Negli ultimi tre set del match vinto da Nole Djokovic su Cameron Norrie non c’è stata né gara né suspense, proprio come non c’erano state negli ultimi tre set di Djokovic con Jannik Sinner, dopo le partenze diesel del campione serbo che giocherà questa domenica qui a Wimbledon la finale n.8, avendo perso soltanto quella del 2013 con Andy Murray.
Sinner in quegli ultimi tre set aveva fatto solo 7 game e Norrie invece 9, cioè 2 di più.
Mi sembra però più importante sottolineare che Sinner aveva vinto due set e Norrie soltanto uno.
Non c’era stata differenza invece nelle palle break: sia contro Sinner sia contro Norrie Djokovic ha saputo conquistarsene ben 14, per l’appunto lo stesso numero. Ma i break a Sinner sono stati uno di più, sei invece di cinque.
Ora è chiaro che a me la partita di Sinner coinvolgeva emotivamente fino alla fine, anche se avevo capito da un pezzo che le sue chance di invertire il trend che era diventato favorevole a Djokovic a partire dal terzo set erano praticamente inesistenti.
Certo il mio cuore non ha palpitato allo stesso modo per Cameron Norrie, quindi ho trovato l’unica semifinale giocata questo venerdì assai noiosa, senza veri sprazzi, anche se il pubblico inglese pareva contento.
Mi aspetto invece una bella finale fra Djokovic e Kyrgios. Forse dipende più da Kyrgios che non aveva mai giocato neppure una semifinale Slam – e non l’ha giocata neppure questa volta grazie al forfait di Nadal – e ovviamente tantomeno una finale.
Quindi non si sa come potrà reagire. “L’esperienza che ho a questi livelli potrebbe giocare leggermente a mio favore, ma al tempo stesso conoscendolo e sapendo come va con la sua attitudine sul tennis, non sembra essere uno che patisce molto la pressione. Quando io giocai la mia prima finale di Slam nel 2007 ero un ragazzino, lui ne ha 27, ha molte più partite sulle gambe, più maturo mentalmente e ha giocato molti più match importanti. E poi è proprio un giocatore da big-match: se guardate la sua carriera, il suo miglior tennis lo ha sempre giocato contro i tennisti migliori. Ecco perché tutti noi lo rispettiamo (anche se “we all respect him” in questo caso potrebbe essere tradotto con un “lo temiamo”) perché sappiamo che cosa può tirar fuori… Fra noi giocatori tutti sappiamo quanto possa essere pericoloso, soprattutto sull’erba. Per via del suo gioco, della sua attitudine così sicura di sé. È un giocatore molto completo. La sua azione al servizio è così fluida e così veloce… Può prendere qualsiasi angolo, si lancia la palla avanti per poterla seguire meglio avanti e giocare il serve&volley. Si mette in una buona posizione per essere aggressivo… ma anche per restare dietro. Ma è sempre un metro avanti alla riga di fondo… E leggere il suo servizio è dura. Non mi sono allenato con lui fin da quando mi batté nel 2017 (a Indian Wells 7-6,7-5, poco dopo Acapulco 6-4,7-6 senza che l’australiano perdesse mai il servizio) e leggere il suo servizio sull’erba è ancora più difficile da rispondere… farà tanti punti facili. Si è visto durante tutto il torneo. E così ti mette maggior pressione sul tuo servizio. Si muove bene, ha una bella mano, insomma un giocatore molto completo. Penso sarà un match che si risolverà con margini minimi. Alla fine credo che sarà importante l’aspetto mentale, chi saprà stare più solido e calmo nei momenti decisivi”.
Novak ha giocato sempre o quasi sempre con il tifo contro, tranne che nella sua Belgrado naturalmente e qualche volta in Italia dove i suoi show con Fiorello e magari anche qualche gag con qualche giornalista di cui non vi cito il nome. Abbastanza normale che gli accadesse dovendo affrontare gli altri due miti del tennis, Federer e Nadal nei confronti dei quali ha cercato con successo di diventare il terzo incomodo, scontato che avrebbe avuto tutto il pubblico contro nella sua semifinale con Norrie, ma contro Kyrgios chissà. Non tutti gli inglesi amano Kyrgios, la sua maleducazione, il suo continuo chiacchierare, spesso provocatorio per disturbare volutamente l’avversario, ma poiché sulla carta sarebbe lo sfavorito, l’underdog, magari potrebbe attrarre il tifo di coloro che amerebbero l’exploit a sorpresa del tennista comunque spettacolare e talentuoso, piuttosto che applaudire il settimo trionfo di Nole.
Se poi fosse presente qualcuno dei tifosi di Norrie cui ieri Nole si è rivolto polemicamente quando ha trasformato il matchpoint inviando loro un bacetto ironico a sfottò nell’angolo Brit più caloroso… e rimediando una salva prolungata di buuuh, beh quelli non staranno certo per il tennista serbo. E se i giornali inglesi avranno sottolineato quell’atteggiamento… poco diplomatico, mi sa che di nuovo i tifosi di Novak saranno in minoranza. Ma Djokovic con quell’atteggiamento finale un po’ se l’è andato a cercare il tifo contro.
A meno che cominci male ancora una volta e allora il pubblico si schieri dalla sua parte perché il match si prolunghi. I biglietti costano cari… si vorrà proteggere l’investimento.
“Non è mai piacevole avere tutto uno stadio contro. In certi casi me lo aspetto…”
Fra Djokovic e Kyrgios non c’era mai stato buon sangue. Per le disinvolte vicende dell’AdriaTour, le feste in mezzo a migliaia di persone e anche per la preclusione di Nole al vaccino, Nick Kyrgios era stato molto pesante nei suoi apprezzamenti sui social nei confronti di Novak, ma poi quest’anno in Australia quando sono successe tutte le vicende dell’ok all’arrivo di Nole, poi allo stop, quindi al rinvio in patria, Kyrgios era stato invece uno dei pochi giocatori solidali con Novak… “Sì uno dei pochi che mi hanno sostenuto pubblicamente… l’ho apprezzato e gli devo rispetto per questo”.
Chissà se se lo aspetta anche stavolta.
Vabbè, vedremo. Intanto Jabeur-Rybakina. Mi piace più l’idea che possa vincere la simpatica, estroversa ragazza tunisina che gioca un tennis più vario, più estroso, con tagli e controtagli, smorzate e lob come si giocava una volta. Ma la kazaka Rybakina (che ha tenuto a ripetere a tutti di essere da tempo Kazaka sebbene nata a Mosca) è un’ottima avversaria, gran servizio, ottimi fondamentali. È favorita la Jabeur, ma dovesse vincere la Rybakina si tratterebbe di una sorpresa molto relativa.