[12] C.Giorgi b. [5] G.Muguruza 7-5 6-3
La giornata in quel di Eastbourne, se da un lato risulta indigesta ai nostri colori vista l’eliminazione di Sonego per mano di De Minaur nel tabellone maschile, dall’altro ci fa sorridere: la nostra numero uno Camila Giorgi si impone dopo un match di rara qualità su Garbine Muguruza, n.5 del seeding e 10 del mondo: è la seconda vittoria stagionale su una top 10 per Giorgi, dopo il capolavoro a Parigi contro Sabalenka. Erano 2-2 nei confronti diretti le due, con Muguruza che aveva vinto sull’erba (a Wimbledon 2017, torneo che poi vinse), così ora è l’azzurra ad essere in vantaggio grazie a una vittoria dal notevole peso specifico considerando anche che in entrambi i set ha dovuto recuperare un break di svantaggio. Dunque Camila raccoglie il secondo quarto di finale consecutivo dopo quello a Birmingham. Si tratta tra l’altro del 37esimo in carriera per la n.26 al mondo, che andrà all’assalto della seconda semifinale consecutiva qui ad Eastbourne (è una ghiotta occasione, dato che affronterà una tra Flipkens e Tomova ai quarti), lanciando uno sguardo ambizioso anche verso Wimbledon.
IL MATCH – Inizio in salita per Giorgi, che apre con 3 errori il suo turno di battuta, e cioè tripla palla break per Muguruza, che non gioca al meglio le prime due e subisce poi il rientro al massimo del servizio di Camila. L’azzurra trova buona confidenza in risposta, specie sul rovescio, ma non abbastanza da arrivare al break, con la spagnola che se riesce a colpire dalla sua mattonella può fare davvero male. E infatti, nel terzo gioco, approfittando di due doppi falli dell’italiana, Garbine spinge con il dritto e strappa il servizio per la prima volta nel match. Rimane avanti la n.5 del seeding, mandando al vento una ghiotta chance di doppio break nel settimo game, dove ci sono altri due doppi falli e una Camila che trova troppo poco la prima. L’occasione sprecata pesa tantissimo nel game successivo per Muguruza, che subisce il contro-break di Giorgi, staccando un po’ la spina e concedendo un forzato e un doppio fallo negli ultimi due punti, ma ci sono anche meriti di Camila, che trova sempre più confidenza anche col dritto. Il primo set, certamente a sorpresa per come si erano messe le cose, è alla fine di Camila Giorgi, che lo conquista per 7-5 mettendo a segno un altro break nell’ultimo game, dove mostra dei numeri veramente impressionanti con la risposta e con il rovescio da fondo, che impediscono a Muguruza di prendere in mano il pallino del gioco, solidamente nelle mani dell’azzurra. Che chiude proprio con un rovescio vincente, leit motiv di un primo set dove la precisione e la continuità in risposta hanno tappato i buchi del servizio.
Sembrava essere iniziato bene per Giorgi il secondo parziale, con errori e segnali di deconcentrazione di Muguruza, e 7 punti di fila vinti al servizio. Ma sul 40-0 nel terzo game, il patatrac: doppio fallo ed errore in uscita che permettono di rientrare alla spagnola, la quale trova gli appoggi giusti in campo e prende un break di vantaggio. La ragazza di Macerata resta però in scia dell’avversaria, aspettando il momento propizio per infilarla in risposta, dove è sicuramente la migliore delle due, specie se riesce poi ad impostare lo scambio sulla diagonale di sinistra. E infatti ecco che arriva l’occasione, colta al balzo da Giorgi nel sesto game: contro-break a 0, con una bella mano di una Muguruza che di nuovo appare confusionaria e poco convinta sul suo gioco, dando anche una scarica di fiducia a Camila, che veleggia bene anche con la prima ora. C’è un medical time out per problemi al polso destro chiesto da Garbine tra settimo e ottavo gioco, che si aggiungono a quelli in campo, dato che Giorgi va a vincere il quarto game consecutivo mettendo a segno un altro break. Negli scambi, Muguruza è sempre la prima a cedere, confermando di non essere certo al top della forma quest’oggi. Chiude così subito dopo 6-3 la n.1 d’Italia, in un game complesso, dove il vero protagonista è stato il nastro, che a tratti dà e a tratti toglie a entrambe, ma alla fine esce vittoriosa la giocatrice più continua e più concreta, a fronte anche di una Muguruza che quasi non si riconosceva, fallosa e mai incisiva.