F. Fognini b. D. Lajovic 7-5 7-5
Dopo aver messo in mostra la migliore prestazione stagionale in quel di Cincinnati contro il finalista uscente del ‘1000’ dell’Ohio Andrey Rublev, – tenendo testa al russo per oltre due ore di gioco – Fabio Fognini riparte da dove aveva lasciato vincendo una grande partita all’esordio del Winston-Salem Open, superando nella notte italiana con un doppio 7-5 in quasi due ore di match il serbo Dusan Lajovic. Un’affermazione, sui campi dell’impianto che si estende all’interno della Wake Forest University, costruita sulla solidità mentale e sulla capacità di reggere i vari scossoni che hanno contraddistinto l’incontro, evitando di farsi prendere dall’emotività del momento e di conseguenza di perdere le staffe. Un solo precedente tra i due, ma molto illustre e che soprattutto rievocava dolci ricordi al nativo di Arma di Taggia: la finale dell’edizione 2019 del Masters 1000 di Montecarlo, vinta dall’ex n. 1 del nostro movimento per 6-3 6-4. Un trionfo a chiusura della settimana della vita tennistica di Fognini, il quale eliminò nell’ordine giocatori del calibro di Rublev, Zverev, Coric e Nadal.
Ora per il tennista italiano al secondo round ci sarà un’ostacolo decisamente più arduo: la tds n. 13, che ha goduto di un bye al debutto, Jack Draper. Il britannico (n. 55 ATP) è reduce dai quarti di finale raggiunti a Montreal, dove ad estrometterlo fu il futuro campione del torneo Carreno Busta, ed è quindi in grandissima forma ma anche Fabio non è da meno, avendo dato chiari segnali di ripresa con la performance extralusso messa in campo a Mason – riprendendosi anche il ruolo di n. 4 d’Italia poiché Sonego, osservando l’ultima classifica mondiale stilata, ha perso 7 posizioni – e quella tutta carattere e grinta invece ammirata in Carolina del Nord.
IL MATCH – Fabio è partito subito forte, involandosi immediatamente sul 2-0; come spesso gli accade però il servizio non lo ha sostenuto a dovere nella sua prima fuga della sfida, rimettendo perciò in carreggiata all’istante il n. 88 ATP. Fogna avrebbe comunque l’occasione subitanea di riportarsi in vantaggio, ma spreca malamente tre chance per concretizzare un nuovo break all’interno di un game fiume da 14 punti. Il tennista balcanico, galvanizzato dal pericolo scampato, trova lo strappo nel sempre dirimente settimo gioco e s’inerpica per la prima volta nella partita al comando della gara. Tuttavia quello che normalmente è l’allungo decisivo, ovvero il break assestato a metà parziale, in realtà si rivela soltanto un fuoco di paglia o meglio l’inizio di una serie di favori scambiatisi gentilmente tra i due protagonisti: seguono infatti altri tre turni di servizio portati a casa dai giocatori in ribattuta, con Lajovic che non sfrutta a dovere l’opportunità di servire per incamerare la prima frazione sul 5-4. Alla fine a porre il sigillo sul set d’apertura è l’ex n. 9 del mondo, che dimostrando maggiore lucidità ed esperienza nella volata finale, prima tiene a zero la propria battuta – il secondo turno di servizio del set vinto senza concedere neanche un quindici, l’altro sempre a marca italiana sul 2-2 – nell’undicesimo game per poi in quello successivo piazzare la zampata, che dopo 50 minuti, gli garantisce il primo set.
Alla ripresa delle ostilità i servizi vengono finalmente registrati e dopo un primo parziale da sette break, l’avvio della seconda partita, a differenza di quanto accaduto nei primi scampoli del duello, mostra una ritrovata continuità ma anche una migliore efficienza dei fondamentali d’inizio gioco. Si giunge al 3-3 senza la comparsa di nessun break point e con soli due game ai vantaggi – uno per parte -, poi ancora una volta nel settimo game si assiste al vero turning point del match: l’azzurro rimonta dal 15-40, annullando complessivamente tre possibilità di break a favore del 32enne di Belgrado. Queste palle break sfumate innervosiscono e non poco il monomane serbo, che però nonostante ciò è in grado di trovare dentro di sé l’orgoglio necessario per frantumare un paio di match ball, nel decimo game al servizio, per rimanere nello scontro. Le palle che avrebbero posto fine alla partita salvate da Dusan, lo rivitalizzano proprio nel momento più complicato del match e gli danno quella spinta fondamentale per andarsi a procurare una pesantissima palla break nell’undicesimo gioco. Fognini però non ci sta e con eccezionale consistenza sventa il precipizio dell’ultimo burrone, presente nella curva conclusiva della sua corsa prima di poter agguantare il meritato traguardo: difatti il n. 4 d’Italia sul 6-5 si porta avanti 15-40 e poi suggella al terzo match point il suo approdo al secondo turno. A livello statistico hanno dato quello plus decisivo al successo del sanremese: il 74% di punti con la prima contro il 61% dell’avversario; e il 39% dell’abilità di Fabio nell’incidere in risposta al primo servizio altrui, a fronte del 26% dell’ex n. 23 del ranking.
A cura di Gianluca Sartori GLI ALTRI RISULTATI: RINVIO PER MUSETTI – In programma nel lunedì di Winston-Salem c’era anche il match di Lorenzo Musetti contro Richard Gasquet, valido per il secondo turno, ma è stato rinviato a causa della pioggia che si è resa protagonista. La partita sarà disputata oggi, alle 19 italiane. Per quanto riguarda i match che si sono conclusi, da segnalare la vittoria di Dominic Thiem sull’americano Wolf in tre combattutissimi set (6-7 7-5 7-6). L’austriaco se la vedrà al secondo turno con la testa di serie numero uno, Grigor Dimitrov. Cade invece rovinosamente Nikoloz Basilashvili, che incassa un netto 6-4 6-1 dal brasiliano Thiago Monteiro.