Dal nostro inviato ad Umago
Oggi pomeriggio era il turno di Carlos Alcaraz al Media Day, l’incontro quotidiano con la stampa dei principali protagonisti di questa edizione del Croatia Open. “Sto bene, ho recuperato da Amburgo e sono pronto per dare il meglio qui ad Umago, un torneo al quale sono legatissimo” ha detto il 19enne tennista di Murcia rispondendo alla prima domanda di un giornalista spagnolo sul suo stato di forma dopo le fatiche della scorsa settimana nell’ATP 500 tedesco, dove è arrivato sino alla finale, sconfitto poi da Lorenzo Musetti.
Dopo alcune domande sul suo rapporto con il torneo (“Mi piace venire qui, c’è una bella atmosfera e riesco anche a ritagliarmi un po’ di tempo per divertirmi, due giorni fa ho provato la moto d’acqua”) e la conferma che il suo scheduling prevede come tappa successiva il Masters 1000 di Montreal (“Da qui torno a casa, dove inizierò ad allenarmi sul cemento”), abbiamo chiesto a “Carlitos” le sue sensazioni sul raggiungimento della top 5, se è un risultato sul quale si è soffermato a riflettere oppure lo considera semplicemente una ulteriore tappa del suo percorso verso un obiettivo più ambizioso. La risposta è stata diretta, schietta: “Sì, lo considero come una tappa. Per me significa che ho ancora quattro giocatori davanti a me per raggiungere quello che è il mio obiettivo, diventare il n. 1 della classifica. E devo continuare a lavorare per arrivarci”.
Da lì le domande si sono orientate a quello che è il passaggio obbligato per arrivare al vertice della classifica, ovvero vincere i tornei dello Slam. In particolare, è stato chiesto al giovane spagnolo quali sono le differenze più significative per lui nel giocare negli Slam, al meglio dei tre set su cinque. Anche in questo caso la risposta è stata molto schietta: “L’aspetto mentale. Devi essere in grado di essere preparato mentalmente per quattro, cinque ore di partita. Le partite che ho perso negli Slam le ho perse perché non ero al meglio da questo punto di vista, devo migliorare nella gestione di questo aspetto, della pressione, della tensione nervosa”.
Per finire, simpatico siparietto sull’ultima domanda posta da un collega croato se, dopo aver mantenuto la promessa di tornare fatta dopo la finale dello scorso (“Lo pensavo davvero quando l’ho detto, poi è chiaro che in un anno tante cose cambiano ma ci sono riuscito”), pensa di rifarla quest’anno:” La stessa frase?” ha detto, tra l’imbarazzato ed il sorridente il n. 5 del mondo “Intanto proviamo a rivincere il torneo”.