[3] A. De Minaur b. I. Ivashka 5-7 6-2 6-2
Il quarto tentativo è quello buono, dopo le tre semifinali perse nel 2022 contro Alcaraz a Barcellona, Molcan a Lione e Fritz a Eastbourne, Alex De Minaur finalmente si sblocca e riesce a superare l’ostacolo del penultimo atto. L’australiano nella notte ha infatti superato in rimonta, nella prima semifinale dell’Atlanta Open, il bielorusso Ilya Ivashka – sono nati a cinque anni e 7 giorni di distanza – perdendo il set inaugurale in volata, dopo la sospensione del match causata dal maltempo, ma replicando successivamente con un periodico 6-2. Dunque ancora una volta la tds n. 3 si dimostra più forte di tutte le avversità esterne possibili ed inimmaginabili, dopo essersi misurato con l’infernale caldo del turno precedente, oltre a rispolverare anche la statistica relativa al suo bottino nelle semifinali del Tour. Numeri macchiati dai tre ko sopra citati, ma che recita complessivamente un ottimo 12-7. Un unico precedente tra i due protagonisti, a livello Challenger: la semifinale di Nottingham 2018 vinta in due comodi set da De Minaur.
Si conferma invece la maledizione aussie per il 28enne di Minsk, che aveva perso l’ultima semifinale disputata con James Duckworth a settembre in quel di Nur Sultan. Una sconfitta, quella contro Demon, che giunge dopo tre successi al set decisivo e che comunque può rappresentare un buon trampolino di lancio per Ilya, pronto a difendere tanti punti frutto del suo ottimo percorso del 2021 nella parte di stagione d’oltreoceano sul cemento all’aperto; con gli ottavi a Washington, il primo trofeo della carriera vinto a Winston Salem ed il 3.T° allo Us Open. Un gruzzoletto per nulla scontato e che è di primaria importanza per Ivashka, considerando anche che non ha potuto rimpiazzare i punti ottenuti grazie agli ottavi conquistati a Wimbledon la passata stagione, il suo miglior risultato Slam.
Questa sera alle ore 23:00 il tennista di Sydney, formatosi tennisticamente ad Alicante, andrà a caccia del sesto titolo in carriera in quella che sarà la sua dodicesima finale nel Tour maggiore.
IL MATCH – Il sorteggio viene vinto da Ivashka, che sceglie di partire in risposta. La decisione del bielorusso si rivela alquanto saggia, visto che costringe De Minaur a fronteggiare immediatamente il pericolo dei vantaggi nel gioco d’apertura dell’incontro. L’australiano aprendo e chiudendo, il primo turno di servizio, con i primi due ace della sfida riesce a salvarsi e ad evitare fin da subito di dover inseguire. Demon comprende perciò che non può limitarsi a tessere la propria tela da fondo campo, cercando di portare allo sfinimento fisico il n. 53 ATP attraverso la sua magistrale copertura del campo, perché se dovesse cadere in questo tranello dettato dalla superficialità, i rischi che correrebbe sarebbero innumerevoli. Questo poiché il 28enne di Minsk è un tennista dotato di grande potenza e fluidità di colpi, che permea il proprio gioco su scambi piuttosto brevi, i quali gli permettono di far esprimere al massimo delle potenzialità il suo tennis fondato sull’uno-due. E difatti per quanto Alex riesca a trascinare l’avversario nel suo terreno di caccia preferito, contraddistinto dalla proverbiale resistenza atletica abbinata ad una straordinaria abilità difensiva, appena cala anche solo un attimo in termini di ricerca proficua degli angoli e progressivo aumento della velocità delle proprie esecuzioni; ecco che viene puntualmente investito dalle bordate piatte del classe ’94 specie quelle con il dritto anomalo.
Dunque avendo captato tali segnali di potenziale sofferenza nei primi scampoli del match, la tds n. 3 può cambiare marcia e attitudine per essere certo di amministrare lo scontro secondo i suoi punti di forza. Così il metro e 83 di padre uruguagio, comincia a prendere la rete voracemente con chirurgici attacchi in controtempo e perfetti ricami al volo: questo nuovo atteggiamento tattico provoca come conseguenza, dopo il pericolo scampato, il break immediato che viene prontamente consolidato dal n. 1 d’Australia per il 3-0 iniziale. In questo frangente di gara, a livello di fondamentali sta facendo la differenza il letale dritto a sventaglio del giocatore aussie. Il 23enne di Sydney sta infatti letteralmente tramortendo il povero Ilya dal lato destro, sia con l’inside-in sia con l’inside-out e suggella l’allungo in avvio con un devastante vincente in corsa proprio dalla parte destra, a riprova di come stia facendo letteralmente gli sfracelli con il diritto nel match odierno. Nel quarto gioco arriva addirittura un’opportunità per il doppio strappo, con il Demone proveniente dalla Terra dei Canguri che sembra ormai avviato verso un autentico monologo senza possibilità di reazione. Ma all’improvviso Ivashka ritrovando l’arma principale del suo tennis – il servizio, finora quasi mai pervenuto – e sbloccandosi nella casella dello score, che recitava ancora zero, ritorna quello dei primi punti della partita. Le violenti sbracciate ora ricadono maleficamente – per Alex – sulle righe, inoltre il bielorusso si traveste anche da De Minaur e si proietta a rete con grande efficacia. Dal possibile 4-0, contro-parziale di Ilya e di nuovo equilibrio latente.
L’ex n. 15 del mondo è stato indubbiamente vittima di un calo, anche abbastanza importante, ma dall’altra parte la battuta ha ridato sicurezza e consapevolezza all’ex n. 40 del ranking. Si prosegue così sulla scia costante e – adesso – solida dei servizi, sul 4-5 per prolungare il set il n. 1 di Bielorussia però prova più di un brivido lungo la schiena, a causa di un gratuito in lunghezza e soprattutto del secondo doppio fallo della sua partita. Ma sull’orlo del baratro, il 30 pari, il nativo di Minsk si toglie dall’impiccio con il secondo drop-shot del game, dopo quello iniziale – nonché seconda variazione della sua partita – e aggancia l’ex n. 2 junior. Anche il tennista di madre spagnola si esibisce in qualche variante, come l’uso continuativo del back. Ebbene proprio quando il duello stava entrando nella sua fase più calda e decisamente più accattivante, la minaccia climatica imperversa su Atlanta. Erano previsti temporali e acquazzoni di primo ordine, già nelle ore precedenti, ma intanto ci pensano le folate di vento e i tuoni roboanti a sospendere la semifinale della parte alta.
Dopo il maltempo abbattutosi sulla capitale della Georgia, con il più classico dei nubifragi estivi, la sfida può riprendere. La pausa piuttosto prolungata giova al bielorusso che, come già mostrato in avvio di partita è decisamente il migliore in campo per quanto riguarda l’approccio ai parziali, anche se alla fine era comunque andato sotto 3-0 nella frazione iniziale. Il n. 53 delle classifiche infatti conquista i primi due giochi dopo l’interruzione forzata, ciò significa set d’apertura incamerato dopo poco più di un’ora – tempo effettivo del duello, escluso il periodo della sospensione. Nonostante si veda strappare a 30 il servizio, Alex non regala nulla e lotta su ogni quindici, a tal punto da cancellare tre set point consecutivi dal 40-0 ed un quarto nel primo vantaggio esterno. Ne arriva però anche un quinto e questa volta il diavolo aussie non può opporre alcuna resistenza contro il fondamentale d’inizio gioco di Ilya in grandissimo spolvero.
Qui in sostanza si conclude la contesa, visto che il successivo doppio 6-2 inflitto dalla tds n. 3, è senza il minimo appello. Il “figlioccio” di Hewitt si porta prima sul 4-2, per poi chiudere 6-2 e mandare il match al terzo. Andamento completamente identico, rispetto al secondo set, anche nella frazione finale: il contro attaccante di Sydney strappa il servizio bielorusso nuovamente nel terzo e nel settimo game – ha breakkato complessivamente 5 volte. In termini statistici lo scontro è stato deciso dalla resa della seconda palla, abissale differenza tra il 38% di Ivashka e l’ottimo 60% dell’australiano. Inoltre il giocatore residente ad Alicante ha scagliato anche 6 ace e frantumato il 75% dei break point offerti (5/7).
[6] J. Brooksby b. [4] F. Tiafoe 6-1 6-4
Nella seconda semifinale di giornata, precisamente quella della parte bassa, si sono invece affrontati nel settimo derby a stelle e strisce andato in scena in questa 34esima edizione del torneo: la quarta forza del tabellone Frances Tiafoe e il n. 6 del seeding Jenson Brooksby. Fra l’altro a proposito di duelli tra connazionali, in tre delle sette sfide tra statunitensi tenutesi in questa settimana; uno dei due protagonisti in campo è sempre stato il 21enne di Sacramento, vittorioso contro MacDonald agli ottavi e nei quarti sul sei volte campione Big John. Eccome si suol dire non c’è due senza tre, così il californiano ha centrato la tripletta estromettendo nettamente il tennista originario della Sierra Leone per 6-1 6-4 in 1h36. Dopo un primo set assolutamente senza storia, anche il secondo rischiava seriamente di non regalare neanche il minimo pathos. Questo perché il n. 43 si è involato rapidamente sul 3-1, come in apertura di match, in seguito però il 24enne del Maryland ha offerto quantomeno maggiore resistenza. Si è perciò giunti, con i servizi a farla da padrone, al game della verità: Frances ci ha provato, ha sfiorato il colpo di coda ma dopo 16 punti e 5 match point cancellati – due consecutivi dal 15-40 – si è dovuto arrendere al sesto tentativo avuto a disposizione dall’avversario per sigillare la vittoria dell’incontro. Grandissima prestazione in battuta per l’atipico classe 2000: 7 ace messi a referto, ottime percentuali di risoluzione diretta del punto (77% con la prima, 62% con la seconda) ed una sola palla break concessa, ma prontamente cancellata. Tiafoe e Brooksby si erano incontrati prima di oggi, soltanto in un’altra circostanza: l’anno scorso, sempre nel periodo di stagione dedicato allo swing estivo nordamericano, a Washington con successo di Jenson per 7-6(4) 7-5.
L’ex n. 33 ATP contenderà il titolo a De Minaur per cercare di raggiungere il suo primo successo nel circuito, dopo le due finali perse sull’erba di Newport nel 2021 per mano di Kevin Anderson – ultimo torneo messo in bacheca dal sudafricano prima del ritiro – e quella dello scorso febbraio a Dallas contro Reilly Opelka, ritiratosi ad “Hotlanta” prima del via.