ATP Queen’s, neanche la pioggia ferma Berrettini: batte Van De Zandschulp e va in finale
Matteo Berrettini commenta con grande soddisfazione la seconda finale consecutiva raggiunta dopo il titolo a Stoccarda:
Le condizioni oggi erano piuttosto diverse da quelle di ieri. Ha reso più semplice o più difficile il tuo match?
Sì, senza dubbio. La temperatura, la pioggia, il fatto che ci siamo fermati. Oggi mi sentivo meglio. Anche se diventa difficile giocare col vento specialmente sull’erba ma sì oggi mi sentivo un pochino meglio ma non direi che è stato più facile. Mi sentivo meglio e fin dal primo game ho capito che mi stavo concentrando nel modo giusto. Ieri non ho iniziato al meglio, oggi sì e quindi sono felice per questo.
Come hai gestito il ritardo dell’inizio del match? Quanto è difficile restare concentrati e come ci riesci?
Io ero pronto per iniziare alle 13 e poi qualche minuto primo del match ho visto che il referee non è venuto a chiamarmi e ho pensato che stesse piovendo e infatti l’hanno posticipata. Insomma è insidioso perché devi essere “caldo” e pronto ma allo stesso tempo non vuoi stancarti. Avevo cominciato il riscaldamento alle 12.30 quindi avevo già corso e sudato mezz’ora, ho fatto anche degli sprint. Un’ora di riscaldamento sarebbe stato troppo ma allo stesso tempo non sai quando smetterà di piovere. Impari a gestirlo comunque, è successo anche a Rio quest’anno. Non devi distrarti mai, come se stessi giocando lo stesso ma senza colpire la pallina.
Dal 2019, hai fatto registrare 30 vittorie sull’erba e solo 3 sconfitte, il che è piuttosto notevole. A cosa attribuisci il tuo successo sull’erba?
Difficile dirlo. Prima di tutto, penso che il mio gioco sia adatto. Il mio servizio, il mio diritto, il fatto che lo slice sia davvero efficace su erba. Inoltre, soprattutto nel tennis di oggi, penso che sia davvero un aspetto mentale. Devi farti trovare pronto su questa superficie, non puoi perdere la concentrazione nemmeno per un po’ perché se vieni brekkato una volta può essere la fine del set. Comunque penso di non aver giocato tanti tornei come quanti ne ho giocato sulla terra battuta o sul cemento. Quindi in un certo senso è più difficile, ma è anche più facile; mi piace molto giocare sull’erba. Mi piace molto la sensazione. La palla è pesante e posso colpire a piena potenza senza mai avere la sensazione che la palla voli, e tutte le condizioni, in tutti i tornei sono più o meno le stesse direi. Sul cemento o sulla terra battuta, i campi possono essere molto diversi e le palle hanno piccoli cambiamenti, ma giochiamo sempre con le stesse palle sull’erba, quindi non cambia molto e penso che aiuti.
Volevo solo sapere cosa fai nel tuo tempo libero e, visto che sei single da poco, stai cercando l’amore nella tua vita?
Sì, sono single, ma non è qualcosa che sto cercando di cambiare. Non è che mi sveglio e dico: ora devo trovare l’amore. È solo qualcosa che immagino che se sta succede è un bene per me. Nel complesso trascorro più tempo con la mia squadra. Ho passato molto tempo con la mia famiglia quando mi sono infortunato, e mi sono goduto un po’ diversi tipi di vita e questo infortunio mi ha dato il tempo di fare cose diverse che non sarei in grado di fare se fossi in tour, quindi è stato difficile per quello, ma ero felice di poter fare quelle cose. Sono andato a Cannes e sono andato a seguire la F1 e ho fatto esperienze diverse, e ho sentito che quelle cose mi hanno dato energia una volta tornato in tour.
Prima della finale, hai sentito più pressione quest’anno o più l’anno scorso?
Non ricordo la pressione che ho sentito l’anno scorso. Immagino più o meno la stessa. Forse quest’anno le persone si aspettano di più da me perché ho vinto l’anno scorso, perché ero finalista a Wimbledon e ho vinto la scorsa settimana, quindi ora sono di nuovo in finale, ma me la sto cavando. Il primo giorno in cui ho sentito pressione è quando sono entrato in campo al primo turno contro Evans, quindi sono davvero felice di essere di nuovo qui. L’ho detto tante volte, ma è vero. Non sapevo se sarei stato in grado di farlo dopo l’intervento chirurgico alla mano. Quindi sono davvero felice per questo. Certo che sento la pressione. Sento la tensione. Sento di non dormire molto bene perché sto pensando a come potrebbe andare il gioco, a come potrebbe andare la partita, ma allo stesso tempo sono semplicemente troppo felice di essere qui, quindi credo che faccia parte del lavoro.
Hai pensato a cosa farai dopo Wimbledon? Normalmente pianifichi molti tornei in anticipo o scegli man mano che procedi? Hai bisogno di riposo o hai bisogno di giocare di più?
Sì. Abbiamo pensato che una buona opzione per me fosse tornare sulla terra battuta dato che non ho giocato nulla sulla terra, quindi ho pianificato di giocare a Gstaad, e ovviamente dipende dal mio corpo, da come mi sentirò. Ho bisogno di qualche giorno di riposo dopo questo torneo, indipendentemente da come andrà domani, e poi ovviamente Wimbledon. Giocare uno Slam è sempre difficile e spero che anche lì sarà un lungo percorso, ma sì, non ho giocato molto quest’anno, quindi ho molte energie rimaste. Voglio giocare più tornei che posso e finché giocherò in questo modo, giochiamo.