[2] F. Fognini b. [LL] K. Stevenson 6-3 6-1
Fabio Fognini stacca agilmente il pass per il secondo e conclusivo turno del tabellone cadetto del National Bank Open presented by Rogers, superando in neanche un’ora di gioco l’alternate di casa Kelsey Stevenson. Poco più di un allenamento per il ligure, numero due del seeding delle qualificazioni, che ha travolto il malcapitato canadese. Troppa la differenza di livello, che oltre ad essere rappresentata dalle 768 posizioni di distanza in classifica tra i due giocatori, viene per certi versi ancor di più evidenziata dal fatto che il 32enne Kelsey sia un doppista, tra l’altro non di primo piano considerando che ha ottenuto il miglior risultato della carriera proprio la settimana passata trionfando in coppia con il britannico Billy Harris al Challenger di Winnipeg.
L’ex n. 9 del mondo ha già l’opportunità di breakkare nel primo gioco della partita, ma manca di concretizzare le prime due chance. Quando la possibilità si ripresenta Fabio non perdona, strappo nel sempiterno dirimente settimo game e consolidamento senza spauracchi. Anzi, giunge puntuale anche il doppio break sul 5-3 e i giochi del parziale inaugurale terminano così dopo 31 minuti. Fogna capisce che si può accelerare, cosicché possa preservare energie importanti in vista del – si spera – main-draw ma anche ovviamente per il torneo di specialità al fianco di Bolelli: break chirurgico nel quarto game della seconda frazione.
Qui si assiste all’unico momento della sfida dove si materializza quantomeno un pochino di pathos, il 35enne di Arma di Taggia deve cancellare due palle del contro-break, le uniche offerte in tutto il match. La soluzione al problema presentatosi viene messa in pratica alla perfezione, allora a questo punto la restante parte dell’incontro va via liscia in men che non si dica per il diavolo della coppia più famosa del tennis azzurro. Ancora break nel sesto gioco, il quarto in totale, e chiusura in battuta. Grandissima prestazione del servizio ligure, se si escludono i 4 doppi falli, con il 62% di prime in campo, l’82% di conversione e anche un ottimo 65% di trasformazione con la seconda. Per accompagnare Berrettini e Sinner nel tabellone principale del Masters 1000 di Montreal, il n. 55 ATP dovrà prevalere sulla tds n. 10 Daniel Altmaier. Il tedesco ha vinto con un doppio 6-3 sulla wc di casa Weekes, un solo precedente tra lui e Fognini: ad inizio anno successo italico a Sydney con lo score di 6-3 7-5.
[11] J. Draper b. [LL] R. Marcora 6-3 6-0
Come il semisconosciuto battuto dal vincitore nel Principato monegasco 2019, anche l’altro azzurro impegnato in queste quali del Canada Open Roberto Marcora ha avuto la possibilità di disputare questo match entrando come alternate. Ricordiamo che l’ex n. 150 del mondo aveva annunciato il ritiro lo scorso 20 febbraio, salvo poi ritornare sui suoi passi e riprendere ad allenarsi nel mese di luglio a Montecarlo, con l’obbiettivo di rientrare alle gare proprio nello swing sul cemento nordamericano. Dunque il 32enne di Busto Arsizio deve ringraziare, fra gli altri, anche i connazionali Musetti e Sonego che hanno preferito proseguire gli allenamenti piuttosto che prendere parte ai due turni delle qualificazioni. Ebbene, il n. 556 ATP ha comunque valorizzato al massimo la chance concessagli, sfruttando l’occasione attraverso una buona versione di sé. Il suo avversario, tds n. 11 del seeding cadetto, era di primissimo piano: quel Jack Draper n. 81 delle classifiche. Il talentuoso britannico, stella nascente del tennis british, viene già delineato da molti come un futuro Top 10.
Roberto ha retto il confronto quasi per l’intero match – ad eccezione dell’ultimo game della partita -, nel primo set pur andando subito sotto 2-0 ha mollato la presa sul servizio soltanto dopo 14 punti e dopo tre palle break annullate – due consecutive sul 15-40 -. L’allungo del mancino di sua maestà è stato controllato fino al termine del parziale, risultando così decisivo. Ciò nonostante l’applausometro verso l’italiano deve essere portato alle stelle considerando lo spirito e l’atteggiamento sempre volitivo, doti che gli hanno permesso di evitare un nuovo break sul 2-3 frantumando il quinto break point concesso. Il secondo set, invece a discapito di quello che farebbe intuire il punteggio, è stato alquanto combattuto: dei primi cinque giochi, due si sono decisi a 30 e altrettanti ai vantaggi. Ciò che è balzato maggiormente all’occhio, quindi, è stata la gestione dei punti importanti e non la tenuta generale della partita, come spesso accade quando s’incrociano giocatori così lontani nel ranking. Tra le statistiche da sottolineare il solito debordante servizio mancino di Draper: 10 ace, un inequivocabile 92% di punti con la prima e 0 palle break offerte. Ma siamo certi che per il lombardo questa esperienza sarà propedeutica ad arrivare maggiormente pronto al prossimo incontro di questo livello. Per Jack adesso l’ostacolo transalpino Quentin Halys, settima forza del seeding delle quali.