103 – Le vittorie ottenute nel circuito maggiore da Jannik Sinner da gennaio 2020 ad oggi. Quella di due anni fa è stata la prima vera stagione da protagonista nel grande tennis per l’altoatesino, iniziata da 78 ATP e sotto il peso di grandi aspettative da parte di addetti ai lavori e appassionati italiani a seguito della vittoria, ottenuta appena nel novembre precedente, delle ATP Next Gen Finals. Il 2020 è stato anche l’anno in cui Jannik ha interrotto la sua partecipazione al circuito Challenger: l’ultimo torneo di questo tipo a cui sinora ha partecipato è stato quello di Indian Wells che avrebbe dovuto anticipare di una settimana il Masters 1000 californiano, poi mai disputatosi quell’anno a causa dell’inizio della sospensione di cinque mesi del circuito dovuta all’inizio della pandemia da Covid-19.
Una categoria di eventi tennistici, quella dei Challenger, dalla quale – come quasi tutti i colleghi – Sinner è passato per fare esperienza e incamerare punti, ma nel suo caso impressiona la velocità avuta nel non aver più bisogno di parteciparvi. L’allora allievo di Riccardo Piatti inizia a farsi notare per la prima volta dal grande pubblico vincendo nel febbraio 2019 da diciassettenne e con classifica di 546 ATP il Challenger di Bergamo, il quarto in assoluto a cui prende parte. Da quel titolo Jannik prende l’abbrivio per una impressionante scalata del ranking che lo porta a chiudere quella stagione già tra i primi cento, grazie alla vittoria di altri due Challenger (diventa così il secondo giocatore più giovane della storia, dopo Gasquet, a vincere nello stesso anno tre titoli di questa categoria). Senza dimenticare le prime undici partite portate a casa nel circuito maggiore (di cui 5 nei 250, 1 nei 500, 1 nei 1000 e 4 nelle Next Gen ATP Finals): anche buona parte di queste contribuiscono in maniera decisiva a far scalare all’altoatesino, nel solo 2019, in totale 475 posizioni del ranking ATP.
SPUNTI TECNICI: Il nostro coach analizza colpo per colpo, foto per foto, Jannik Sinner al microscopio
Il tennista nato a San Candido (Bolzano), attuale 10 ATP, la scorsa settimana a Umago ha vinto il sesto trofeo della carriera (e il primo sulla terra) a nemmeno ventuno anni: un traguardo già di per sè ottimo a conclusione di carriera per la grandissima parte dei tennisti professionisti, ma intermedio per quelle che sono le ambizioni di Jannik e del suo staff. Ricordando le soddisfazioni già raccolte, va detto come Sinner oltre ai successi citati, sia già stato 21 settimane nella top ten (salendo sinora sino al nono posto del ranking), abbia raggiunto tre volte i quarti negli Slam e una finale in un Masters 1000. Per arrivare a risultati ancora migliori Jannik deve migliorare in diversi aspetti, innanzitutto dal punto di vista fisico, ma lascia ben sperare la sua grande passione e dedizione nella professione, quanto sia già migliorato tennisticamente in questi anni e, appunto, i risultati già ottenuti alla sua pur giovanissima età.
Pos. | Giocatore | Punti2022 | Punti2021 | Punti2020 | TotalePunti |
1 | Djokovic | 1970 | 9370 | 6855 | 18195 |
2 | Medvedev | 2575 | 7070 | 4025 | 13670 |
3 | Nadal | 5620 | 2985 | 4050 | 12655 |
4 | Tsitsipas | 4010 | 5695 | 2495 | 12200 |
5 | Zverev | 2700 | 5955 | 3455 | 12110 |
6 | Rublev | 2415 | 4090 | 3425 | 9930 |
7 | Ruud | 3315 | 3275 | 1280 | 7870 |
8 | Berrettini | 1845 | 4090 | 595 | 6530 |
9 | Alcaraz | 4270 | 1544 | 408 | 6222 |
10 | Auger-Aliassime | 1175 | 2545 | 1175 | 6105 |
11 | Hurkacz | 1890 | 3315 | 620 | 5825 |
12 | Sinner | 1680 | 3015 | 1030 | 5725 |
13 | Schwartzman | 1465 | 1990 | 2220 | 5675 |
14 | Thiem | 221 | 735 | 4615 | 5571 |
15 | Carreno Busta | 1555 | 1970 | 1675 | 5200 |
16 | Norrie | 1540 | 2945 | 355 | 4840 |
17 | Shapovalov | 1315 | 2030 | 1240 | 4585 |
18 | Fritz | 2060 | 1580 | 685 | 4325 |
19 | Bautista Agut | 1465 | 1685 | 1150 | 4300 |
20 | De Minaur | 1385 | 1290 | 815 | 3490 |
21 | Karatsev | 670 | 2290 | 527 | 3487 |
22 | Cilic | 1540 | 1355 | 550 | 3445 |
23 | Dimitrov | 1045 | 1400 | 970 | 3415 |
24 | Khachanov | 1080 | 1375 | 940 | 3395 |
# | Sonego | 720 | 1460 | 600 | 2780 |
# | Musetti | 1141 | 967 | 433 | 2541 |
# | Kyrgios | 325 | 325 | 695 | 1345 |
Per approfondire quest’ultimo aspetto, nella tabella 1 da noi preparata abbiamo raccolto i punti ottenuti dai migliori tennisti a partire da gennaio 2020, periodo in cui Jannik ha iniziato a giocare con costanza nel circuito maggiore, sino ad arrivare ai nostri giorni. Leggiamo così del già noto dominio di Djokovic (il serbo ha vinto cinque dei dieci Slam giocati negli ultimi due anni anni e mezzo, oltre a quattro Masters 1000 e altri tre tornei) e forse ci rendiamo conto ancora meglio di come – assieme a Nole – Nadal, Medvedev, Tsitsipas e Zverev negli ultimi due anni e mezzo abbiano lasciato le briciole agli altri protagonisti del circuito maschile. Jannik, pur giocando da Under 20 nella maggior parte del tempo da noi considerato, ha solo undici giocatori ad aver fatto meglio di lui (che sarebbero in realtà nove se venissero conteggiati i 360 punti garantiti dai quarti di Wimbledon raggiunti un mese fa). Ad eccezione di Alcaraz, poi, sono tutti più “anziani” di lui i colleghi ad aver fatto meglio: tra l’altro solo Auger-Aliassime, Ruud e Tsitsipas sono coetanei di Sinner, con questi ultimi due che hanno comunque quasi tre anni in più di lui. Dati più che incoraggianti per il futuro del tennista italiano, in particolar modo se incrociati con quelli contenuti nella tabella 2, che raccoglie altre statistiche relative al periodo temporale da noi considerato in questa analisi (da gennaio 2020 alla scorsa settimana).
Giocatore | BilancioW-L (%) | BilancioW-Lvs top 10 | FinaliSlamW-L | FinaliBig Titles* | Finalialtritornei |
Djokovic | 119-17(87,5%) | 27-10 | 5-2 | 4-1 | 3-1 |
Medvedev | 118-33 (78,1%) | 20-10 | 1-2 | 3-2 | 3-2 |
Nadal | 86-15 (85,1%) | 14-10 | 3-0 | 1-1 | 4-1 |
Tsitsipas | 126-47 (72,8%) | 11-16 | 0-1 | 2-1 | 3-5 |
Zverev | 116-36 (76,3%) | 18-19 | 0-1 | 4-2 | 4-1 |
Rublev | 126-44 (74,1%) | 10-12 | 0-0 | 0-2 | 10-1 |
Ruud | 114-43 (72,6%) | 5-15 | 0-1 | 0-1 | 9-1 |
Berrettini | 71-25 (73,9%) | 1-10 | 0-1 | 0-1 | 4-2 |
Alcaraz | 75-25 (75%) | 11-8 | 0-0 | 2-0 | 4-2 |
Auger-Aliassime | 91-60 (60,2%) | 7-18 | 0-0 | 0-0 | 1-6 |
Hurkacz | 79-48 (67,5%) | 9-11 | 0-0 | 1-0 | 3-0 |
Sinner | 103-42 (71%) | 9-17 | 0-0 | 0-1 | 6-0 |
Schwartzman | 89-55 (61,8%) | 5-18 | 0-0 | 0-1 | 1-5 |
Thiem | 41-27 (60,2%) | 8-6 | 1-1 | 0-1 | 0-0 |
Carreno Busta | 80-47 (62,9%) | 6-13 | 0-0 | 0-0 | 2-2 |
Norrie | 93-54 (63,2%) | 3-16 | 0-0 | 1-0 | 3-5 |
Shapovalov | 64-53 (54,7%) | 6-9 | 0-0 | 0-0 | 0-2 |
Fritz | 77-48 (61,6%) | 5-10 | 0-0 | 1-0 | 1-2 |
BautistaAgut | 76-43 (63,8%) | 7-6 | 0-0 | 0-0 | 2-4 |
De Minaur | 69-51 (57,5%) | 3-15 | 0-0 | 0-0 | 3-1 |
Karatsev | 50-41 (54,9%) | 5-7 | 0-0 | 0-0 | 3-1 |
Cilic | 68-48 (58,6%) | 4-13 | 0-0 | 0-0 | 2-1 |
Dimitrov | 60-42 (58,8%) | 4-11 | 0-0 | 0-0 | 0-0 |
Khachanov | 79-56 (58,5%) | 0-14 | 0-0 | 0-1 | 0-1 |
Sonego | 59-59 (50%) | 3-11 | 0-0 | 0-0 | 1-2 |
Musetti | 46-43 (51,6%) | 3-6 | 0-0 | 0-0 | 1-0 |
Kyrgios | 34-18 (65,3%) | 5-7 | 0-1 | 0-0 | 0-0 |
*Masters 1000, Giochi Olimpici, ATP Finals
Possiamo leggervi che Jannik è tra i 10 tennisti ad aver vinto oltre il 70% delle partite disputate e il settimo ad averne vinte di più, 103, appunto (42 delle quali contro top 50, così come sono 65 quelle ottenute in ATP 500 o 250). Risultati già molto indicativi, perché ottenuti con l’handicap di una maturazione fisica e tecnica ancora oggi in atto e arrivati nonostante le inevitabili iniziali difficoltà successive alla scelta dello scorso febbraio di cambiare coach. Complicazioni emotive, visto il legame profondo che il nostro tennista aveva con Piatti, ma soprattutto dovute ai nuovi metodi di lavoro e ai tentativi di modifiche tecnico-tattiche che ogni nuovo allenatore, come lo è divenuto Simone Vagnozzi, propone. Il vero punto debole di Jannik non è mai stato la continuità di rendimento: sono stati pochi gli scivoloni per gli alti e bassi della giovane età contro tennisti il cui valore era inferiore, al di là della classifica del momento (il vero ultimo passo falso di Jannik in tal senso è stato giusto un anno fa in Canada contro Duckworth, arrivato dopo aver vinto qualche giorno prima l’ATP 500 di Washington). Piuttosto Jannik ha sempre avuto grosse difficoltà contro i più forti: basta pensare che contro i top 5 nelle prime dodici volte che li aveva affrontati non aveva mai vinto e aveva raccolto appena 3 set dei 31 giocati. In tal senso fa davvero sperare il riscontro dell’ultimo mese, nel quale Sinner ha prima strappato a Wimbledon due set a Djokovic e poi battuto ad Umago Alcaraz (primo successo della carriera contro un tennista tra i primi 5 del ranking), confermando la vittoria sul murciano di qualche settimana prima, avvenuta sui prati londinesi. Un segnale ben preciso di evoluzione del rendimento che – se confermato da eventuali riscontri nei prossimi mesi – certificherà l’ingresso di Sinner tra i migliori tennisti del pianeta.