“Incredibile, è l’ultima cosa che avrei immaginato: tornare da un infortunio, dalla prima operazione della mia vita, e subito vincere. Non ho giocato al meglio nei primi turni, il mio tennis è migliorato di partita in partita“. Con queste parole il n.1 italiano Matteo Berrettini ha commentato la vittoria di Stoccarda ai danni di Andy Murray. Si tratta del sesto titolo in carriera – quinto a livello 250.
“È stata dura, Murray ha avuto l’occasione di forzare la partita al terzo set: congratulazioni a lui, era chiaro che fosse infortunato e mi dispiace che sia finita così. Per me è stato un onore giocare contro di lui per tutto quello che ha fatto in carriera”. Matteo non giocava da tre mesi – ultimo match datato 16 marzo scorso in ottavi ad Indian Wells contro il serbo Kecmanovic – e tornare vincendo nel torneo che fu di Nadal (tre volte) e Federer (2018) è un grande segnale in vista dei Championship. La storia del Boss Open è alquanto singolare. Fino al 2014 si giocava sulla terra rossa, poi dal 2015 il cambio pelle: dal rosso mattone della terra si è passati al verde dell’erba. Una buona notizia per Berrettini che sull’erba si muove come nel suo habitat naturale: è diventato il quarto tennista a vincere Stoccarda per due volte nell’era Open dopo Muster (1995, 1996), Kuerten (1998, 2001) e Nadal (2005, 2007, 2015), ma è il primo a farlo per due volte da quando il torneo si gioca sull’erba.
Non è più un segreto, ormai, che le caratteristiche di questa superficie esaltino al meglio il tennis di Matteo. Dal 2019 ad oggi il suo record è di 26 vittorie e 3 sconfitte, arrivate contro David Goffin (Halle 2019), Roger Federer (Wimbledon 2019) e Novak Djokovic (Wimbledon 2021). In mezzo, tre tornei vinti (Stoccarda 2019, Queen’s 2021, Stoccarda 2022) che gli permettono di sedersi al tavolo dei primi dieci giocatori della storia con la miglior percentuale di vittorie su erba (82.3%). Insomma, non è solo la storica finale di Wimbledon 2021 che spinge a definire Matteo il miglior giocatore italiano di sempre sull’erba.
Messi in cascina i 250 punti della vittoria del torneo, adesso Matteo è già con la testa al prossimo: il Queen’s Club Championships di Londra, ATP 500 che lo vede campione in carica. L’anno scorso trionfò battendo in finale il giocatore di casa Cameron Norrie in tre set. Ad attenderlo un primo turno contro Evans, poi eventualmente un secondo turno contro Murray o Sonego, entrambi affrontati e battuti a Stoccarda. Sarà un torneo complicato, ma quando si presenta ai nastri di partenza sull’erba Matteo Berrettini parte sfavorito con pochi. Un vero peccato che la stagione sul verde duri un mese scarso, in attesa che l’idea di istituire un Masters 1000 sull’erba promossa dal presidente ATP Andrea Gaudenzi diventi realtà. Ma il pensiero oggi non può non andare anche a Wimbledon, sebbene il fatto che si giochi senza punti per la classifica penalizza molto Matteo, il quale non potrà difendere i punti della finale dell’anno scorso. L’inevitabile discesa nel ranking è una motivazione in più per fare bene al Queen’s.