Alla fine Francesco Maestrelli ce l’ha fatta: dopo aver messo a segno l’ultimo punto del match, si sdraia a terra a esternare la sua grande gioia. E’ suo il Challenger di Verona, ed è il primo acuto in carriera nel circuito cadetto. Pedro Cachin, che pure è in top 100 e la scorsa settimana aveva vinto a Todi, non ha potuto far altro che assistere, quasi impotente, allo show del tennista pisano. Il punteggio (3-6 6-3 6-0 in poco più di due ore) ci racconta di come l’azzurro, dopo un inizio caratterizzato da un po’ di comprensibile tensione, abbia preso in mano il pallino dell’incontro senza più mollarlo. Francesco è un giocatore che, a dispetto dei suoi soli 19 anni, mostra un repertorio completo, forse migliorabile in alcuni aspetti ma senza gravi lacune. Ma quello che colpisce in lui è la straordinaria consapevolezza, la sensazione che trasmette, soprattutto ai suoi avversari, che per lui nulla sia veramente impossibile e che anche nei momenti più delicati troverà il modo di venire a capo del problema.
Il 2022 è il suo anno, la sua crescita sia tecnica che psicologica è stata impressionante e la classifica è migliorata di conseguenza. Il suo bilancio in stagione è di 36 vittorie e solo 14 sconfitte, veramente impressionante per un ragazzo che fino a pochi mesi fa aveva problemi ad entrare in tabellone nei Futures. Poi in aprile è arrivata la vittoria al M25 di Santa Margherita di Pula e un mese dopo la finale al Challenger di Francavilla. La scorsa settimana i quarti di finale al Challenger di Todi dove gli è stato fatale solo il doppio turno, dopo che il suo primo match era durato oltre tre ore. All’uscita dal campo Francesco era delusissimo ma siamo contenti di avergli detto: “Cerca di guardare le cose in prospettiva. Questa sconfitta non conta e il tuo momento è molto vicino”. Forse nemmeno noi pensavamo che fosse così vicino. Intanto Francesco, in attesa di esordire al Challenger di Trieste (della serie ‘battere il ferro finché è caldo’), può coccolarsi la coppa, comprare una bacheca più grande che probabilmente gli servirà e osservare con compiacimento la classifica che lo vede migliorarsi di un centinaio di posizioni per salire al n.237 ATP.
Un altro che a Verona ha alzato un trofeo al cielo è stato Andrea Vavassori che, in coppia col venezuelano Luis David Martinez (foto), ha battuto Galarza/Puches col punteggio di 7-6(4) 3-6 12/10. Partita a lungo incerta e in taluni momenti anche drammatica (match point annullato dall’azzurro con l’aiuto del nastro nel tie-break decisivo) che conferma come in doppio, a livello Challenger, Andrea sia fuori categoria. Per lui undicesimo successo in carriera e risalita al n.78 ATP, a sole nove posizioni dal suo best.