Una partita dura, tre ore di tennis nella notte di Toronto per incoronare e mandare avanti nel torneo Qinwen Zheng, capace di vincere alla distanza contro Bianca Andreescu, la giocatrice di casa, che ha tentato la rimonta dopo aver perso il primo set. La cinese coglie il secondo quarto di finale in carriera a livello WTA, dopo Melbourne a inizio anno, ma il primo in un 1000, che assume i tratti del miglior risultato della carriera (almeno finora). Mentre pensa ad affrontare una giocatrice ben più esperta e sempre temibile come Karolina Pliskova, la 19enne cinese è ben reattiva e felice in sala stampa post match, dimostrando di saper essere interessante anche davanti ai microfoni.
D: Puoi parlarci della mentalità che hai avuto nel terzo set. Bianca stava giocando davvero bene, su cosa ti sei concentrata in particolare del tuo tennis per assicurarti di uscire vincente stasera?
Zheng: “Sì, in realtà nel secondo set ho avuto davvero molte possibilità sul suo servizio. Ma era dura fare il break, e penso che entrambe abbiamo giocato il nostro miglior tennis nel terzo set. Nel terzo la folla urlava molto, ero in vantaggio 30-0 e ho commesso due doppi falli di fila. Beh, per me è difficile perché era l’ultimo set di una partita così importante. Ma alla fine sono felice di aver superato la pressione e di aver vinto questa partita. È stata davvero dura, soprattutto tutti stavano sostenendo Andreescu, il che è normale. Stasera è stata una grande emozione“
D: Hai fatto allusione, ma la folla ovviamente faceva il tifo per Bianca. È una distrazione? Ti rende più difficile giocare?
Zheng: “In realtà non è un male che supportino Bianca, perché questo è normale, sto giocando in Canada. Quello che non mi piace è che alcuni della folla urlino tra la mia prima e la seconda di servizio. È lì che mi colpisce un po’, ma penso che sia io stessa che debba migliorare, questo è normale. Il pubblico dà al tennis molta energia e questo mi piace, e la folla ci dà molta carica“
D: Andrai avanti e giocherai con un’altra top player, Pliskova. Quanto bene conosci il suo gioco e quale pensi sarà la sfida nel giocarci contro?
Zheng: “So che ha un servizio davvero forte, che non è facile. Perché quando la giocatrice si mette a proprio agio con il suo servizio, forse non c’è troppo scambio. E penso sia davvero importante che io domani sia in grado di aumentare di livello il mio servizio e la percentuale. Sarà una partita difficile, interessante, e vorrei sfidare me stessa ancora una volta“
D: Molti giocatori cinesi ovviamente iniziano sotto l’egida della federazione. Ma tu ti sei trasferita e hai la tua squadra di coaching, e un gruppo davvero fantastico di persone intorno a te. Quindi voglio chiederti di quel gruppo, e di cosa hanno realmente portato al tuo gioco per aiutarti a raggiungere quel livello successivo che stavi cercando in questa fase della tua carriera.
Zheng: Il mio team è sempre stato di grande aiuto, nel farmi diventare una buona giocatrice, una top player nella parte della mentalità, anche fuori dal campo. Sono sempre stata una gran lavoratrice, mi piace giocare molto a tennis. E a volte lo faccio anche troppo, ed è positivo che la mia squadra sia sempre lì. Sanno come dirmi quando è il momento giusto per fermarmi, quando di continuare. E penso che sia molto importante trovare questo equilibrio tra il duro lavoro, perché se lavori troppo ti fai male. Mi è successo nella stagione sulla terra battuta, tutti sanno che ho un infortunio al polso, quindi non posso competere in alcuni tornei. Ora grazie a questa esperienza ho imparato delle cose, e penso che sia molto importante prendersi cura del corpo“
D: Quest’anno hai avuto alcune partite molto tirate, inclusa la sconfitta francese contro Swiatek, la sconfitta contro Rybakina a Wimbledon. Ti sembra uno dei grandi momenti della tua carriera?
Zheng: Sì. All’Open di Francia perdere ci stava perché per i miei problemi fisici non potevo dare il massimo in campo. Ma la sconfitta a Wimbledon contro Rybakina è stata davvero dolorosa per me, perché ricordo che ho avuto una palla break sul 5-5, e lei ha servito una seconda di servizio, ma ho perso quel punto troppo facilmente. Quindi dentro la mia testa stavo pensando di averle regalato quella partita. Poi quando ha vinto il trofeo le ho fatto i complimenti, perché se lo meritava. E lo so che non va bene dirlo, ma ero davvero, davvero incazzata con me stessa per quella partita. E quando torno penso molto, scrivo molto, tutto è esperienza. Nel tennis abbiamo molto da imparare.