J. Paolini b. [8] N. Parrizas Diaz (5)6-7 7-5 6-2
Il riposo dà e toglie. Si può riassumere così l’infernale battaglia portata casa nei quarti del 33° Ladies Open di Palermo, da parte della fantastica trottolina Jasmine Paolini. La n. 61 WTA si è imposta dopo oltre tre ore di gioco sulla tds n. 8 Nuria Parrizas Diaz, dando prova di un agonismo epico e facendo fruttare al meglio i tre giorni di riposo dovuti al mancato match di ottavi contro Zhang. La freschezza fisica dell’azzurra, alla fine ha fatto la differenza, dopo che invece l’aveva costretta a partire contratta in avvio. Cancella due match point nel secondo set, e completa l’impresa che s’interruppe nel 2019 dinanzi a Kiki Bertens. Lo scorso anno era stata in grado di abbattere solo una volta il muro dei quarti, a Portoroz quando vinse il titolo. Quest’anno aveva raggiunto soltanto un quarto a Lione, ed era arrivata nel capoluogo siciliano con una striscia di 6 ko di fila. Palermo ci ha restituito Jasmine Paolini.
IL MATCH – Entrambe le protagoniste della sfida soffrono in avvio nei loro rispettivi turni di servizio, con Paolini brava a rimontare dal 15-30 e Parrizas Diaz costretta ad annullare una palla break nel suo primo game in battuta. La spagnola riesce quindi a salvarsi ai vantaggi, rispondendo così prontamente all’azzurra. Fin da subito si possono osservare chiaramente le caratteristiche tecniche delle due giocatrici, ma soprattutto i punti di forza e i corrispondenti anelli deboli del loro gioco, che potrebbero venire esasperati dal confronto odierno: la 31enne andalusa si fa preferire per pesantezza di palla, dovuta alla sua maggiore prestanza fisica sia in termini di centimetri che di chili, mentre la 26enne di Castelnuovo di Garfagnana può sfruttare la sua superiore agilità e velocità nella copertura del campo, con una mobilità e degli spostamenti sostenuti ad un’intensità decisamente più importante rispetto alla n. 8 del seeding. Queste prerogative tattiche presuppongono dunque un match, dove sarà la n. 54 del mondo ha fare maggiormente la partita cercando d’imprimere il proprio ritmo agli scambi, al contrario di una Jasmine più votata alla fase difensiva e pronta a cogliere l’opportunità di affondo nel momento in cui l’iberica accorcerà non potendo tenere a lungo sul palleggio prolungato, se la tennista toscana dovesse mantenere profondità e solidità nelle esecuzioni.
Le previsioni vengono rispettate alla lettera, ma purtroppo la versione della classe ’96 di madre ghanese che ha approcciato il duello, è ben lontana dalla trottolina toscana capace nel 2022 addirittura di battere un’amazzone come Sabalenka in quel d’Indian Wells. Paolini infatti appare molto contratta ed in particolar modo priva della sua imprescindibile dote: la rapidità e la frequenza dei passettini per trovare la giusta ricerca della palla. Questa lentezza inattesa, produce come conseguenza alcuni errori piuttosto marchiani, uno schiaffo al volo di dritto scaraventato a rete goffamente ed una volée di rovescio totalmente scentrata. Certamente l’apparizione di una Jas non completamente a suo agio e vittima di gratuiti molto gravi, è da attribuire all’assenza di partite da lunedì, dopo il ritiro in ottavi di Zhang. Una pausa forzata dai campi che non l’ha per nulla avvantaggiata, e ciò lo si desume anche da una certa irrequietudine dell’italiana. La n. 61 delle classifiche, infatti, si esibisce in ripetuti monologhi con l’obbiettivo però di provare a scuotersi.
Il tabellone completo del WTA Palermo
Perché oltre a lamentarsi fisiologicamente per le sensazioni negative, che avverte quando impatta, tenta anche d’incoraggiarsi per cambiare l’andatura del match a lei sfavorevole. La volontà d’invertire l’inerzia, si tramuta sul rettangolo di gioco in soluzioni alternative, smorzate e attacchi in controtempo, per spezzare il ritmo e porre dubbi nelle certezze acquisite da Nuria. Sembra però che nulla riesca a scalfire la nativa di Granada, anche perché il rapporto con le palle break di Jasmine è alquanto stregato. Dopo essere uscita indenne dal primo pericolo corso, difatti, la testa di serie n. 8 si è dimostrata più concreta della n. 3 d’Italia brekkando al primo tentativo nel terzo gioco – nonostante Paolini fosse 30-0 – e avendo anche un break point per il 4-1 pesante. A questo punto l’allieva di Renzo Furlan avrebbe la chance per rientrare pienamente, ma la classe ’91 cancella due palle per il 3-3 attraverso altrettante eccezionali accelerazioni e si mantiene avanti. L’ex 48 WTA va a servire per chiudere il set e quando oramai sembrava finita, Paolini si trasforma in una piovra e tentacolando rimanda qualsiasi cosa dall’altro lato.
La difesa alla “polpo” Nole è micidiale, la quinta occasione di strappo è quella buona: 5-5. Adesso la giocatrice toscana è salita di temperatura, è sempre più dentro il match. Il livello dello scontro si è decisamente innalzato, i vincenti aumentano e gli errori conseguentemente diminuiscono. Nuria non pare aver subito il contraccolpo del contro-break e si guadagna una possibilità per il nuovo vantaggio. Ma Jasmine non molla nulla, è solidissima e siamo 6-5. Mette il naso avanti per la prima volta dal gioco d’apertura della partita, inoltre ora è veramente agguerrita l’azzurra, modifica costantemente altezza e angoli dei suoi colpi. E’ un autentico muro para tutto e così si materializza il set point per la tennista di casa. Purtroppo per la toscana la riposta vola via, allora è inevitabile il tie-break. Qui però il primo punto segna già compiutamente, quello che sarà l’avverso gioco decisivo per l’ex n. 44: doppio fallo e mini-break Spagna immediato, Jasmine lo recupera quasi subito con un’eccellente risposta. Ma poi nastro beffardo e una solida Nuria s’invola sul 6-1. Paolini però non lascia nulla d’intentato, accorcia sino al 6-5 dimostrando tutto il suo temperamento. Il quinto set ball si rivela però fatale e perdere la frazione così fa ancora più male. La rimonta è sfiorata, ma non completata. Un’ora e otto minuti ed è 7-6(5) per la spagnola. Meriti per l’andalusa, che ha mostrato grande fermezza mentale, rimanendo lucida nei momenti in cui ha brillato di più l’avversaria e lei sembrava subire inopinatamente.
La ripresa delle ostilità, dopo qualche minuto di pausa per permettere a Parrizas Diaz di raggiungere gli spogliatoi e cambiarsi, è la diretta conseguenza del finale della frazione inaugurale. Gli strascichi dovuti alla modalità di svolgimento della volata conclusiva del primo set, si avvertono eccome e soprattutto ronzano prepotentemente nella testa di Paolini. Si parte con un parziale di sei punti a uno per l’iberica, Jasmine poi ritrova un po di vigore e si rimette in lotta. Recupera dallo 0-40, ma la quinta palla break gli è letale. La grande differenza con il primo set è che adesso i dialoghi dell’azzurra con sé stessa sono spenti, la toscana è abbattuta e frustrata. Non sente la palla e lo sforzo profuso per rientrare nella prima frazione si è rivelato totalmente inutile, ritrovandosi ad aver speso tanto sia dal punto di vista delle energie fisiche che mentali ma con un pugno di mosche in mano. Da par suo invece è di una continuità invidiabile la 31enne di Granada, sciorina perfettamente le sue aperture muovendo a piacimento l’italiana per farla retrocedere dalla linea di fondo. Inoltre è ancora fredda quando deve fronteggiare momenti difficili, esce alla grande dal terzo gioco cancellando due opportunità per il contro-break e s’inerpica sul 4-1. Jasmine nel frattempo ha riscoperto la sua vena agonistica, però ormai il treno sembrerebbe passato. Macché tutt’altro, l’italiana di forza lo trascina sulle rotaie a lei congeniali, i “forza” italici aumentano a dismisura mentre la n. 8 del tabellone perde colpi quando più conta. Come nel primo set Parrizas non chiude, nonostante la possibilità di farlo con la battuta. E come se non bastasse i due match point non concretizzati nel game precedente, si riveleranno deleteri nel prosieguo del match. Jasmine ha grinta da vendere e addirittura brekka nell’undicesimo game. Nuria non c’è più, ha perso totalmente le misure del campo, al contrario di una Paolini indemoniata: incredibile ma vero, secondo set point azzurro sfruttato. Si va al terzo dopo 2h05 di gioco, grazie ad una memorabile forza di volontà della nostra.
Pronti via ed è game fiume, la toscana dopo 18 punti e un warning per time violation frantuma quattro opportunità per il 2-0, con un dritto sempre scintillante sulle palle break, e pareggia i conti con l’aiutino di un nastro benevolo. Bagarre totale oramai, ma Jas si sta dimostrando un’agonista migliore. Gol fallito, gol subito. Ancora un diritto magistrale garantisce lo strappo italico: 2-1 e servizio. Pare averne di più sul piano fisico la giocatrice di Castelnuovo di Garfagnana, però si distrae e compromette tutto. La n. 3 d’Italia non demorde, brekka nuovamente e questa volta consolida il vantaggio (4-2). Il dritto spagnolo latita sempre di più e così Paolini vince una lotta impressionate dopo 3h07. Nell’intervista post partita afferma di non ricordarsi di aver dovuto salvare match ball, ma vista l’impresa di cui è stata autrice questa dimenticanza gliela si può far passare.
(a cura di Paolo Di Lorito) L. Bronzetti b. [5] C. Garcia 3-6 7-5 6-3
Alle 2.30 di notte Lucia Bronzetti ha alzato le braccia al cielo per la sua seconda semifinale in carriera (la precedente a Rabat contro la Trevisan) dopo aver battuto Caroline Garcia per 3-6 7-5 6-3. Un’altra maratona (2 ore e 56 minuti) dopo quella della Paolini che ha premiato la tennista azzurra per caparbietà e tenacia. “È tardi e adesso cercherò di recuperare al meglio – ha detto Lucia Bronzetti – la Garcia è molto forte, mette tanta pressione. Sono stata brava farle giocare tutti i punti. Il derby in semifinale? Sono contenta almeno ci sarà una giocatrice italiana in finale“.