Sarà John Isner il prossimo avversario di Jannik Sinner. L’americano ha giocato una partita di altissimo livello contro il padrone di casa Andy Murray che lo aveva battuto in tutti gli otto precedenti. Oltre al solito servizio, Big John ha realizzato diversi punti decisivi a rete mostrando ancora una volta di non essere solo un semplice big server. I precedenti con l’azzurro sono in parità: a Cincinnati, l’anno scorso, vinse Isner al terzo set, ma Jannik ebbe modo di rifarsi a Torino in Coppa Davis vincendo 6-2 6-0. Negli altri match iniziati nel tardo pomeriggio e protrattisi fino alla serata londinese, Alcaraz ha superato in tre set Griekspoor, giocando meglio rispetto a quanto aveva fatto nell’incontro di esordio con Struff. È stato invece eliminato un altro spagnolo: Davidovich Fokina ha infatti perso per colpa di un penalty point.
[20] J. Isner b. A. Murray 6-4 7-6 (4)
La partita non tarda ad accendersi. Nel terzo gioco Isner sfrutta immediatamente qualche seconda di troppo di Andy per catapultarsi a rete e proprio così brekka l’avversario alla prima opportunità avuta. Avanti 4-2, Isner spreca malamente una grossa occasione che lo avrebbe portato ad avere due chance di doppio break (praticamente due set point, insomma), sbagliando infatti uno smash davvero comodo. L’ex numero del mondo rimane quindi aggrappato al primo parziale, ma John è impeccabile al servizio (e non solo: anche in risposta – molto aggressivo – e a rete, fatto salvo lo smash di cui sopra): dopo 40 minuti è quindi 6-4 Isner.
Nella prima parte del secondo set nessuno dei due riesce a guadagnarsi opportunità di break, ma i turni in cui batte il britannico sono tendenzialmente più laboriosi di quelli in cui tocca al secondo cannoniere della storia in quanto ad ace. A testimoniare questa situazione arriva anche il borbottio del pubblico all’ennesimo servizio imprendibile di Isner. Il primo spiraglio per Murray si apre nel settimo game quando, dopo una risposta vincente estratta letteralmente dalla pancia che lo porta sul 15-30, avrebbe anche il tempo di organizzare un passante non impossibile. Il britannico, però, non è abbastanza preciso. Anche sul 5-4 per Andy, Isner è costretto a faticare. Ma l’americano è più volte splendido nel gioco a rete, tra volée e demi-volée tirate su dalle stringhe. Si arriva così all’immancabile – quando c’è Big John in campo – tie-break. Il numero 24 del mondo parte benissimo vincendo i primi due punti in risposta. Murray recupera solo uno dei due mini-break e un Isner davvero in grande giornata (niente a che vedere con la versione del primo turno contro Couacaud) chiude così sul 7-4.
Dopo una manciata di game interlocutori in avvio di terzo parziale, Sir Andy prova a trasformare un momento di difficoltà al servizio in occasione per caricarsi e caricare il pubblico. L’americano è sempre molto aggressivo in risposta ma Murray è bravo a difendersi. Il Centre Court allora spinge sempre di più. Isner rimane però imperturbabile e così anche questo set approda al tie-break. Questa volta John parte male sbagliando vistosamente un dritto in uscita dal servizio. Andy non si fa sfuggire l’occasione e porta a casa il set. Né lui né il pubblico trattengono l’entusiasmo: l’atmosfera è sempre più calda e non è una buona notizia per Isner che tra l’altro inizia a mostrare segni di stanchezza.
L’inerzia sembra tutta dalla parte del padrone di casa: lo scozzese saggia la residua resistenza dell’avversario tra palle corte e scambi lunghi, mancati nel corso dei set precedenti. Nel momento più favorevole a Murray, succede però l’inopinabile: Andy sbaglia un rovescio d’attacco con la palla molto alta e a pochi passi dalla rete e concede una palla break su cui commette un altro errore evitabile. Un nuovo colpo di scena – più prevedibile, in realtà – arriva poco dopo: sul 4-2 per Isner ci si ferma per chiudere il tetto per via dell’incombente oscurità. L’americano non è chiaramente contento: forse si poteva provvedere alla chiusura già alla fine del terzo set. Big John rimane comunque concentrato ed è chirurgico sul 4-3 quando recupera dallo 0-30 quasi senza far toccare palla a Murray. La stessa cosa si ripete sul 5-4: dopo 3 ore e 20, Isner chiude con una volée vincente, simbolo della sua partita quasi perfetta non solo al servizio (36 ace – nel prossimo turno supererà con tutta probabilità Karlovic nella classifica all time – e 73% di prime in campo).
Per la prima volta in carriera Murray è quindi costretto ad abbandonare lo Slam di casa senza arrivare nemmeno al terzo turno. Isner invece torna a vincere due partite di fila ai Championships dopo quattro anni dall’ultima volta in cui c’era riuscito: il 2018 fu l’anno della storica semifinale persa con Anderson 26-24 al quinto set, poi sono arrivate un’eliminazione al secondo turno nel 2019 e una all’esordio l’anno scorso.
[5] C. Alcaraz b. T. Griekspoor 6-4 7-6 (0) 6-3
Prima volta al terzo turno a Wimbledon per Carlos Alcaraz. La testa di serie numero 5 ha giocato un buon match contro il numero 53 del mondo Griekspoor. Lo spagnolo è sembrato più a suo agio sull’erba rispetto a quanto mostrato nell’incontro di esordio contro Struff. E’ stata una partita piuttosto regolare da parte di Carlos che non ha servito benissimo (solo il 59% di punti iniziati con la prima e 4 doppi falli) ma che ha concesso solo un break nel terzo set, quando la partita si era già incanalata sui binari a lui favorevoli. Il punto di svolta dell’incontro è stato indubbiamente il tie-break del secondo parziale: lì Alcaraz ha alzato l’asticella e infatti ha lasciato a zero l’avversario. Al prossimo turno ci sarà un’interessante prova del nove per il giovane di Murcia in quanto avrà di fronte il pericoloso Otte, che oggi ha approfittato del ritiro dopo soli quattro giochi di Harrison.
J. Vesely b. A. Davidovich Fokina 6-3 5-7 6-7 (2) 6-3 7-6 (10)
Ha dell’incredibile quanto successo sul campo 17, dove Davidovich Fokina e Vesely hanno messo in scena una grande lotta finita però, dopo quasi quattro ore, nel modo più imprevedibile e anche più brutto. Nel super tie-break del quinto set, lo spagnolo ha commesso un gratuito di dritto che ha portato l’avversario sul 9-7 e servizio. La frustrazione gli ha fatto dimenticare di aver già ricevuto un warning nel corso del match e così ha sparacchiato una palla fuori dai confini del campo senza pensare che ciò avrebbe significato perdere la partita. Il giudice di sedia Carlos Ramos, divenuto famoso dopo aver sanzionato Serena Williams per coaching nella finale dello US Open 2018 contro Osaka, non ha potuto soprassedere e ha quindi notificato il penalty point che ha dato la vittoria a Vesely. Davidovich ha capito di aver commesso una grossa sciocchezza e infatti ha stretto la mano a Ramos senza problemi, contestando solo perché a suo avviso la seconda sanzione non poteva essere cumulata alla prima (bad word) in quanto arrivata per ragioni diverse.
Il ceco giocherà venerdì contro Paul: i due si sono affrontati ai Championships anche nel 2019 e vinse il ceco in tre set. Negli altri due precedenti, sulla terra di Parma l’anno scorso e sul cemento di Adelaide quest’anno, ha però prevalso l’americano che oggi ha battuto in tre Mannarino.