[1] D. Medvedev b. [7] R. Bautista Agut 6-2 6-4
Daniil Medvedev finalmente ce l’ha fatta, ha battuto per la prima volta in carriera lo spagnolo Roberto Bautista Agut al quarto tentativo. È infatti il russo, il giocatore a fare suo il primo quarto della della parte alta nel Terra Wortmann Open dopo 1h26 minuti di partita con lo score di 6-2 6-4. Il n. 1 del mondo dà così continuità all’ottimo torneo disputato la settimana scorsa in quel di ‘s-Hertogenbosh – dove si è arreso solo dinnanzi alla favola moderna di Van Rijthoven – demolendo il 34enne valenziano. Un match che però, stando al punteggio, può sembrare in realtà più comodo di quando invece effettivamente si è rivelato. Basti pensare, solamente, che il campione in carica dello Slam newyorkese ha dovuto cancellare ben 9 palle break su altrettante concesse, ed è questo il grande merito della prestazione odierna del 26enne moscovita: la capacità di far valere tutta la propria forza mentale e allo stesso modo di essere in grado di tirare fuori, sempre nel momento opportuno, la sua dirompente prima di servizio (uno straordinario 82% di punti vinti, 37/45, con l’aggiunta non indifferente di 8 ace) per frantumare le occasioni in risposta dell’avversario. Per quanto potesse sembrare un match tra due tennisti poco avvezzi alla superfice erbosa, in realtà bisogna ricordare che a discapito della sua nomea di regolarista da fondo, il nativo di Castéllon de la Plana ha ottenuto il miglior risultato della carriera proprio sui prati: la semifinale di Wimbledon 2019 e se ciò non bastasse va anche evidenziato come il primo titolo nel circuito ATP di Bautista sia giunto sull’erba di ‘s-Hertogenbosh nel 2014. Ma come già preannunciato, l’insidia maggiore per la tds n. 1 del seeding era rappresentata dal ricordo dei precedenti confronti diretti con il n. 7 del tabellone; un bilancio – che prima di oggi – recitava un secco 3-0 per l’ex n. 9 delle classifiche.
IL MATCH – La partita vede fronteggiarsi due giocatori dalle caratteristiche simili; due tennisti che amano sfidare il proprio avversario con scambi lunghi da fondocampo. Entrambi inoltre possono contare su un arsenale di colpi molto piatti, con esecuzioni a fil di nastro. Dunque si prospetta un incontro, anche e soprattutto di resistenza fisica e mentale, che premierà chi dei due riuscirà a mantenere intatta la propria solidità nel palleggio prolungato. Sicuramente però Medvedev può fare affidamento a dei fondamentali nettamente più corposi sotto il profilo della potenza, mentre Bautista è sempre stato abile nella sua carriera ad appoggiarsi sulla robustezza dei colpi altrui ma non è mai stato in possesso di un colpo definitivo, con il quale ammazzare lo scambio. E fin dalle prime battute della sfida, si assiste compiutamente alle peculiarità tecniche dei due protagonisti; con anche un senso tattico insito nella conoscenza del proprio gioco e che permette ad ambedue di disegnare il campo attraverso la ricerca continua di angoli tra i più disparati. L’inizio del match premia la maggiore potenza del russo, che si procura la prima palla break della partita nel gioco inaugurale.
Il 34enne valenziano, però pur non potendo godere del servizio debordante del 26enne moscovita, riesce a mantenere quasi sempre il controllo degli scambi usufruendo di una prima ben lavorata e che è in grado di saper diversificare sia a livello di direzioni che di tagli; e difatti con assoluta prontezza cancella la prima chance in riposta al n. 1 del mondo. Questa capacità di mostrarsi lucido quanto più conta, ed in particolar modo di mettere sempre sul campo un atteggiamento offensivo quando i punti scottano; premia lo spagnolo con la sua prima occasione in ribattuta nel quarto game. Anche Daniil però si salva aggrappandosi al fondamentale d’inizio gioco, per poi nel successivo turno di servizio dell’iberico piazzare il primo allungo al terzo tentativo utile. A questo punto il campione in carica dello Us Open entra in modalità rullo compressore e lasciando le briciole a Roberto si mette in saccoccia la frazione dopo 41 minuti; vincendo gli ultimi quattro giochi del set e strappando ancora una volta il servizio al nativo di Castéllon de la Plana.
L’ex n. 9 delle classifiche ha un moto d’orgoglio nei primi scampoli del secondo parziale e volendo far leva sui precedenti cerca disperatamente una crepa nel gioco dell’orso russo. L’attuale n. 20 ATP sembra riuscire nel suo intento, procurandosi tre possibilità di break nel primo turno di battuta della testa di serie n. 1 del tabellone. Ma, in quello che è il terzo game con il classe ’96 al servizio che si decide ai vantaggi, nel momento del bisogno il martello a propulsione, che supera costantemente i 220 km/h, del ragazzo di Mosca risponde presente e frantuma i tre break point. Il tennista senza bandiera, però, non ha ancora del tutto scampato il pericolo e si ritrova nuovamente sull’orlo del precipizio sul 2-3, quando è costretto ad affrontare la sesta palla break contro del match (la quarta del set). Ma anche in questo caso, è semplicemente letale e mortifero; annulla la chance e si porta in parità (3-3). Nel fatidico settimo game, le troppe occasioni non colte affossano psicologicamente anche una roccia come il semifinalista di Wimbledon 2019: strappo a 30 che si rivelerà deleterio per il prosieguo dell’incontro. Daniil, infatti, dopo aver superato l’ultimo pressure test della partita, al servizio per consolidare il vantaggio dove ha dovuto frantumare altre tre possibilità di break spagnolo – come nel suo primo turno in battuta della frazione -, firma la vittoria dopo un’ora e ventisei complessive di match. La maledizione è spezzata, lo stato di forma continua a carburare sempre più e l’adattamento ai prati acquisisce sempre qualcosina in più. Peccato non vederlo a Church Road, ma tant’è.
N. Kyrgios b. [6] P. Carreno-Busta 6-4 6-2
A seguire sono scesi in campo sulla Owl Arena, per il secondo quarto di finale della parte bassa, la tds n. 6 Pablo Carreno-Busta e Nick Kyrgios. Il risultato della sfida ha visto il medesimo punteggio della partita inaugurale – che ha aperto il programma odierno sul verde della Renania settentrionale – con però i due set invertiti. Infatti il 27enne di Canberra si è sbarazzato dell’asturiano n. 19 ATP per 6-4 6-2 in poco più di un’ora di match, centrando così la sua terza semifinale consecutiva nel Tour maggiore, dopo quelle di Houston (persa da Opelka, poi trionfatore in finale su Isner) e della settimana scorsa a Stoccarda – ha smarrito le staffe, gettando il match alle ortiche contro Murray – e rientrando virtualmente nei primi 50 giocatori della classifica.
LE DIATRIBE PASSATE A METTERE ULTERIORE PEPE ALLA SFIDA – Questa è stata certamente una sfida, che non si è disputata unicamente per il passaggio in semifinale; ma anche per qualcosa in più che trascende dal tennis giocato. Tra i due protagonisti serpeggiava sicuramente della ruggine, risalente alle dichiarazioni al veleno rilasciate dall’ex n. 13 del mondo nel 2020; quando il giocatore aussie aveva scelto di non rientrare a competere dopo la pausa per la pandemia e al contempo si era reso protagonista di una stilettata nei confronti del due volte semifinalista Slam; affermando nei suoi confronti dopo il raggiungimento degli ottavi agli Us Open dell’iberico che: “Se non fosse esistita la terra battuta, non si sarebbe mai neanche avvicinato alla Top 50”. Pablo rispose per le rime all’attacco gratuito del collega, dichiarando su Nick: “Si sentirà piuttosto annoiato, quando tornerà a giocare nei tornei parleremo di lui perché se lo merita. Nel frattempo continuerà a twittare da casa”. La telenovela non si concluse qui, poiché il buon Kyrgios scrisse la parola fine alla vicenda sentenziando e rincarando la dose: “Ovviamente mi piacerebbe giocare allo Us Open, ma a causa delle condizioni non mi sentivo a mio agio. Si Carreno-Busta, sono un po’ annoiato e preferirei batterti per la terza volta”.
KYRGIOS INTERROMPE LA TRADIZIONE POSITIVA DI CARRENO SUI PRATI CONTRO GLI AUSTRALIANI – Dunque tale possibilità – che sembrava più vicina ad una dichiarazione d’intenti – tanto agognata dal n. 65 si è finalmente presentata di fronte ai suoi occhi, e il bad boy non se l’è fatta di certo sfuggire: il 3-0 negli scontri diretti è prontamente servito, dopo la semifinale al ‘250’ di Estoril 2015 – vinta in rimonta dal tennista di origini malesi – e il primo turno di un anno più tardi a casa dell’irriverente australiano nel Major Down Under. Curioso notare come la cabala spingesse la propria sfera d’influenza verso il nativo di Gijon, dato che è possibile osservare come Carreno-Busta avesse vinto solo cinque partite in carriera sull’erba prima di questa settimana ma ciò nonostante ha raggiunto due semifinali ad Antalya 2019 e a Maiorca un anno fa. Ebbene nei due quarti di finale precedentemente disputati sui prati, aveva rispettivamente superato Bernard Tomic e Jordan Thompson.
IL MATCH – A partire meglio dai blocchi è stato l’ex n. 13, procurandosi due chance di break; ma Carreno le ha cancellate senza il minimo tentennamento. Questa reazione dello spagnolo è stato l’unico momento di reale equilibrio. Da lì in poi one man show dello strabiliante tennista aussie, che con fare cinico ha strappato l’allungo decisivo per incamerare il primo parziale. Infatti Nick ha gestito meravigliosamente il vantaggio acquisito nel quinto game, dovendo solamente ricorrere all’oltranza nell’ottavo gioco. Vinto il set di apertura dopo 36 minuti di partita, il 27enne di origini greche ha letteralmente tramortito il proprio avversario breakkando immediatamente ed involandosi sul 3-1. A quel punto per rendere soltanto formali i game finali dell’incontro, il classe ’95 ha ulteriormente accelerato per poi passeggiare negli ultimi frammenti dell’incontro. Come per Medvedev, sontuosa la prestazione al servizio dell’australiano, anzi potremmo definirla senza pericolo di essere smentiti anche nettamente migliore; visto che oltre al regale rendimento con la prima: 71% di prime in campo, ma soprattutto 91% (29/32) di realizzazione; ha fatto da contro altare un surreale 69% di conversione con la seconda (9/13) e complici questi numeri magistrali Kyrgios non ha concesso neanche una palla break. In semifinale troverà Hubert Hurkacz, che ha battuto Felix Auger-Aliassime con il punteggio di 7-6(2) 7-6(4) in un’ora e tre quarti. Nessun precedente fra i due.
[SE] O. Otte b. [8] K. Kachanov 4-6 7-6(5) 6-4 (di Matteo Beltrami)
Dopo la semifinale della settimana scorsa al Boss Open di Stoccarda, Oscar Otte centra un’altra semifinale sempre sull’erba e sempre nella nativa Germania al Terra Wortmann Open di Halle. In poco più di due ore di gioco ha sconfitto l’ottava testa di serie Karen Khachanov rimontando un set di svantaggio. Il russo si era aggiudicato il primo parziale nel quale era stato assolutamente ingiocabile sulla propria battuta (un solo punto ceduto) ed aveva sfruttato l’unica chance di breakkare ottenuta al nono game.
Nel secondo set, tuttavia, Otte dopo aver salvato un pericoloso 15-40 nel game d’avvio e un 30-40 due giochi più tardi, è sempre stato in testa, conducendo nel punteggio un set che ha visto solo 5 punti vinti dal ribattitore in nove games, e chiudendo il tie-break con un minbreak ottenuto sul 3-2.
Nel set decisivo, Otte ha strappato il servizio a zero a Khachanov sul 2-2 dopo aver rimontato da 0-40 nel game precedente, e poi ha portato il break fino alla fine cancellando una chance del 5-5 quando stava servendo per il match.
In semifinale Otte sarà l’avversario nel n. 1 del mondo Daniil Medvedev.