La presentazione delle Nitto ATP Finals con la speranza di Binaghi e Gaudenzi di vedere Sinner e Berrettini al PalaAlpitour porta alla ribalta il discorso sul numero 1 di Italia. Una corsa ristretta a soli due nomi: Matteo Berrettini e Jannik Sinner, visto il gap che si è creato tra i primi due tennisti italiani e il resto della compagnia. 26 anni Matteo, 20 Jannik, l’età è dalla parte dei due italiani che potranno lottare per i quartieri alti per diversi anni, con la speranza che la battaglia tra i due duri per un lungo tempo e possa spingere i due tennisti a lottare tra di loro per il vertice e restando allo stesso tempo uniti per i colori italiani.
Quella attuale è una stagione che per entrambi ha avuto dei fattori che ne hanno influenzato l’andamento. Jannik dopo la trasferta australiana ha chiuso la collaborazione con il team Piatti per passare sotto la guida di Vagnozzi e del super coach Cahill, che lo ha affiancato sull’erba londinese. Bilancio positivo, considerando i problemi fisici che hanno afflitto Jannik in questa stagione, ma con margini di miglioramento. Nella prima parte dell’anno il tennista altoatesino ha raggiunto a livello Slam i quarti a Wimbledon e in Australia, a cui si affianca il quarto turno a Parigi oltre ad essere finito tra i migliori 8 anche a Montecarlo e Roma. Risultati che collocano Sinner al quindicesimo posto della Race verso a Torino, con 1430 punti (900 in meno di Auger-Aliassime, settimo) pur confermandosi in top10 nella classifica ATP.
Ed il settimo posto diventa proprio il limite su cui ragionare visto che la Race potrebbe assegnare solo sette accessi diretti per le Nitto ATP Finals: un posto a meno di sorprese, sarà di Djokovic, in qualità di vincitore slam, dato che il serbo non avrà problemi a chiudere la stagione in top20. Allo stesso tempo, dovendo saltare allo stato delle cose la stagione americana sul cemento, difficilmente Nole terminerà tra i primi 8.
Lo scorso anno la stagione post Wimbledon è stata ricca di soddisfazioni per Sinner con tre titoli, Washington, Anversa e Sofia, trentadue successi e sole nove sconfitte, alcune arrivate in sfide di alto livello: il derby generazionale con Alcaraz a Bercy, quella con Zverev allo US Open e quella con Murray a Stoccarda.
Ma proprio l’aver effettuato un ottimo finale lo scorso anno porta il tennista altoatesino ad avere, in chiave ranking ATP, una cambiale non da poco in scadenza nei prossimi mesi. 1775 punti, figli oltre che dei successi sopra citati anche degli ottavi allo US Open e della semifinale al torneo di Vienna.
L’estate di Sinner sarà piena di impegni proprio con l’obiettivo di iniziare a mettere fieno in cascina: già a partire dal 18 luglio sarà uno dei protagonisti dell’ATP 500 di Amburgo, torneo dove gli ostacoli più complicati saranno Alcaraz e Rublev, a cui seguirà l’ATP250 di Umago, prima di spostarsi in Canada, prima, e negli Stati Uniti poi per la stagione sul cemento americano.
Per Matteo il 2022 è stato più fuori che dentro al campo, nonostante l’ottimo inizio rappresentato dalla semifinale all’Australian Open. Poi gli acciacchi fisici tra problemi agli addominali e l’operazione alla mano hanno tenuto il tennista romano fuori gioco per diversi mesi. Il rientro però è stato scoppiettante, nove successi consecutivi e due titoli a Stoccarda e al Queen’s che non gli hanno tuttavia impedito di scivolare in classifica, anche per la decisione di non assegnare i punti a Wimbledon.
Wimbledon che Matteo ha saltato per colpa del COVID e ha vissuto col rimpianto di vedere arrivare Garin, il suo ipotetico avversario al primo turno, spingersi fino ai quarti di finale. Lo scorso anno post Wimbledon Matteo ha giocato poco con il solo picco rappresentato dai quarti allo US Open. Un finale di stagione da poche partite, solo 13 con ben 5 sconfitte all’appello. Un finale non spettacolare che rende il fardello da difendere di punti da difendere non così complicato, 585 punti.
Il non aver potuto difendere la finale di Wimbledon del 2021 ha visto Berrettini scivolare alla posizione numero 15 del ranking, ma i buoni risultati nei pochi eventi giocati nel 2022 permettono al tennista romano di assestarsi alla posizione numero 12 della Race to Turin.
Anche il rientro di Matteo sarà sulla terra europea, con due tornei ATP250 back to back a Gstaad prima e Kiztbuhel poi, prima di volare oltre oceano per l’estate americana. Per Matteo, la distanza dalla posizione numero 7 è di 670 punti e le occasioni per poter mettere fieno in cascina per colmare il gap non mancano.
La concorrenza, tuttavia, per un posto alla Finals non manca e conquistare due dei sette slot a disposizione non sarà facile. Ma la speranza è che il finale di stagione possa rilanciare le speranze dei due tennisti italiani anche in ottica di una Coppa Davis che potrebbe regalare sorrisi al tennis italiano.