Il vecchio Campo N.2 di Wimbledon(attuale n.3, che in effetti ha visto la sconfitta di Hurkacz lunedì) era definito “cimitero dei campioni”, per le tante sorprese che aveva visto quel prato nel corso degli anni. Eppure, almeno per un pomeriggio, anche l’attuale campo 2 può assumersi quella fatale denominazione, sentenziando la fine del torneo per un giocatore importante: Casper Ruud, tds n.3, è stato eliminato da Ugo Humbert, scivolato (classifica certamente bugiarda) al n.112 dopo tanti risultati negativi, ma con le possibilità di grandi numeri sull’erba. E infatti oggi, dopo un set di difficoltà, è salito in cattedra e ha saputo sfruttare la maggiore propensione alla superficie per la vittoria più importante della carriera.
U. Humbert b. [3] C. Ruud 3-6 6-2 7-5 6-4
L’inizio vede qualche errore di troppo di Humbert, che pur servendo non malissimo subisce subito due break, regalando fin troppo dal suo amato lato del rovescio, e dopo il contro-break si trova di nuovo sotto, nonostante Ruud non stia facendo grandi cose. Ha avuto delle occasioni per rientrare nel primo set il francese, ma pesano i 15 non forzati e quasi una sorta di paura ad attaccare su alcuni colpi dove temporeggia troppo. Il norvegese è solido, serve bene, e quando c’è da alzare un po’ il livello risponde presente, cavalcando la prestazione insufficiente dell’avversario e facendo valere la velocità di braccio soprattutto sul dritto da fondo. Cambia però marcia all’inizio di secondo il francese, mettendo a segno quasi subito il break, trovando un paio di risposte da campione e mostrando il suo repertorio su erba, con Ruud che non può rimproverarsi niente. Questo vantaggio dà molta fiducia a Humbert, che inizia a giocare più a cuor leggero e in fiducia, trovando rovesci di qualità e riuscendo ad attaccare con più costanza, come aveva abituato negli anni scorsi. Chiude, certamente in modo inaspettato alla luce del primo parziale, con un largo 6-2 un secondo set dove Ruud non ha capito molto, e ha perso fatalmente la profondità dei colpi, arma fondamentale per arginare il gioco del francese ora che è entrato in ritmo. Sarà obbligato a ritrovare un po’ di compattezza per restare a galla nei prossimi set il n.6 al mondo.
E, manco a dirlo, riesce a salire di livello in apertura di terzo, con ciò che ben si accoppia con un brutto passaggio a vuoto del francese, che disfa quanto di buono fatto vedere nel parziale appena concluso e con una serie di grossolani errori regala il break. Ma Ruud a ruota sbaglia un paio di punti sinceramente evitabili e permette a Humbert di rifarsi subito sotto e recuperare anche le buone sensazioni che la fiducia genera. E proprio il sentirsi sicuro rende il francese un osso durissimo, come dimostra mettendo in scena un gioco di alta qualità(anche Ruud a essere onesti, la partita ora è ben decollata) e venendo a capo di un equilibrato terzo set, che vince per 7-5 con coraggio nell’attaccare la rete e ottima mano per coprirla o disegnare il campo. Buoni anche i numeri al servizio ora per l’ex campione di Halle (78% con la prima nel terzo), in luogo di un Ruud a cui la solidità oggi sembra non bastare. Da segnalare, nel quarto set, una non indifferente forza mentale di Humbert, che nonostante qualche passaggio a vuoto non lascia mai andare avanti il norvegese né gli concede di comandare in campo, recitando lui la parte del favorito, a quasi 50 vincenti. Ruud sta giocando un parziale onesto, di più può far poco oltre a sperare in qualche regalo al servizio del n.112 al mondo, che però non arriva.
Ed infatti, infine, crolla il n.6 del mondo sotto le bordate al servizio di Humbert e (soprattutto) sotto la pressione: due doppi falli nel game che mandano il francese a servire per il match, chiuso senza farsi pregare per il match. Vince 6-4 un quarto set di altissimo livello, completando la rimonta dopo un primo set di adattamento, come dice anche a caldo nell’intervista a bordo campo: “Ho giocato bene dal 2° set in poi, sono felice per questa vittoria. Quando servo bene è più facile(ridendo)“. E mai parole furono più vere: il 72% finale di conversione con la prima è stato decisivo per questa prestigiosa vittoria, che porta a Humbert il terzo turno a Wimbledon per la seconda volta in carriera(nel 2019 vinse con Aliassime per arrendersi solo a Nole al quarto turno) contro un abbordabile avversario come l’attuale Goffin, che ha vinto facilmente in tre contro il n.31 del seeding Baez. Ammesso e non concesso, per Ugo, che mostri l’ottimo tennis giocato oggi dal secondo in poi.
E, rimanendo in tema di mancini che hanno recentemente battuto Ruud sull’erba, da segnalare la fine della corsa per Ryan Peniston. La wild card britannica, tra i favoriti del pubblico, si è dovuto arrendere per 3-6 2-6 4-6 agli slice e all’esperienza di Steve Johnson, che quasi senza accorgersene si trova di nuovo in un terzo turno Slam, lui che sul veloce ha sempre messo in mostra buoni numeri. Svanisce dunque, per gli inglesi, sotto il devastante 81% di prime dell’americano(la vera chiave del match) il sogno di un derby Norrie-Peniston per un posto alla seconda settimana dei Championships. Ma, per questo ragazzo che tante ne ha passate, molte fuori dal tennis, resta la speranza che questo possa essere solo l’inizio. Mentre per l’americano ci sarà il n.1 britannico Cameron Norrie, che ha sofferto ben più del previsto contro Jaume Munar in cinque, agonici set.
[9] C. Norrie b. J. Munar 6-4 3-6 5-7 6-0 6-2
Sin da subito si evince che la partita sarà decisamente diversa da quella che ci si aspettava alla vigilia(e il risultato degli ultimi due set non rende onore a un grande Munar, che ha giocato con i crampi quasi gli ultimi 40 minuti): Norrie in effetti vince il primo set ma, come ammette anche in conferenza a bordo campo(“Sono stato fortunato a vincere il 1°, lui era stato migliore“), non certo convincendo. Complice anche la consapevolezza di essere ora il favorito nel suo apertissimo spicchio di tabellone per arrivare in semifinale, la tensione ha giocato brutti scherzi al n.9 del seeding, culminati in un rovinoso secondo set di errori e nervosismo, portato a casa meritatamente dallo spagnolo che, nonostante quello che farebbe pensare la provenienza geografica, si dimostra un avversario decisamente temibile anche sull’erba per tipo di gioco. E i problemi continuano all’inizio di terzo set per Norrie, che appare in totale blackout, e regala il servizio a Munar, pur recuperandolo subito, causa un po’ di braccino dello spagnolo. Alla fine cede il servizio definitivamente nell’undicesimo game l’inglese, con una nuova compilation di errori. Munar, stavolta senza tremare, e mostrando un repertorio vasto e di qualità, ben oltre le aspettative di buon difensore, si porta in vantaggio due set a uno.
Inizia però meglio il quarto per Norrie, che dovendo rincorrere sembra essere meno teso e più libero con il braccio, così da portare a casa il break sfruttando un piccolo rallentamento di Munar e spingendo di più facendo sentire la qualità. Un vero blackout vissuto per tutto il quarto set dallo spagnolo, che subisce un pesantissimo 6-0 da parte dell’inglese, il quale appare ora totalmente in controllo, complice anche un inizio di crampi per l’avversario, che eroicamente non cede. E dire che sembra vicino al ritiro all’inizio del quinto Jaume, subisce subito il break dell’avversario e appare in netto calo fisico, quasi arrendevole negli atteggiamenti, ma ancora una volta la tensione schiaccia Norrie e riporta in scia Munar, che alza di nuovo il suo livello, difendendosi anche bene, e dimostrandosi un vero guerriero. Partita agonica, bella per foga ed equilibrio, ma troppi errori a macchiarla, specie negli ultimi giochi, con molti scambi al limite della carenza d’ossigeno, in cui i contendenti appaiono con ben poca benzina. Il break nel sesto game di Norrie risulta decisivo, con lo spagnolo che a tratti trova sprazzi del tennis dei primi tre set, ma va solo di braccio, di fretta quasi volesse terminare “l’agonia”, e questo porta qualche errore di troppo e la vittoria del n.1 britannico per 6-2 al quinto. Non una bella partita dell’inglese, a tratti godibile, ha trovato la sua bellezza nell’agonismo quasi omerico dei due giocatori, che non mollavano di un centimetro. Tanto onore a Jaume Munar, come espresso da Cameron a bordo campo con la sua solita umiltà: “Non ho giocato il mio miglior tennis, e forse lui a inizio 4° set non è stato bene, ma l’atmosfera era indescrivibile. Non sarà facile con Johnson, lui serve bene, ha fatto quarto turno qui, ma spero di divertirmi come oggi“.
Le intenzioni e i sogni sono chiari per Norrie, caso più unico che raro di ex top 10 senza mai una presenza tra i migliori 16 in uno Slam. Macchia che cercherà di lavare venerdì contro Steve Johnson, in un quarto dove ormai è lui il favorito, e mentalmente può pesare, anche contando che ci sono dei cavalli pazzi da tenere sott’occhio per la volata alle semifinali; come Alexander Bublik, che oggi ha fornito un’altra grande prestazione contro Dusan Lajovic. 7-6(9) 6-2 7-5 il punteggio finale a favore del kazako, che si è divertito contro l’elegante e solido serbo, non propriamente un amante dei prati. Il vantaggio, ovviamente, il n.38 al mondo lo ha ottenuto al servizio: ha chiuso con un impressionante 86% di punti vinti con la prima, e due solo palle break concesse(entrambe salvate). Il suo gioco fatto di tanti svolazzi, se accompagnato dal servizio costante e soprattutto dalla tranquillità mentale, potrebbe portarlo lontano sulla via di Wimbledon. Il talento senza dubbio c’è, ma va sfruttato, anche perché al terzo turno se la vedrà contro uno duro sul veloce, e sull’erba, come Frances Tiafoe, n.23 del seeding. L’americano, ottimo servizio e buona potenza da fondo, ha vinto facilmente in tre contro Marterer, e venerdì anche lui sarà consapevole della grande occasione.