Cristian Garin è il primo cileno che raggiunge i quarti di finale a Wimbledon dopo Fernando Gonzalez ”Mano de Piedra” che centrò quel traguardo nel 2005. Garin c’è riuscito dopo aver perso i primi due set con De Minaur, contro il quale aveva perso sempre nei tre duelli in cui lo aveva affrontato, l’ultima sull’erba di Eastbourne la settimana prima di Wimbledon. Aveva perso senza mai vincerci un set: sette set. Con i due persi oggi i set persi erano diventati nove.
Ma chi non ne aveva mai vinto uno ne ha vinti stavolta tre di fila, anche se nel quarto set sul 4-5 ha dovuto annullare due matchpoint. Misteri del tennis…
“Fernando è stato il mio idolo di gioventù, lo sento spesso, qualche volta ci gioco anche…”.
Ma quando gli chiedo come avesse reagito al sorteggio, quando aveva saputo di dover giocare contro Berrettini, l’ex n.4 del mondo junior e attuale n.43 ATP sorride: “Lo confesso, ero furioso. Wimbledon è il mio torneo preferito, il che non vuole dire che io preferisca giocare sull’erba piuttosto che sulla terra… Questa è la quinta volta che vengo a Wimbledon e lo scorso anno avevo raggiunto gli ottavi. Ma Djokovic e Berrettini per me erano i giocatori più forti e favoriti a Wimbledon quest’anno e essere stato sorteggiato proprio contro Matteo al primo turno mi sembrava proprio sfortuna. Ero proprio arrabbiato. E poi invece, ma soltanto un’ora prima di scendere in campo, ho saputo del suo ritiro e del Covid… Non è stato facile nemmeno quello…”.
Gli chiedo anche di Fillol e Cornejo, i cileni che affrontarono gli azzurri nella finale vinta di Davis del 1976 a Santiago diventati popolari in Italia dopo l’uscita della docuserie di Procacci “La Squadra”, e Garin dice: “Certo che sono famosi nel nostro Paese, però appartengono a un’altra generazione. Con loro non eco a cena come con Fernando Gonzalez, non siamo amici, ma li conosco…”