Il 2022, anno di stelle cadenti. Il massimo del bagliore è alle spalle anche per Monica Puig, il cui momento di luce più intensa (e inattesa) rimane la medaglia d’oro all’Olimpiade di Rio del 2016. Dopo aver fatto risuonare in Brasile l’inno di Porto Rico, però, c’è stato poco altro – complici anche i guai fisici – nel cammino di una tennista che rimarrà per sempre un’icona nell’isola caraibica. Lì dove il basket e ancor di più il baseball sono religione. Puig, che ha solo 29 anni, continuerà con grande probabilità la sua esperienza da voce tecnica per il tennis di ESPN (esperienza avviata già da qualche tempo). L’annuncio del suo ritiro è stato l’ultimo della serie in un’annata – e siamo appena a metà del calendario – che ha già fatto registrare un gran numero di racchette appese al chiodo. Siamo già oltre quota 15, nella somma dei forfait annunciati tra il circuito maschile e quello femminile. Un tema ricorrente al punto da aver fatto suonare l’allarme, poi smentito, di una conferenza stampa di Nadal in cui avrebbe salutato tutti dopo la finale del Roland Garros. Nulla di tutto ciò, ma con l’aria che tira…
NUMERI UNO – Anche perché il botto c’è già stato. A marzo, con un annuncio a sorpresa – al netto del suo essere anticonvenzionale – Ashleigh Barty ha chiuso la sua carriera a soli 25 anni lasciando vacante il trono del ranking WTA dopo tre titoli Slam e 121 settimane da numero uno. “Vincere Wimbledon e poi l’Australian Open è stata la maniera perfetta per celebrare la mia carriera“, le sue parole di congedo, punto d’arrivo di una scelta non dettata dal logorio fisico ma dalla voglia e dalla necessità di aprire una nuova fase della vita. Perché il tennis ad altissimi livelli, si sa, assorbe ogni cosa. Quella del ritiro di Kim Clijsters è stata invece una saga, visto che la belga ad aprile – a 38 anni e con tre figli – ha detto “basta” per la terza volta (la prima a 23 anni), fisiologicamente senza spazio per ripensamenti. Sono stati gli infortuni al polso, diventati insostenibili dopo quattro operazioni, a spingere invece Cici Bellis a chiudere la carriera a soli 22 anni dopo essersi spinta da giovanissima fino al numero 35 WTA. I guai fisici hanno anche stoppato a 28 anni il cammino agonistico di Laura Robson (ex campionessa junior di Wimbledon), mentre è stato lo sgualcirsi della carta d’identità a fare il suo corso in altri casi. Avvolta un po’ dal mistero dopo le ultime vicende cinesi che l’hanno vista protagonista, ha ufficializzato il ritiro Shuai Peng raccontando all’Equipe di vivere a 36 anni una quotidianità “ordinaria”. Ultimo giro sui campi nell’anno in corso anche per l’ex campionessa di doppio a Wimbledon Kveta Peshke (a 46 anni, ci sta) e per Christie Ahn, ex top 100 statunitense che a meno di 30 ha scelto un’altra strada: curerà i social per il torneo di Amburgo, in programma dopo Wimbledon. Un altro ritiro assolutamente eccellente è stato quello di Sam Stosur: la campionessa di US Open 2011 e finalista del Roland Garros 2010 ha chiuso col singolare per dedicarsi soltanto al doppio, mentre nel 2023 non rivedremo una fuoriclasse del doppio come Sania Mirza e (con buona probabilità) anche Kirsten Flipkens, che hanno annunciato il loro ritiro a fine anno.
DELPO, ANDERSON e TSONGA – Meno lungo l’elenco dei saluti nel circuito maschile, ma di certo non meno significativo. A febbraio Juan Martin del Potro ha fatto commuovere l’Argentina (e non solo) dopo la sconfitta al primo turno di Buenos Aires contro il connazionale Delbonis, lasciando un senso di incompiuto per i disastri vincenti nelle metà campo avversarie che quel dritto avrebbe potuto produrre senza infortuni. A inizio maggio si è chiusa anche la carriera di Kevin Anderson, 35 anni, altro big server la cui struttura imponente è stata logorata da tante stagioni vissute ad alti livelli. Lacrime e applausi del pubblico amico anche per l’ultimo atto di Jo-WIlfred Tsonga al Roland Garros, dove il 38enne francese si è visto rovinare da un guaio alla spalla anche l’ultima partita contro Ruud. Tirerà avanti fino al termine della stagione Gilles Simon, mentre è già agli atti la sigla di chiusura per Tommy Robredo (40 anni, 25 anni di carriera, gli ultimi passati soprattutto nei Challenger). Percorso terminato anche per i pluridecorati doppisti Marc Lopez e Horia Tecau.
PROSPETTIVA – Fisiologico ricambio generazionale? Sì, nella gran parte dei casi. Ed è probabilmente una coincidenza che molti abbiano deciso proprio in questa stagione di smetterla con il giro del mondo per racimolare punti. Gli appassionati di tennis di tutto il mondo sperano che non tocchi a nessuno dei Big Three: Nadal ha fatto sapere di voler andare avanti fin quando regge, ma le condizioni del piede sinistro non lo lasciano tranquillo e Rafa ha già detto di non voler complicare ulteriormente la sua vita oltre il tennis. Poi c’è Federer che si vede in campo – sono sue parole – anche nel 2023 nonostante l’ultima apparizione risale a Wimbledon 2021. Ma a quasi 41 anni e con il regale ginocchio malandato che si ritrova, fare previsioni certe è impossibile. A proposito, a Wimbledon ci sarà anche Serena Williams che non gioca esattamente dallo Slam londinese di un anno fa. A febbraio, in un’intervista concessa a Bloomberg, ha parlato di un “ritiro che non può essere troppo lontano“. Il 2022, tutto sommato, sembra l’anno giusto.
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