L. Sonego b. [Q] J. Duckworth 4-6 7-6(5) 7-6(1)
Il finalista dell’edizione 2021 Lorenzo Sonego, numero 32 al mondo, fatica più del previsto nel suo match d’esordio contro l’australiano James Duckworth, n.77 ATP, e deve far ricorso a tutto il suo carattere nel successo odierno in tre set al Nature Valley International. L’incontro, della durata di due ore e 35 minuti, si è concluso per 4-6 7-6(5) 7-6(1).
IL MATCH – Sonego inizia molto bene al servizio, tenendo in scioltezza i suoi turni anche grazie ai tre aces nei primi due game. Nello scambio soffre però dal lato del rovescio, ed è costretto spesso a correre dietro le accelerazioni di Duckworth, che si diverte a chiamarlo a rete per chiudere i punti. È proprio l’australiano a procurarsi le prime palle-break del match, quando siamo solo al quinto gioco: con una gran risposta giocata si porta sul 15-40, prendendosi quindi il vantaggio con una perfetta smorzata a rete, legittimando lo status di miglior giocatore in campo, almeno ad inizio partita. La desuetudine nel gioco (ricordiamo che è al rientro dopo quattro mesi di stop) si palesa tutta nel game successivo, quando quasi sciupa il break appena strappato con due doppi falli consecutivi: la situazione è riequilibrata però da uno schema che lo porterà letteralmente a dominare larghi tratti di partita, il semplice ma molto affidabile servizio e dritto. L’unica possibilità che il torinese si concede nel set arriva sul 40 pari con un attacco in controtempo, ma la Veronica conclusiva è purtroppo fuori misura. L’azzurro a questo punto prova a cambiare tattica, utilizzando maggiormente lo slice, ma è ancora l’australiano il padrone del campo, che non disdegna scendere a rete per ricamare il punto. E’ proprio col gioco a rete che si conquista i primi due set-point, prontamente annullati da due prime vincenti di Sonego, che però, a parte un notevole smash vincente da fondo campo ad alto coefficiente di difficoltà, si dimostra inerme di fronte all’avversario: il set-point arrivato nel decimo gioco è lo scambio più lungo fino a quel momento del match, ed è vinto, nemmeno a dirlo, da un drittone sulla riga di Duckworth.
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L’azzurro capisce che se vuole provare a difendere la finale della scorsa edizione deve cambiare qualcosa, e soprattutto sperare in un piccolo calo del solido rivale: detto fatto, il torinese serve due aces nel primo game, ma soprattutto nel secondo turno di battuta di Duckworth si intravede finalmente qualche crepa. La percentuale di prime cala, unita a una maggiore imprecisione col dritto, un fattore nel primo set: il 30enne deve quindi rifugiarsi nelle discese a rete, per poi togliere le castagne dal fuoco definitivamente con una prima al centro. Passato lo spauracchio, i due giocatori in campo tornando a concedere le briciole al servizio, come in occasione di un micidiale dritto inside-in di Sonego che ristabilisce le distanze. Duckworth, dal suo canto, tiene bene durante lo scambio e si prende il lusso di passare più volte Sonego sul lungolinea. Prima del tie-break inevitabile c’è spazio per un ultimo rammarico dell’italiano, che su situazione di 30-30 e 6-5 in suo favore, si trova a steccare malamente il punto e lascia andare tutta la sua frustrazione imprecando a voce alta. Duckworth conferma le sensazioni del secondo parziale e parte più concentrato nella lotteria del tie-break, andando subito avanti di due minibreak: di certo non l’aiuta Sonego, molto falloso e forse ancora col pensiero sulla stecca del 30-30. Il 32 al mondo però si ricorda di essere giocatore tignosissimo e si riprende lo svantaggio di forza, anche aiutato da un nastro fortunato, che gli consente di giocare un passante in recupero che trova un angolo irreale, strettissimo. L’inerzia è davvero cambiata, e Sonego comprende l’importanza del momento aggredendo il punto successivo sin dalla risposta, trovando il 5-4: una pregevole palla corta a chiamare l’avversario a rete per poi infilarlo. Duckworth sbaglia il rovescio in uscita di servizio e viene punito con un dritto all’incrocio delle righe per il 7-5 finale.
Il parziale decisivo è una continuazione del tie-break, almeno come momentum della partita: infatti è Sonego il giocatore più aggressivo e dominante in campo, e nel terzo game si procura subito una palla-break importantissima, confermata da una risposta al limite, molto profonda sulla riga. Ma proprio quando il match sembra aver preso la direzione italiana, Sonego si deconcentra e restituisce subito il maltolto all’avversario: nonostante un Serve&volley di ottima fattura in apertura, Duckworth trova una serie di risposte molto infide che gli consentono di portarsi a palla-break. il doppio fallo che ne consegue (il quarto del match) sa di beffa, e rilancia le ambizioni del 77 ATP, ringalluzzito da un regalo che non si aspettava dal rivale (a testimonianza di ciò, il primo ace a segno dopo oltre un’ora di gioco dall’ultimo). Sarà Sonego infatti a soffrire maggiormente durante i propri turni di servizio da quel momento in avanti, ma ogni volta riesce a salvarsi brillantemente, che sia giocando un passante (meraviglioso quello sul 3-4 e 15 pari, giocato con una traiettoria a fil di rete) o un vincente di dritto. L’ultima, concreta, chance per l’azzurro arriva sul 5-5 e servizio Duckworth, quando sbaglia una volée d’approccio abbastanza facile, esponendosi al lob chirurgico dell’avversario. C’è tempo ancora per un po’ di drama nell’undicesimo gioco, quando nonostante Sonego serva con palle nuove concede ben tre palle-break, che coincidono ovviamente con tre match-point. A quel punto però il torinese sale in cattedra e inanella una serie di prime che prolungano il match al tie-break, che in sostanza non si disputa perché ormai Sonego è solidissimo: Duckworth con la testa rimane fermo ai tre match-point sprecati, ed il dritto fuori di metri che chiude la partita è l’emblema di tutto. L’azzurro quindi a fatica passa al prossimo turno, dove incontrerà un altro australiano, Alex De Minaur, nel remake di lusso della finale della scorsa edizione.
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