[1] N. Djokovic b. [9] C. Norrie 2-6 6-3 6-2 6-4 (da Londra il nostro inviato)
Non è accaduto il miracolo nel quale il pubblico inglese sperava. Novak Djokovic, dopo una partenza molto lenta, ha progressivamente preso il controllo degli scambi e della partita e non ha dato scampo a Cameron Norrie che, seppur sostenuto dalla folla che non ha smesso un attimo di incoraggiarlo, alla fine ha pagato il minor peso di palla negli scambi da fondocampo e la conseguente difficoltà a fare il punto in maniera semplice e poco dispendiosa. Gli errori commessi all’inizio del match da Djokovic sono andati sempre più diradandosi, ma soprattutto è venuta fuori la sua capacità di aspettare il momento propizio per affondare nel palleggio senza rischiare eccessivamente di essere messo in difficoltà dai colpi dell’avversario.
IL MATCH – Inizio nervoso da parte di tuti e due, tanti errori, due break consecutivi, i due hanno preso a palleggiare da fondo come ci si poteva aspettare con Norrie a sfruttare i suoi angoli mancini e Djokovic a tenere traiettorie più centrali controllando con lo slice.
Il primo ad andare in vantaggio è stato Norrie, che sorprendentemente è stato quello a entrare meglio in partita, brandendo il pugno verso la folla in delirio a più riprese e incamerando il primo set 6-2 tra lo sbigottimento generale dopo solo 32 minuti.
Tre break subiti su quattro turni di battuta, 12 errori gratuiti contro solo 9 vincenti, ma soprattutto la sensazione che il rovescio anomalo di Norrie e la sua palla radente dalla parte destra riuscissero a togliere al campione serbo il pallino degli scambi.
Nel secondo parziale Djokovic aveva una palla del 3-1, che però svaniva con un challenge maldestramente chiamato, se ne procurava altre due per il 4-2, che però venivano annullate molto bene da Norrie, ma nel turno di battuta seguente una sciagurata volée a campo aperto messa in corridoio e altri due gratuiti del britannico mandavano il serbo a servire per il set sul 5-3. Nei palleggi da fondocampo iniziava a risultare chiaro che Norrie non aveva la potenza per ottenere i punti solo con la potenza dei suoi colpi e doveva invece affidarsi a lunghi scambi per aprirsi il campo che lo esponevano maggiormente al rischio di errore gratuito. Nell’ultimo game del set Djokovic rimontava da 0-30 e dopo 1 ora e 11 minuti si era un set pari.
Già subito all’inizio del terzo parziale Norrie si trovava a dover affrontare un’altra palla break, per il quarto turno di battuta consecutivo, e Djokovic riusciva subito ad andarsene sul 2-0. Le traiettorie centrali di Norrie consentivano a Djokovic di palleggiare con grande tranquillità senza il timore che dall’avversario arrivassero affondi possibilmente vincenti, e in questo modo il serbo poteva controllare il ritmo del punto con apparente grande agio. Ottenuto un secondo break per il 4-1, il serbo ha poi allungato comodamente fino a chiudere il set 6-2 in 37 minuti passando a condurre per due set a uno.
La giornata sicuramente più calda di tutto il torneo ha suggerito a Norrie di prendersi una pausa fisiologica prima dell’inizio del quarto set e riordinare le idee al fresco degli spogliatoi per tentare di trovare un modo di invertire l’inerzia del match. Neanche l’applauso caloroso del pubblico al rientro in campo però è riuscito a fargli trovare l’ispirazione giusta, tanto che Djokovic andava subito avanti 2-0 con un break in apertura apparendo totalmente in controllo. Norrie “appiattiva” maggiormente il diritto per trovare maggiore penetrazione e riusciva ad annullare quattro chance dell’1-4 pesante che avrebbero chiuso definitivamente la contesa. Due game più tardi era il rovescio che aiutava il britannico a portare a casa il turno di battuta, ma rimaneva il problema del break di svantaggio. Nel game chiave del parziale, con Djokovic al servizio sul 5-4 per conquistare la finale, l’ex n.1 regalava due gratuiti a Norrie per mantenere vive le speranze del pubblico, ma con due battute chiudeva il match, guardando con sguardo sinistro nella direzione dalla quale era arrivato un grido di disturbo prima dell’ultimo punto, e lasciandosi poi andare alla sua solita celebrazione con l’urlo liberatorio.
Djokovic ritorna dunque in finale a Wimbledon per la quarta edizione consecutiva, la ottava in totale, dove incontrerà Nick Kyrgios, arrivato al match decisivo senza giocare a causa del ritiro di Nadal. I precedenti tra i due sono sorprendentemente in favore di Kyrgios, che ha vinto entrambi gli scontri diretti, entrambi sul cemento ed entrambi nella primavera del 2017 con Kyrgios che si è sempre imposto in due set.