Con ogni probabilità Novak Djokovic non prenderà parte ai più importanti tornei estivi, dato che questi si disputano negli Stati Uniti. Niente Open del Canada, Cincinnati e US Open dunque per l’ultimo vincitore di Wimbledon, dato che le politiche di entrata negli USA sono piuttosto severe e restrittive. Nessuno straniero, infatti, può mettere piede sul suolo statunitense se – come Djokovic – non è vaccinato.
Non è la prima volta che si vengono a creare dibattiti a tal proposito, visto che ad inizio anno è stato fatto tanto clamore mediatico per l’ingresso in Australia (e la successiva espulsione) dell’ex numero uno del mondo. A schierarsi dalla parte di Djokovic, nelle ultime ore, è stato proprio un australiano: John Millman.
L’attuale numero 76 ATP è stato costretto al ritiro dall’ATP250 di Los Cabos (qui il tabellone aggiornato) per via della sua positività al Covid-19. Il 33enne di Brisbane ha contratto il virus proprio negli Stati Uniti, dove la scorsa settimana era impegnato ad Atlanta (sconfitto 7-6 6-4 da Nakashima al secondo turno).
Millman ha dunque avuto il tempo necessario per farsi un’idea di quanto (poco) negli USA siano rispettate le norme anti-covid, come da lui stesso spiegato via twitter. A questo punto, l’australiano si è chiesto perché, nonostante il relativo disinteresse per il contenimento del virus, Novak Djokovic non possa giocare i tornei negli Stati Uniti. Tornei ai quali, fra l’altro, possono partecipare cittadini statunitensi non vaccinati, poichè non sono le organizzazioni degli eventi a frapporre questo tipo di restrizione.
“Ho contratto il covid“ – spiega Millman sul suo profilo twitter ufficiale. “Ero negli USA e non mi è sembrato che qui molte persone rispettassero raccomandazioni e indicazioni. Per me non è un problema, ma a questo punto non capisco perché Novak Djokovic non possa competere“.
L’australiano, per evitare fraintendimenti, ha poi proseguito e chiarito: “Voglio essere chiaro: se tutti seguissero le regole io sarei favorevole ad una politica vaccinale restrittiva in entrata. Tuttavia, per quel che ho potuto vedere, nessuno se ne curava molto. Inoltre, i tornei permettono di giocare ai cittadini non vaccinati e solo il 30% dei giocatori ha la dose booster” – conclude Millman, che qualche ora dopo ha anche commentato: “Twitter è pieno di persone con opinioni diverse su questioni differenti, ma se un atleta dà un giudizio su qualcosa che esula dal suo sport gli viene ripetuto di pensare al proprio sport”.