Questa mattina a partire dalle ore 12:00 è iniziata ufficialmente la 135esima edizione di Wimbledon, con l’avvio del tabellone di qualificazione maschile. Sono stati addirittura 16 i campi impiegati a Roehampton per permettere la disputa dei 64 match programmati per questo Day 1 dello Slam londinese. AtleticoFans ha trasmesso questa notizia. Sul fronte azzurro una giornata molto intensa con tutti e sedici i tennisti italiani, al via nel main-draw cadetto, che sono scesi in campo per il loro esordio nel torneo.
S. Caruso b. F. Horansky 3-6 6-1 6-4
La mattinata si è rivelata agrodolce per i nostri colori, con due successi ed una sconfitta. Il primo a calcare i sacri prati del Major britannico è stato Salvatore Caruso. Il 29enne di Avola, attualmente n. 200 del mondo, ha aperto il programma sul Court 2 imponendosi in rimonta sullo slovacco Filip Horansky (n. 195 ATP) con lo score di 3-6 6-1 6-4, in oltre un’ora e mezza di partita. Sabbo è stato molto bravo a reagire al set inaugurale perso, dominando in lungo e largo i restanti due parziali. L’unico momento di appannamento, frutto in particolar modo della tensione, accusato dal tennista siciliano nelle due frazioni vinte si è materializzato nel momento di suggellare l’ottima prestazione messa in campo. Infatti sul 5-2 del terzo set, l’ex n. 76 ha subito il break nonostante comunque fosse stato in grado di procurarsi due match point. Per sua fortuna il vantaggio accumulato con lo sprint ad inizio set, gli ha garantito di poter servire una seconda volta per guadagnarsi l’accesso al secondo round.
Questa volta Caruso non ha tremato, sigillando un’affermazione che gli da fiducia per il prosieguo delle qualificazioni e gli permette di poter credere sempre di più, nel sogno del terzo tabellone principale consecutivo ai Championships. Una vittoria molto prestigiosa, non solo per come è stata ottenuta ma anche per il valore dell’avversario: il classe ’93 di Prestany ha dimostrato ampiamente, proprio a nostre spese in Davis, di poter essere un ostacolo veramente ostico sulle superfici rapide. Filip è infatti un giocatore dotato di un buonissimo fondamentale d’inizio gioco; tant’è che anche dai numeri dell’incontro si desume come la sfida l’abbia condotta lo slovacco, mentre al contrario Salvatore ha espresso un tennis di rimessa – come è dall’altra parte nelle sue caratteristiche: 24 vincenti a fronte di 36 errori non forzati per Horansky, di contro un – 9 per l’azzurro (15/24). Pur facendo forza sulla sua arcigna fase difensiva, Caruso allo stesso tempo non si è tirato indietro quando c’era da prendere campo e verticalizzare. In questo senso ha ricevuto una grossa mano dalla prima di servizio, (83% di punti vinti) grazie alla quale si è anche venuto a prendere alcuni punti in avanti dimostrando una straordinaria efficacia: 82%, 9/11 nei punti vinti a rete.
M. Kukushkin b. L. Giustino 6-2 6-1
Ha avuto tutt’altro esito, invece, il match dell’altro tennista italiano impegnato alle 12:00. Lorenzo Giustino ha infatti subito, nel primo match sul Court 9, una severa lezione da parte del veterano kazako, nonché tds n. 32 Mikhail Kukushkin con il punteggio di 6-2 6-1 in addirittura meno di un’ora di gioco (52 minuti per l’esattezza, praticamente una sessione di allenamento). Un’autentica ripassata, quella che ha travolto il 30enne campano; mai realmente in partita soprattutto nel secondo set, dove ha concesso cinque turni di servizio su altrettanti game alla battuta. A seguito di questa performance totalmente negativa, anche i numeri non possono essere lusinghieri nei confronti del n. 273 del ranking: un eloquente 26% di punti vinti con la seconda, accompagnato da un saldo tra winners e unforced pienamente infelice: -16, 8/24. D’altra parte la caratura del 34enne di origini russe era di quelle veramente importanti, un uomo Davis e soprattutto un giocatore capace di adattarsi in maniera efficace al gioco su erba grazie alla varietà di colpi piatti di cui dispone. Non a caso nel 2019 l’ex n. 39 si spinse fino agli ottavi di Wimbledon, al contrario di un Lorenzo mai a proprio agio sui prati; un’allergia all’erba che viene rappresentata alla perfezione dal seguente dato: in tre partecipazioni alle quali, non ha vinto neanche un incontro.
A. Pellegrino b. N. Serdarusic 6-3 7-5
All’ora di pranzo, a rialzare l’umore del tricolore immediatamente dopo la grigia partita di Giustino sullo stesso campo del napoletano, abbiamo assistito alla bell’affermazione di Andrea Pellegrino. Il n. 196 dispone per 6-3 7-5 in quasi un’ora e cinquanta del croato Nino Serdarusic (n. 170 ATP). Da evidenziare nel trionfo del 29enne di Bisceglie uno straordinario dato sul salvataggio delle palle break (8/10), sintomo della freddezza coadiuvata dalla lucidità messe in mostra dal pugliese. Altrettando strepitosa la resa nei pressi della rete di Andrea, con 10 punti vinti su 10 discese complessive nel match.
J. Menezes b. S. Travaglia 6-3 6-4
Purtroppo il pomeriggio, dopo una prima parte di giornata comunque positiva, è iniziato nel peggiore dei modi con l’eliminazione a sorpresa della tds n. 18 Stefano Travaglia per mano del brasiliano Joao Menezes (n. 474 ATP). Il tennista marchigiano, nel secondo incontro di giornata sul Court 15 ha ceduto il passo senza colpo ferire per 6-3 6-4 in poco più di un’ora di partita. Una sconfitta dolorosa e che impedisce al nativo di Ascoli Piceno di poter andare a caccia del suo quarto tabellone principale, dopo quelli del 2017, 2018 e 2021 (dove è sempre uscito al primo turno). Un ko che diventa ancora più pesante da digerire, se si considera che il carneade sudamericano era alla sua prima partecipazione in assoluto a Wimbledon. Un solo break a fare la differenza nel primo parziale, mentre nel secondo un po’ di rammarico per Stetone che non è riuscito a piazzare la zampata per allungare il match dopo aver centrato il contro-break a metà frazione. Invece di dare vita ad un avvincente set finale, l’ex n. 66 delle classifiche si è sciolto definitivamente nel nono game. Chirurgico il giocatore verdeoro, con 6 ace scagliati e un plus di +1 nel computo tra vincenti e gratuiti (19/18).
A. Vavassori b. B. Klahn 6-7(5) 6-2 6-3
Approda invece al secondo turno, con una prova maiuscola, Andrea Vavassori che nella seconda partita programmata sul Court 5 si sbarazza non senza soffrire dello statunitense Bradley Klahn (n. 460 ATP) per 6-7 6-2 6-3 in 2h11. Di certo non trascendentale l’avversario superato, però dopo il primo set perso in volata non era per nulla semplice risalire la china. Ottimo il numero degli ace scagliati dal 27enne torinese (10), vero fiore all’occhiello del suo match, abbinato ad un sostanzioso gruzzoletto di esecuzioni risolutive: un meraviglioso +12, dettato dai 45 dirompenti winners messi a segno, a dimostrazione dell’atteggiamento aggressivo e sempre propositivo del compagno di doppio di Sonego.
F. Gaio b. Y. Sugita 6-4 6-2
Debutto coi fiocchi anche per Federico Gaio, che batte nel secondo duello del Court 1 il giapponese Yuichi Sugita (n. 272) per 6-4 6-2 in una partita esauritasi in 74 minuti. Il 30enne faentino ha potuto contare sul sostegno di una prima di servizio a dir poco letale, con l’81% di punti vinti e la ciliegina dei 4 ace mandati a referto, a cui si aggiungono anche 25 colpi vincenti. Il cammino da intraprendere è chiarissimo nella testa del n. 211, ripercorrere le orme della stagione passata (dove arrivò al terzo turno delle quali) e se è possibile migliorare quel risultato cercando di ottenere il traguardo prestigioso della prima qualificazione al main-draw principale del torneo di tennis più famoso al mondo.
N. Kicker b. F. Cobolli 6-2 6-1
Finisce prima del previsto anche il percorso di uno degli enfant prodige del tennis nostrano: la tds n. 25 Flavio Cobolli. Il 20enne romano di adozione, ma toscano di origine, ha racimolato soltanto tre giochi al debutto contro l’argentino Nicolas Kicker (n. 223 ATP) in quella che era la sua prima esperienza a Wimbledon. Un 6-2 6-1 – maturato nella terza sfida sul Court 8 – che ha il sapore amaro di una bocciatura, ma siamo certi che Flavio imparerà da questa partita e si farà trovare pronto quando gli toccherà nuovamente scendere in campo sui prati inglesi. Il n. 145 del mondo ha certamente pagato un numero troppo elevato di errori, ben 39 mitigati da un esiguo bottino di 17 winners. Partita molto più conservativa quella dell’albiceleste, che si è limitato ad aspettare il momento propizio per accogliere il non forzato altrui (9/12).
A. Seppi b. M. Basic 6-2 4-6 6-0
Non bisogna certo spiegare come si gioca sull’erba ad Andreas Seppi, che a Wimbledon raggiunse il quarto turno nel 2013. Il veterano azzurro ha ancora l’energia e la voglia di cimentarsi con le qualificazioni dopo una bellissima carriera, longeva e piena di soddisfazioni. Il 38enne di Caldaro, tds. 23, ha iniziato bene il proprio torneo superando il bosniaco Mirza Basic in tre set, con il punteggio di 6-2 4-6 6-0 in 1h25. La sua prestazione è stata un po’ discontinua, ma a far la differenza sono stati i punti importanti: 5 palle break trasformate sulle altrettante avute a disposizione, 7 salvate sulle 8 che ha dovuto affrontare. Per l’altoatesino al prossimo turno ci sarà la wild card McHugh.
Escono invece immediatamente Thomas Fabbiano, estromesso dalla wild-card di casa Arthur Fery (n. 692 ATP) portando a casa solo 6 game in 65 minuti; l’oriundo Franco Agamenone superato dal tedesco Cedric-Marcel Stebe (n. 215 ATP) per 7-6(2) 6-4 in 2h12; il 32enne lombardo Roberto Marcora, battuto nettamente da Radu Albot (6-1 6-4); il mancino spezzino Alessandro Giannessi asfaltato con un doppio 6-1 dal francese Hugo Grenier (n. 136 ATP); e il sanremese Matteo Arnaldi sconfitto dal portoghese e tds n. 13 Nuno Borges per 6-3 (2)6-7 6-2 in oltre due ore e 24 di gioco. Purtroppo eliminato anche Giulio Zeppieri, eliminato per 7-6 4-6 6-3 dal tedesco Daniel Masur, mentre in serata il derby italiano è andato a Riccardo Bonadio, che ha sconfitto in tre set combattutissimi (4-6 7-6 7-5) l’esperto Andrea Arnaboldi.
La classifica ATP aggiornata è disponibile al seguente link, che porta alla sezione “Sotto Rete” del sito web di Intesa Sanpaolo, main sponsor della manifestazione e partner di Ubitennis.