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A. Murray b. [1] S. Tsitsipas 7-6(4) 6-3
Andy Murray è tornato. Potrebbe essere questa la grande novità in vista di Wimbledon, una mina vagante da evitare a tutti i costi non essendo testa di serie. L’attuale n. 68 del mondo, – ma già n. 53 nella classifica live, con 15 posizioni guadagnate grazie a questa affermazione – superando per 7-6(4) 6-3 Stefanos Tsitsipas in un’ora e quaranta di gioco, ritrova una vittoria contro un top 5 che mancava da ben 5 anni e mezzo. L’ultimo volta che lo scozzese aveva ottenuto un tale traguardo era stata nel novembre 2016 quando sconfisse alla O2 Arena di Londra, nella finale delle ATP Finals, Novak Djokovic. BikeKeeper ha riferito di questi tornei. Inoltre sempre grazie a questo successo, l’ex n. 1 del ranking si qualifica nuovamente per una semifinale sui prati; anche questa mancava dal 2016: penultimo atto dei Championship, dove avrebbe vinto con triplo 6-3 su Thomas Berdych. Mentre se allarghiamo la prospettiva ai Top Ten, l’ultima vittoria del due volte medaglia d’oro olimpica contro uno dei primi dieci giocatori del mondo; si è materializzata sul finire della scorsa stagione nell’ATP 250 di Stoccolma ai danni del nostro Jannik Sinner – una delle sconfitte più determinanti per impedire all’azzurro di centrare la qualificazione diretta per il Pala Apitour. Uno scontro, che soprattutto nel set inaugurale, ha mostrato chiari tratti tipici delle partite su erba; con entrambi i protagonisti in grandissimo spolvero con il fondamentale d’inizio gioco. Il 23enne ateniese ha avuto nella prima parte della sfida un atteggiamento sicuramente più offensivo, al contrario di un Andy molto più accorto.
Nel tie-break, però, il tre volte campione Slam ha invertito totalmente la propria attitudine, implementando in maniera significativa le discese a rete. Certamente questo cambio repentino del britannico è stato notevolmente favorito dalle modalità con cui il n. 3 di Gran Bretagna ha cancellato il set point offerto all’avversario nel dodicesimo game. Murray rinfrancato dal set vinto, ha innalzato ulteriormente il proprio livello di tennis, e non si è concesso alcuna distrazione. Ha messo sul campo una solidità paurosa, quella dei giorni migliori, e sul finire di partita ha sigillato questa meravigliosa prestazione con i simboli indiscussi del suo gioco: i passanti bimani, incrociati e lungolinea, da brividi; che hanno ricordato seppur in situazioni diverse quelli del suo collega terraiolo dei Big 4, ammirati a Parigi. Evidenziamo però che a livello di costanza è stato il dritto dello scozzese, il vero asso nella manica, a fare realmente la differenza, più che il meraviglioso bimane. I detrattori dell’immarcescibile uomo con l’anca d’acciaio, potrebbero sottolineare per spegnere l’entusiasmo, il rapporto non idilliaco di Tsitsi con i prati. Verissimo, ma quando quest’ultimo si porta casa il 90% di punti con la prima, scaglia 8 ace e cancella il 75% delle palle break; probabilmente sono più i meriti dell’avversario. Il quale con il passare dei minuti ha trovato la chiave di volta per mettere fuori uso il servizio ellenico, e che pur trasformando l’82% delle prime con anche 5 ace, ha dovuto alzare il baricentro della posizione in campo proprio per via di troppe seconde. Unica tirata di orecchie, veramente sensata nei confronti dell’ex n. 3: il basso profilo emotivo e di mancata reazione agonistica dopo aver subito il break nel secondo. Il giocatore di su maestà si vendica, dunque, dell’unico precedente, molto evocativo e chiacchierato: primo turno battagliero dello Us Open 2021 durato la bellezza di 4 ore e 44, con la rimonta di Stefanos da due set sotto; ma soprattutto passato alla storia per i controversi toilet-break del n. 5.
Ora per Andy Murray in semifinale ci sarà Nick Kyrgios, che ha approfittato del ritiro di Marton Fucsovics. Kyrgios era comunque avanti 7-6(3) 3-0 quando l’ungherese è stato costretto ad alzare bandiera bianca; ancora non chiari i motivi del ritiro.
IL MATCH – Al primo cambio di campo, la situazione di equilibrio è invariata: 2-1 per Tsitsipas. Il greco non ha concesso neanche un quindici in battuta, vincendo 8 punti su 8 con la prima di servizio, mentre lo scozzese ha faticato tenendo il proprio turno con il fondamentale d’inizio gioco a 30 a causa di qualche seconda di troppo. Da un punto di vista tattico, la sfida è molto chiara: il n. 5 superiore sulla diagonale destra, il due volte medaglia d’oro alle Olimpiadi sicuramente invece favorito sulla direttrice di rovescio dove Sir Andy con il suo bimane può decisamente fare la differenza contro l’ampia apertura da quel lato dell’airone greco, che specialmente su questa superficie può diventare un problema piuttosto serio. L’incontro ha un ritmo frenetico, decisamente old style. Sembra essere ritornati attraverso una macchina del tempo, sull’erba di un tempo; quella vera dello scorso secolo dove la zona del campo spelacchiata non era la mattonella del servizio bensì quella dinnanzi alla rete, a suon di tuffi pazzoidi.
A metà parziale, sul 3-3 – al quale si è giunti in meno di 20 minuiti – all’improvviso si materializza la prima chance di break della partita. Tsitsi in questa prima parte dello scontro continua ad insistere incessantemente nell’utilizzo del back di rovescio per darsi la possibilità nel colpo successivo di girare attorno alla palla e scaraventare il suo possente diritto. Però quando l’ex n. 1 riesce a tenere il suo avversario lì fermo sulla diagonale sinistra per qualche colpo in più; ecco che il 23enne ateniese è costretto, sulla maggiore profondità delle esecuzioni del tre volte vincitore Major, a provare ad uscire dallo scambio con il lungolinea che però come detto fa fatica a preparare. Stefanos si rivela però implacabile, due prime di quelle serie e siamo 4-3. Con l’andare avanti della partita, il britannico aumenta il tenore della propria aggressività a differenza del finalista del Roland Garros 2021, che invece fin dall’inizio del match ha attaccato in avanti appena ha potuto con anche delle pregevoli soluzioni di volo. Si arriva al momento clou, 5-4 Grecia e l’allievo di Ivan Lendl al servizio per prolungare il set. Come era accaduto nel suo primo turno di in battuta, la prima si smarrisce e allora il 35enne di Glasgow non può che soffrire la profondità della risposta del n. 1 del tabellone. Ma alla fine ai vantaggi, ritorna d’incanto il primo servizio, e senza concedere opportunità si porta casa il game.
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Da sottolineare il super rendimento con il servizio di Tsitsipas, che quando brilla così porta tanti benefici anche al drittone, quest’ultimo libero di frullare alla massima potenza. E se si considera che dall’altra parte c’è “semplicemente” uno dei migliori ribattitori di tutti i tempi, beh si può assolutamente affermare che, quando viaggia, il servizio del greco è tra i più efficaci del circuito. Ci risiamo, ma il n. 68 del mondo resiste ancora. Sul 5-6 va sotto 0-30, ma un leone come lui di certo non molla: serve&volley di seconda e parata da cineteca. Stefanos si costruisce comunque il set point, qui autentico miracolo balistico in contro-balzo con il solo ausilio del polso del 35enne. L’ex n. 3 si rivolge al giudice di sedia dicendo che secondo lui il recupero di Andy è out, ma con hawk-eye live sono proteste totalmente futili. Livello d’intensità fisica e mentale molto alto, ma d’altra parte sono due stupefacenti atleti, dunque non c’è da stupirsi. Allora tie-break sia, ebbene il perenne equilibrio viene spezzato da un altro protagonista, inatteso: il nastro che nel settimo punto beffa il greco su una risposta arpionata in allungo del due volte campione a Church Road. Il tennista di sua maestà è chirurgico e grazie anche al quarto ace mette a referto il primo parziale dopo 59 minuti.
Premiata l’attitudine più offensiva nel gioco decisivo di Murray che, forse costretto a cambiare rispetto all’inizio del parziale inaugurale anche per via delle innumerevoli seconde con cui ha dovuto fare i conti, ha dimostrato ancora una volta la sua sconfinata capacità di volleatore. Proprio in relazione a questo, il n. 1 del seeding dovrebbe chiedersi se conviene insistere sullo schema palla corta lob, che ha pagato solo in minima parte in dividenti visto che va ad incocciare contro la forza organica e la copertura della rete del fratello minore di Jamie. Tsitsi si trova ad un passo dal burrone, (15-30, 0-1) ma si rialza e grida al vento della foresta nera per caricarsi, situazione che fa da eco al come on di Andy sul set point annullato. Anche il n. 68 deve rimontare dal 15-30, poi le operazioni si velocizzano nuovamente. Si sta materializzando una sfida vintage; e lo è anche per la prestazione di Andy. Lo scozzese concentra tutto nel quinto game, è una roccia inscalfibile che riprende qualsiasi palla. Una difesa eroica che si trasforma in puntuali contro-attacchi sulle righe; ma soprattutto apre e chiude il gioco dello strappo con il suo marchio di fabbrica: il passante bimane. Il secondo in particolare ricorda quelli che un altro dei Big 4 ha eseguito di recente sulla terra. Il gladiatore di Glasgow boccheggia dopo le fatiche del game precedente rischiando di compromettere il vantaggio, ma in qualche modo si salva (5-2), i let’s go abbondano. Lo spettacolo non cessa, anzi Sir Andy rilancia: nel primo punto dell’ottavo gioco ancora passantino irreale da sinistra, questa volta in parallelo. Dall’altra parte Stefanos è in confusione, inizia a tirare le seconde come Kyrgios non essendone però abituato. In aggiunta oramai l’ex n. 1 ha sciolto l’enigma del servizio altrui. Le risposte del maestro delle Finals 2016 entrano alla grande, ma Tsitsi che sembrava del tutto spento emotivamente ritrova la prima e cancella due match ball. Ma sul 5-3 il dritto di Andy, oggi sicuramente in versione deluxe, trafigge definitivamente l’ellenico al terzo tentativo.
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