek si concedeva quattro errori gratuiti da fondocampo e cedeva la battuta in apertura di parziale. Gauff con la battuta perfezionava la mini-fuga sul 2-0, ma proprio mentre allo scoccare delle ore 16 veniva deciso di accendere le luci artificiali per contrastare le parziali tenebre portate da altre sopraggiunte nubi, il fuoco di paglia si esauriva subito e Swiatek tornava a condurre sul 3-2 con un parziale di 12 punti a 2.
La polacca decideva di insistere sul diritto di Gauff e gli errori arrivavano copiosi. Sul 5-2 si arrivava a due punti dalla fine quando il cronometro segnava solamente 62 minuti di gioco, ma con qualche buona battuta Gauff riusciva ad allungare il match di un altro po’, ma non a cambiarne il destino.
Iga Swiatek si è quindi aggiudicata il suo secondo titolo del Grande Slam in carriera, ancora una volta qui al Roland Garros, legittimando una leadership mondiale che da diversi mesi ormai appare incontrastata. La sua striscia positiva di vittorie si allunga a 35, eguagliando quella di Venus Williams che era la più lunga dall’inizio del millennio a questa parte, ma che comunque rimane ancora piuttosto lontana dai record assoluti di Navratilova (74) e Graf (66).
Per Coco Gauff un ottimo torneo che riscatta abbondantemente una stagione che finora era stata abbastanza in sordina. La finale è stata a senso unico, ma la differenza dal punto di vista tecnico al momento rimane importante, quindi il risultato non deve sorprendere, anche se le lacrime di Coco a fine match sono più che legittime date le doti e le ambizioni della ragazza.
Il regno di Swiatek, che era cominciato quasi per caso a causa del prematuro ritiro dell’allora n. 1 Ashleigh Barty nel mese di marzo, è stato legittimato a suon di risultati da questa giocatrice che per talento, stile di gioco e personalità si è dimostrata in poco tempo una “sovrana” più che legittima per un tennis femminile che, in un momento in cui ciò che gli fa più difetto è la continuità delle proprie stelle, ha trovato una campionessa che invece sta facendo della continuità ad altissimo livello la sua carta vincente.