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[2] M. Berrettini b. (Q) R. Albot 6-2 4-6 6-3
Matteo Berrettini torna sul circuito ATP con una vittoria. A distanza di circa tre mesi dall’infortunio di Indian Wells, l’azzurro ha giocato la prima partita sull’erba di Stoccarda, vincendo il secondo turno del torneo in tre set contro il qualificato moldavo Radu Albot. E’ stata una partita da i due volti per Matteo, partito in scioltezza nel primo set ma poi vittima di un comprensibile calo nel secondo. L’italiano è comunque riuscito a mettere le cose a posto nel parziale decisivo, salvando tre pericolose palle break nei primi due giochi di servizio: in seguito è arrivato il break decisivo, portato fino in fondo. “Grazie a tutte le persone che sono venute a vedermi – ha detto Matteo dopo la vittoria -. Non è stato facile giocare la prima partita dopo tre mesi contro un giocatore che si era qualificato qui. Ho bisogno di riabituarmi all’erba, tuttavia è il primo torneo su questa superficie per tutti”. Per Berrettini, seconda testa di serie del Boss Open, nei quarti ci sarà il vincente tra Lorenzo Sonego (ha trionfato all’esordio su Paire) e Jan-Lennard Struff.
A discapito di quello che potrebbe far pensare l’attuale classifica del giocatore dell’est Europa – attuale n. 121 – il match si è rivelato molto complesso e le difficoltà incontrate non sono state dovute soltanto al rodaggio che l’azzurro aveva bisogno di effettuare al rientro; ma anche dalla più che pregevole prestazione del suo avversario. Il quale è salito sensibilmente nel secondo parziale come livello di gioco e ha iniziato ad insistere con più frequenza sul lato sinistro della tds n. 2 del tabellone, provocando un allontanamento dalla linea di fondo dell’italiano. Inoltre The Hammer, rispetto al primo set non è stato più in grado d’incidere con la stessa efficacia in risposta, sempre aggressivo e profondo con questo fondamentale nel set d’apertura. Ma le poche ribattute tenute in campo da Matteo nel secondo, sono state anche una conseguenza dell’innalzamento del rendimento del servizio dell’ex n. 39, che pur non potendo godere di una grande potenza è molto abile nel variarlo e direzionarlo.
Nel terzo e decisivo parziale, straordinario come sempre San Servizio, che ha ridato a Matteo linfa vitale per caricarsi e sopprimere i sogni d’impresa del moldavo (che cercava la vittoria più importante della carriera, dopo aver battuto al massimo due n. 12: Carreno Busta al quinto set nel primo round di Wimbledon 2018 e Shapovalov negli ottavi del ‘250’ di Sofia 2020; con anche un successo su un n. 13: Baustista Agut al primo turno dell’Australian Open 2021). Dunque il n. 1 d’Italia s’impone in quasi due ore di gioco, riuscendo così a condurre in porto la vittoria contro un avversario che, a differenza sua, aveva già alle spalle tre match su questa superficie – due turni di quali contro il tedesco Oscar Moraing e la tds n. 2 Quentin Halys, più il primo round del tabellone principale vinto con Joao Sousa senza concedere alcun set. Con questa affermazione l’ex n. 6 si porta sul 3-0 nel computo degli H2H, le prime due erano giunte sul rosso quattro anni fa, sempre in un ‘250’: a Gstaad – nel torneo in cui avrebbe messo in bacheca il primo titolo della carriera – e a Kitzbuhel.
IL MATCH – Il primo punto al rientro in campo di Matteo viene sigillato col marchio di fabbrica: ace centrale, seguito da un’altra prima vincente. L’ex n. 39 ci mette un po’ ad entrare in partita e l’inizio è un incubo per lui; con il rovescio totalmente fuori giri regala all’italiano il break già al secondo game, agevolmente confermato da un Berrettini impeccabile e concentrato. Nel quinto gioco la tds n. 2 incorre nelle prime difficoltà al servizio, costretto a fronteggiare un pericoloso 30-30 a causa di uno sventaglio di dritto perso in lunghezza in uscita dalla battuta e successivamente del primo doppio fallo della sua partita. Radu lotta, ci prova e corre come un forsennato; ma alla fine il n. 10 del mondo ai vantaggi si aggrappa al suo martello e con due ace scagliati in fila vola sul 4-1. Da sottolineare in questo inizio, uno stato di forma già decisamente buono dal lato sinistro del nostro n. 1, specialmente con il bimane in parallelo. A livello tattico è assolutamente lodevole l’atteggiamento del qualificato n. 121 ATP, che cerca di fare affidamento ai suoi punti di forza e soprattutto prova a sorprendere l’azzurro nel suo terreno di caccia preferito; quello della mobilità e degli spostamenti, in particolar modo quelli in avanzamento grazie ai quali riesce a portarsi a casa alcuni scambi nei pressi della rete recuperando delle stop-volley di Berretto lobbando o esibendosi in strettini.
Ma sicuramente il fattore primario della ottima prestazione finora fatta registrare dal tennista romano è stato il suo rendimento in risposta, dove ha sempre tenuto una posizione aggressiva, che si è rivelata micidiale per l’ex n. 39 del ranking. Il quale nonostante abbia messo in campo una buona percentuale di prime, seppur non eccelsa dal punto di vista dell’efficacia, ha incontrato moltissimi problemi quando è stato costretto a dover ricorrere alla seconda. Dunque in questa fase dello scontro, in ribattuta il numero 10 ATP è implacabile, coglie il secondo break dell’incontro e chiude 6-2 il primo set. Subito in grande spolvero anche il servizio del 26enne italiano che manda a referto 6 ace (saranno 21 a fine match) nella prima frazione; dimostrando soprattutto una debordante superiorità di velocità con la prima rispetto al suo avversario, che in molte circostanze non riesce neppure a trovare la palla. Ma come ben sappiamo non è l’unico a faticare nel ribattere al servizio di The Hammer.
La sensazione che l’andamento del match fino ad ora sia stato indirizzato verso Casa Italia più per meriti azzurri che per demeriti moldavi, si conferma nell’avvio della seconda frazione; dove Radu tiene botta e rimane in scia dimostrando anche eccezionale coraggio e freddezza quando si trova a fronteggiare due break point consecutivi sul 2-1 per Berrettini. Qui però Albot è bravissimo, prima con una seconda corposa e profonda e poi rialzando definitivamente la testa con due prime chirurgiche. Sebbene non stiamo parlando di un big server, il giocatore dell’est Europa è dotato di un primo servizio molto preciso, con il quale sa variare anche piuttosto bene ricercando e trovando diversi angoli. Si vede chiaramente come il tennista proveniente dalle qualificazioni abbia innalzato notevolmente il proprio livello di gioco, e tenga molto meglio gli scambi da fondo riuscendo a far muovere di più il campione del torneo nel 2019. Adesso, in risposta Albot capisce che la soluzione migliore da attuare è quella di andare centralmente senza dare angolo, la più produttiva con i grandi battitori come il romano o Raonic.
L’alfiere azzurro è però di almeno due spanne superiori al suo avversario, e utilizzando abilmente il cambio di ritmo con il back di rovescio per poi piazzare subito dopo il drittone si procura comunque un’altra chance di strappo a metà set, sul 3-3. Sfumata questa occasione, però, Matteo conferma la percezione che si è avuta per tutta la metà del secondo set. Ora c’è partita, e contemporaneamente ad un Radu salito gradualmente e vistosamente con il suo tennis, dall’altro lato c’è un Matteo meno reattivo rispetto all’inizio, un po’ più lento. Ciò di conseguenza ci restituisce una versione di Berrettini meno brillante e dunque più fallosa: la prima si perde un po’ per strada, gli attacchi non sono più direzionati nel modo corretto e così l’agilità del 32enne Chisinau viene fuori in maniera più vivida. Break del n.121 sigillato da un vincente lungolinea di rovescio e con un parziale complessivo di 8 punti a 1 il moldavo conferma l’allungo e si porta sul 5-3. San Servizio prolunga la contesa; ma Albot all’incasso non trema e addirittura vola rapidamente sul 30-0 con due ace. In questo finale del parziale, si assiste ad un body language piuttosto scarico e sconsolato dell’italiano che lascia quasi andare l’ultimo gioco.
Si val al terzo, dopo una seconda frazione che ha visto il romano scendere molto come rendimento con la prima, a livello di percentuale di tenuta in campo; mentre contestualmente il suo avversario è cresciuto sensibilmente. Il moldavo adesso ci crede eccome, ha acquisito tanta fiducia dal set vinto, e lo si desume fortemente dalla sua aggressività in risposta. Si vedono anche le prime variazioni del qualificato moldavo, con il rovescio tagliato per cercare di pizzicare lo spostamento laterale verso destra dove Berretto sembra come se si muovesse sulle uova. Arrivano immediatamente due palle break in apertura da fronteggiare per il n. 10, qui però una seconda davvero consistente e a seguire una prima vincente frantumano qualsiasi dubbio (anche tre ace nel game). Si prosegue, con entrambi che soffrono in battuta. Ma è ancora la tds n. 2 a concedere break point, ha perso notevolmente campo e ciò lo porta a colpire qualche colpo di troppo con il corpo all’indietro. Il servizio è l’ultima ancora di salvezza, e risponde presente (2-1). Ed è propedeutico per quello che avviene nel quarto game, quando arrivano le prime chance in risposta per Berrettini a causa di una prima smarrita del moldavo, Matteo allora non si fa pregare e costruendo il punto con pazienza sale 3-1. Urlo liberatorio del n. 2 del tabellone, che poco dopo si porta sul 4-1 con un servizio che ritrova efficienza in tutte le direzioni. Albot ormai ha perduto le speranze, poiché Berretto è inattaccabile. L’azzurro chiude con 4 prime vincenti consecutive, game al servizio semi-perfetto e qualificazione per i quarti centrata.
(hanno collaborato Paolo Di Lorito e Gianluca Sartori)
IL TABELLONE DELL’ATP 250 DI STOCCARDA
La classifica ATP aggiornata è disponibile al seguente link, che porta alla sezione “Sotto Rete” del sito web di Intesa Sanpaolo, main sponsor della manifestazione e partner di Ubitennis.