Sara Bejlek è una tennista ceca di sedici anni di belle speranze. Nel 2022, ha vinto il Roland Garros Junior e un paio di giorni fa si è qualificata per il suo primo Slam in carriera, diventando la giocatrice più giovane presente nel main draw dello US Open 2022 (era anche la più giovane del tabellone cadetto). Purtroppo però il suo nome è finito sotto le luci della ribalta non per i risultati tennistici, ma per un episodio capitato alla fine del suo match contro Heather Watson, nel turno decisivo del torneo di qualificazione. Dopo aver vinto con il punteggio di 3-6 6-4 7-5, Bejlek ha salutato avversaria e giudice di sedia prima di dirigersi a festeggiare con i componenti del suo angolo. A questo punto, la giocatrice abbraccia a lungo il padre, cui riserva anche un bacetto sulla bocca, e poi l’allenatore, i quali ricambiano entrambi con evidenti e prolungate pacche sul sedere (nel caso del coach si può anche parlare di una vera e propria palpeggiata).
Il video ha rapidamente fatto il giro di Twitter sollevando le reazioni più disparate: molti si sono scandalizzati, molti hanno lasciato commenti più moderati che tiravano in ballo differenze culturali. Per par condicio (e per non tediarci troppo) ne riportiamo solo due, uno per ogni corrente di pensiero. Un utente scrive: Non conosco la cultura ceca, ma questo non sembra affatto normale, la WTA dovrebbe mandare qualcuno a parlare con la ragazza, solo per assicurarsi che le cose vadano bene”; mentre un altro risponde: “No, è normale. Suo padre le ha dato un bacio e le ha dato una pacca sul sedere. L’allenatore l’ha accarezzata molto brevemente. Questa sciocchezza progressista e liberale (di chiedere alla WTA o a qualsiasi autorità di controllare…) mi ricorda che Beckham è stato criticato per baciare sua figlia. A proposito, ho 3 figlie a casa….”. Come si può intuire dal tenore dei commenti degli indignati, il timore è che possano ripresentarsi casi come quello di Pam Shiver, che ha confermato di aver avuto, lei diciassettenne, una relazione con il proprio coach 50enne e sposato. Molti invece hanno tirato in ballo l’abitudine, diffusissima negli sport maschili, di scambiarsi pacche sul sedere (va da sé che le due cose non sono esattamente sovrapponibili…). Senza andare a scomodare timori e preoccupazioni “shiveriane”, il modesto parere di chi scrive è che probabilmente si tratti di una questione culturale, ma la componente “fisica” del saluto è sembrata comunque un po’ eccessiva. In queste situazioni e su questi temi occorre molta attenzione: meglio avere uno scrupolo in più che uno in meno.